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Il Recupero dei Metalli Preziosi è Tailor-made

Omar Antonio Cescut, Chief Marketing & Communication Officer di Lem Industries, spiega il successo di una delle aziende del gruppo, BTT Italia


I metalli preziosi si ritagliano un posto di grande rilievo nel mercato del riciclo dei materiali grazie al loro elevato valore economico. Un settore in cui opera BTT Italia, in grande crescita.

Come si ottiene il massimo dalle pratiche di recupero?
Bisogna partire da una premessa e da due elementi che spiegano l'intensa attività di BTT Italia. Innanzitutto alcuni processi e metodi di recupero rappresentano un efficientamento delle risorse delle aziende ed industrie e riuscire a interiorizzarli vuol dire controllarne i valori in modo diretto. In secondo luogo, sono sempre più i Paesi che vogliono governare i processi di recupero delle materie prime, tra cui i metalli preziosi, considerando anche l'aumento del valore attuale in cui ad esempio del rodio che è salito a 630 euro al grammo. Gli imprenditori più virtuosi stanno andando in questa direzione e anche l'industria orafa sta reagendo molto bene.

Quali sono le parole chiave che spiegano il concetto di riciclo?
Il sistema ruota intorno a tre parole che ci danno il senso di tutto: sostenibilità, circolarità, ritorno al locale. Oggi le aziende sane radicate in un paese ed in un territorio come il nostro, devono pensare ad agire con un'attenzione particolare alle risorse di prossimità su cui investire. Faccio un esempio. Non possiamo pensare di avere performance nel resto del mondo quando l'azienda del vicino non ha ancora aggiornato e massimizzato i suoi impianti ed è magari in difficoltà, visto anche il momento di blocco dei mercati. È necessario tornare a investire nel mercato locale in una logica di sistema Paese. Veniamo al recupero dei metalli preziosi.

Come si avvia la "macchina"?
Oggi, grazie all'importante quantità di metallo prezioso già estratto che ad esempio va a comporre e che ritroviamo nei rifiuti RAEE (rifiuti elettronici), abbiamo di fatto molte miniere a cielo aperto, ovvero sopra terra. Quello che dobbiamo fare è concepire l'estrazione con la piramide rovesciata, preoccuparci di più di agire a vantaggio della circolarità ed il riuso piuttosto che dello sfruttamento delle risorse naturali che sono per definizione limitate e che non si possono rigenerare. Un esempio per tutti, da una tonnellata di vecchi telefonini possiamo estrarre anche 1 kg d’oro e altri metalli preziosi. Tuttavia, il concetto di filiera etica non riguarda solo il settore orafo, se pensiamo al tema di oro etico e ai no blood diamonds. Per filiera etica oggi intendiamo, oltre che il rispetto di ambiente, persone e risorse legate al territorio dove si trova la miniera, anche un metallo prezioso derivato dal recupero dei materiali e rifiuti industriali, ad esempio dalle navicelle spaziali, da aerei dismessi o dai cavi di connessione digitale.

Come si progetta un impianto personalizzato?
Il servizio di personalizzazione del processo che offre BTT Italia, parte da un'analisi della quantità di partenza da recuperare e della sua natura ossia se sono scarti industriali, galvanici o scraps dell’industira orafa. Noi lavoriamo molto anche con governi e zecche di Stato (l'oro e il metallo influiscono sul Pil), con grandi compagnie e con aziende del comparto orafo-gioielliero, soprattutto italiane o svizzere, sempre più attive nella ricerca di metallo etico. BTT fa innanzitutto un'analisi quantitativa e qualitativa con vari test proprietari, poi presenta un progetto mirato e personalizzato per il recupero dello scarto industriale e infine definisce un modello ed un processo, che garantiamo essere costantemente aggiornato alla disciplina e normativa della sostenibilità e circolarità possibile.

Come viene impiegato lo scarto?
Gli scarti – che diventano ora preziosi – possono essere riutilizzati all'interno del processo produttivo e, per le aziende autorizzate, possono essere proposti al mercato. Le faccio un esempio: tutti gli scarti derivanti da un processo industriale di tipo galvanico, sono raccolti in un lingotto che fa valore e può essere riutilizzato all'interno dello stesso iter produttivo. In alternativa, parte del recupero prezioso può essere venduto per creare nuova ricchezza. Fino ad alcuni anni fa, questi scarti non venivano considerati e finivano dispersi o affidati ad aziende esterne. Nel processo di lavorazione del gioiello avvengono dispersioni di metalli preziosi sia all’interno che all’esterno dello stabilimento dove le passività potrebbero essere generate da molti fattori e fasi produttive. Oggi il tema della sostenibilità deve essere dato per totalmente acquisito, non potremmo mai avere un Pianeta B e la pandemia ha in qualche modo accelerato la presa di coscienza da parte delle aziende. Resta il problema della mancanza di consapevolezza del recupero industriale e del valore del riciclo nell'economia circolare, ossia la materia prima che torna materia prima.

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