Lo Scenario della Gioielleria in Europa

Nel 2023 il settore orafo ha chiuso con dati decisamente buoni e, fronte di una domanda mondiale di gioielli stabile, l'Italia brilla


I dati riportati a marzo 2024 dall'ultimo studio emesso dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, riportano che nel 2023 l’industria italiana ha realizzato esportazioni di gioielli in oro per 9,2 miliardi di euro, in crescita del 12,1% in valore e del 4,2% in quantità. Con un fatturato in progressione del 7,4%, il settore dei preziosi si conferma positivo rispetto ad altri com- parti come il manifatturiero (-0,9%) o il sistema moda che è cresciuto dell’1,7%. E anche la produzione, no- nostante il calo dell’1,9%, performa meglio dei settori presi in esame, che lasciano sul terreno rispettivamente il 7,3% e il 2,6%. «Nel contesto europeo l’Italia si conferma come leader in termini di esportazioni: nel periodo gennaio-novembre (ultimo dato disponibile per il confronto con gli altri Paesi europei) circa la metà dell’export di gioielli in oro è generata dall’Italia (48%) e anche in termini di crescita mostra degli andamenti in linea con il primo competitor che è la Francia (+13,6%)», spiega l’economista Sara Giusti. «Un approfondimento ad hoc merita l’andamento delle esportazioni dall’Irlanda che presenta una crescita più elevata (+20,6%): questo mercato presenta tuttavia flussi rilevanti solo a partire dal 2020. Inoltre, è op- portuno osservare, in considerazione del ruolo di hub logistico che il Paese sta assumendo, come l’85% delle importazioni irlandesi di gioielli in oro provenga proprio dal nostro Paese». 




Sul fronte extraeuropeo, invece, la Svizzera è il principale mercato di sbocco con una crescita del 34,2% in valore, le esportazioni si sono attestate a 1,3 miliardi di euro, superando così le vendite verso gli Stati Uniti che sono state pari a 1,2 miliardi di euro (+4,7%). Il mercato americano resta comunque il primo per quantità con 47 tonnellate nel periodo gennaio-dicembre (+33,3%). Sul fronte materie prime, l’oro è al centro delle aspettative. Dopo un 2023 molto volatile a causa di frequenti oscil- lazioni delle aspettative di mercato sulla politica monetaria americana e di crisi inaspettate, fra cui la crisi bancaria di marzo e l’attacco di Hamas a Israele a ottobre, il 2024 si è aperto all’insegna del consolidamento con il prezzo superiore ai 2mila dol- lari. «Dato l’attuale scenario macroeconomico - sottolinea Daniela Corsini, economista Materie Prime - le aspettative riguardo la prossima svolta di politica monetaria americana e la resilienza della domanda finale, confermiamo la nostra previsione che il prezzo dell’oro potrebbe scambiare nel corso dell’anno fra i 1.900 e i 2.300 dollari, con una media per il 2024 di 2.050 dollari l’oncia», continua. «Vediamo rischi al rialzo soprattutto concentrati nel 2° trimestre, quando stimiamo un prezzo medio di 2.100 dollari grazie a una serie di condizioni favorevoli (transizione verso politiche monetarie più accomodanti, rischi geopolitici e incertezza, domanda di beni rifugio). Al contrario, riteniamo che rischi al ribasso potrebbero essere più marcati nel quarto trimestre, quando stimiamo un prezzo medio di 2.000 dollari. Nel 2025, prevediamo un prezzo medio di 2.050 dollari, in linea con la media attesa nel 2024, mentre una tendenza rialzista di lungo periodo potrebbe consolidarsi dal 2026 in poi».

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