Lo Scenario della Gioielleria in Asia

La Cina è il mercato asiatico di riferimento anche per l’hard luxury, con performance trainate dai Millennials e dalla Z Generation. Cresce l’e-commerce e il successo delle proposte maschili e l’apprezzamento dei brand con un Heritage affermato  


Lo scorso novembre le stime del "Luxury Goods Worldwide Market Study" di Bain & Company e Alta- gamma fissavano per il mercato del lusso un valore di 1.550 miliardi di euro nel 2023, in crescita dell'8-10% rispetto al 2022. Il dato rappresenta un nuovo record per il settore, che evidenzia così la sua resilienza. Al suo interno, il comparto della gioielleria sfiora i 30 miliardi di euro: la fine jewelry si identifica come asset class rilevante in un contesto di incertezza come quello attuale, un vero e proprio bene rifugio, con una sempre maggior propensione all’acquisto di creazioni bespoke e con l’aumento di proposte genderless e maschili. La rilevanza del mercato asiatico e, in esso, della Cina per l’alto di gamma è ormai nota. L’Ex Celeste Impero la fa da padrone in termini di consumo dei luxury goods: tra il 2017 e il 2021, il mercato del lusso in Cina ha triplicato le proprie dimensioni, per poi rallentare la corsa nel 2022, per via dell'impatto del Covid-19. Lo scorso anno ha segnato un ritorno alla crescita con un +12%, pur con differenze di incremento significative tra i brand e performance contrastanti nei diversi trimestri. Ora - stando ai dati del "China Luxury Report di Bain & Company" - il mercato del lusso nel Gigante Asiatico è atteso in progressione anche nel 2024. Nel 2023, fa sapere Statista, confrontando i 14 

principali mercati asiatici la Cina è in testa alla classifica in termini di ricavi dalle vendite di luxury watches & jewelry, seguita da Hong Kong, Giappone, Singapore e India. Oltre il 50% dei clienti di gioielleria e alta gioielleria ha un'età compresa tra 25 e 34 anni mentre il 36% circa dei clienti è tra i 35 e 44 anni. Il bacino di riferimento è quello dei Millennials e della Gen Z: da qui l’importanza di utilizzare leve di marke- ting e canali di vendita che attraggano questa categoria di consumatori. Sulla scia del rapido sviluppo digitale, l’e-commerce è diventato la modalità prevalente per la maggior parte degli asiatici che effettuano acquisti quotidiani, dal cibo ai vestiti e ai gioielli. Le vendite online di preziosi rappresentano oltre il 55% dell’intera quota di mercato cinese dei gioielli. Questo tasso continuerà a crescere e si prevede possa raggiungere il 64% nel 2026. Per tutti i marchi occidentali che vogliano vendere fine jewelry nel Gigante Asiatico è necessario porre sufficiente enfasi sull’e-commerce diretto, ma anche presidiare portali come Tmall, gli eventi di live streaming shopping, WeChat, Weibo, Douyin e Baidu, il principale motore di ricerca in lingua cinese. L’acquisto di gioielli di fascia alta è inoltre percepito non solo come consumo, ma come investimento: i clienti cinesi sono disposti a pagare di più per quei gioielli che riescono a mantenere valore nel tempo. Vi è dunque fiducia nei brand rinomati, con una lunga storia e un heritage inequivocabile. Fra i trend di acquisto, Statista rileva inoltre la crescente popolarità dell’oro rosa, delle pietre colorate e delle proposte custom-made. 

Risulta ancora limitato, al momento, l’interesse per le pietre sintetiche, ma cresce l’importanza delle certificazioni di approvvigionamento etico. Infine, la gioielleria in diamanti (percepita come segmento a sé, con una classificazione secondo standard rigidi e un acquisto ancora legato a ricorrenze e grandi occasioni) registra un appeal sempre maggiore anche tra gli uomini, anche per l’influenza di movimenti culturali e musicali come l’hip hop.


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