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La "Quarta Dimensione" di Stefania Lucchetta

La designer Stefania Lucchetta spiega l'ispirazione dietro i suoi gioielli in mostra al Musée des Arts Décoratifs, durante l’evento "Collect / Connect - Contemporary jewellery"

Lunedì, 12 Ottobre 2020, by Antonella Reina


L'evento "Collect / Connect - Contemporary jewellery", in corso presso la Jewellery Gallery del Musée des Arts Décoratifs fino al 3 gennaio 2021, espone alcune interessanti creazioni sperimentali di Stefania Lucchetta, capaci di riflettere una importante attitudine contemporanea. Lucchetta è, infatti, una pioniera nell'utilizzo di software di modellazione 3D e di macchine di prototipazione, il suo modo di utilizzare queste nuove tecnologie le ha permesso di dar vita a forme complesse, impossibili da ottenere con strumenti standard. «Il progetto per questa mostra è stato una sfida: aggiungere una quarta dimensione a questa geometria», spiega lei. «Una quarta dimensione da esplorare in modo più intuitivo e meno "matematico". L'espressione di una forza, “una sorta di energia generatrice” che implica una ricerca di fluidità per produrre oggetti che, anche se intrisi di una complessità geometrica nascosta, sono più vicini alle forme e ai colori che troviamo in natura. Gioielli che creano - anche se mai visti - la suggestione di forme ataviche, immediatamente riconoscibili perché sepolte nella nostra memoria ancestrale. Sculture organiche sulle curve organiche dei corpi». I quindici gioielli presentati sono vere sculture in miniatura: risultato delle precedenti strutture geometriche e astratte, si evolvono in pezzi inediti dalle forme organiche che ricordano quelle trovate in natura. Ma perché la geometria? «Dai miei primi esperimenti, quasi vent'anni fa, su tecnologie innovative, nuovi processi di lavorazione e nuovi materiali, ho cercato di raggiungere un equilibrio attraverso l'interconnessione tra forma, struttura e materiale. Il linguaggio più adatto per trovare questo equilibrio era la geometria: le complicatissime intersezioni di linee, piani e solidi da cui nascono oggetti astratti di plasticità architettonica dimostrano la loro origine puramente intellettuale».

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