THE TALK: Più Qualità, Meno Vincoli

Artista, artigiano e poi imprenditore. Giovanni Raspini pensa a un futuro in cui si possa valorizzare la qualità ed eliminare il superfluo


L’argento è la sua cifra stilistica, attraverso cui Giovanni Raspini si fa portavoce di un made in Italy dalla forte impronta artigianale. Le sue riflessioni sull’emergenza che stiamo vivendo, rispecchiano il suo carattere determinato che, unito a una visione imprenditoriale, ha portato la Maison Raspini a essere presente in Italia e all’estero con ben 20 monomarca, oltre che in negozi multimarca selezionati, dove le creazioni vengono raccontate attraverso speciali display per poter comunicare uno stile ricco di sensazioni materiche. 

Quanto quest'emergenza ha cambiato il vostro modo di fare business?
Qualche anno fa ho aperto un nuovo negozio a Venezia. Era tutto rifinito. Tutto lucido e tutto perfetto. Le vetrine piene e scintillanti. Le commesse pronte. Tutto in ordine per l'inaugurazione. No, aspetta. Mancava un timbro e ancora non si poteva aprire. Quel timbro ci ha messo una settimana ad arrivare. E per una settimana non ho chiuso occhio. Passavo le giornate a telefonare. A chiedere, implorare, sollecitare, minacciare. Un inferno. Oggi, ho venti negozi chiusi da due mesi ma sono tranquillo. Dopo l'inverno arriva sempre la primavera. Passerà anche questa. Le ditte forti ne usciranno più forti. Per quelle più deboli... Speriamo bene.


Che cosa la preoccupa di più per ciò che avverrà?
Mi preoccupa l’idea che qualcuno non imparerà la lezione. La strada per il futuro dovrebbe contemplare l’idea di ridurre burocrazia e vincoli, che in qualche modo asfissiano e paralizzano il nostro paese.

Un commento positivo sul futuro della gioielleria
Passare il tempo in casa aiuta a riflettere. Ad approfondire. A capire meglio. Spero che riusciremo a rivedere le stelle, più consapevoli di quanto la qualità sia importante. Ne usciremo più selettivi, più esigenti, più attenti e preparati. Più pronti a guardare bene chi si frequenta, dove si va, cosa si mangia, cosa si beve, cosa si compra e cosa si indossa. Che cosa conta e che cosa non conta. Che cosa vale e che cosa non vale.

Ogni nuova collezione è una sfida. Come trasformare questo momento in opportunità?
Non amo la retorica. La retorica degli inni, delle bandiere e la mitologia del “andrà tutto bene”. Io continuerò a valorizzare quello che per me conta. Le mani buone. Gli artigiani bravi. Le esecuzioni difficili fatte da persone di valore. I progettisti veri e genuini e le lavorazioni meticolose e impegnative. Non ci sono scorciatoie. 

Fare sistema? La filiera anticoronavirus?
Non sono convinto che fare sistema sia vincente. Detesto l'impostazione lobbista dei patti di sindacato per strappare mini concessioni.  Sono dinosauri che cercano di sopravvivere e autogiustificarsi. Bisogna solo capire che il regime vincolistico rischia di soffocare le imprese. L’impresa dovrebbe essere messa sempre al primo posto: è l'unico sistema finora conosciuto per creare ricchezza e benessere. 


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