THE TALK: IEG Sarà la Ripartenza di Tutti

Un bilancio 2019 con una crescita double digit. Una ripartenza che punterà sul valorizzare storie e prodotti. Un modello di fiera che "c'è sempre". Ne abbiamo parlato con Corrado Peraboni, Amministratore Delegato di IEG Italian Exhibition Group


Il 7 aprile 2020 il CDA di IEG ha approvato il bilancio 2019 con una crescita double digit del +11,8% di fatturato rispetto al 2018. Quali sono le principali leve e punti di forza che hanno consentito a IEG di raggiungere questo risultato?
I risultati al 31 dicembre 2019, i migliori di sempre del nostro Gruppo, confermano l’importante, costante, trend di crescita della nostra realtà e testimoniano l’efficacia delle strategie sia per lo sviluppo dei prodotti in portafoglio sia per la crescita per linee esterne. Strategie che hanno permesso a ogni linea di business del Gruppo di registrare risultati estremamente positivi. Le performance a fine 2019 testimoniano la forza di IEG a livello di ricchezza e qualità dell’offerta, premiano la nostra costante spinta a posizionarci come innovatori del settore. Continueremo a puntare lo sguardo verso il futuro, senza mai dimenticare di valorizzare in modo ottimale i nostri prodotti, la loro storia e il mondo valoriale di cui essi sono fulcro. E lo faremo con una spinta eccezionale lungo questo 2020 perché i nostri clienti, più che mai ora, hanno bisogno di noi. E noi non li lasceremo soli. Vogliamo essere la loro ripartenza. Nei fatti e nei numeri. 

In un momento di emergenza come questo che stiamo vivendo, ritiene che le aziende, soprattutto le PMI che costituiscono il principale tessuto imprenditoriale del comparto orafo-gioielliero italiano, possano intravedere un'opportunità per ripensare alle strategie di business? Mi spiego meglio. Al di là dell'enorme impatto e del danno che tutto ciò avrà sulle loro attività, in che modo a suo avviso potrebbero "sfruttare" questo periodo di lockdown?
Gli imprenditori del comparto orafo-gioielliero italiano ai quali dedichiamo ascolto quotidiano sono al lavoro per comprendere come quello che sta accadendo impatterà sul loro modello di business e quali aree richiederanno nuovi livelli di servizio e supporto. Senza dubbio questa situazione sta portando a una più rapida adozione delle nuove tecnologie. Il pianeta sta avendo un corso accelerato sull'e-commerce, sui pagamenti digitali e sul telelavoro. Se le nostre imprese, capaci sempre di stupirci e, mi permetta di dirlo, compiere sempre e da sempre autentici “miracoli” avranno ora, e non ne dubito, la capacità di fare unpasso decisivo verso questi strumenti, buona parte della ripresa sarà stata segnata.

Parliamo di provvedimenti legislativi a supporto delle imprese per gestire la crisi. Quali dovrebbero essere le priorità governative per essere concretamente a fianco delle aziende nel medio e lungo periodo?
Ritengo, oltre a misure quali il posticipo dei termini di versamento dell’iva e dei contributi almeno a settembre, sia di fondamentale importanza non far mancare liquidità alle imprese, tramite le banche. Poi senza dubbio servono interventi anche per la ripresa, per scongiurare il ricorso a licenziamenti, dalle detrazioni fiscali maggiorate sugli investimenti e spese di marketing, alla facilitazione del credito al consumo e di soluzioni di pagamento differito, specie attraverso strumenti di pagamenti digitali.

L'agenda IEG ha in calendario 48 fiere organizzate o ospitate, 190 eventi congressuali, oltre alla partecipazione a eventi all'estero. Come si immagina la fiera del futuro? E qual è il trait-d'union che tiene insieme tutti gli appuntamenti del gruppo IEG? L'elemento imprescindibile, al di là dei diversi ambiti in cui operano?
Cosi come dopo l’11 settembre si è continuato a volare, anche dopo questa pandemia si continuerà a fare e frequentare fiere. Sarà cura degli organizzatori, cosi come lo è stato per gli aeroporti, porre in essere tutto quanto è necessario alla sicurezza degli operatori. Stiamo preparando tutto il necessario in termini di idee e risorse per essere al top tra i quartieri nella sicurezza sanitaria. Tra i denominatori comuni a tutti i nostri appuntamenti, vi sono l’estrema accuratezza del servizio agli espositori e la cura dell’accoglienza verso i visitatori. Oltre alla “visione”, ossia il ruolo che gli operatori ci riconoscono di osservatorio privilegiato sulle tendenze e i trend di sviluppo.

Qual è il modello fieristico in grado di dare continuità al business di un'azienda anche "quando non c'è la fiera"?
È quello su cui tutto il nostro mondo è al lavoro da anni e non dico nulla di originale affermando che “la fiera c’è sempre”. C’è, almeno per quanto attiene IEG, tutto l’anno, penso alle piattaforme di business matching, per esempio, che mesi prima dell’appuntamento fieristico consentono ad aziende e buyers di iniziare una relazione che prosegue nel tempo e che hanno poi, nel momento di incontro in fiera, uno degli step decisivi della relazione. Un modello che abbiamo progettato e messo a punto da oltre dieci anni a favore di tutte le nostre principali manifestazioni internazionali e che, un paio di anni fa, dopo il nostro ingresso su Vicenza, abbiamo messo a pieno regime anche per le nostre fiere del jewelry. L’attuale emergenza sanitaria ha poi senz’altro imposto una sostenuta accelerazione su questi temi ma si tratta, appunto, solo di un’accelerazione.

Quest'anno il mondo fieristico deve fare i conti con slittamenti al secondo semestre 2020, o annullamenti con relativi posticipi al 2021. È di ieri la notizia dell’uscita dei Top Brand dell’orologio da Baselworld dopo giornate di “forte turbolenza” tra gli organizzatori e gli espositori per la gestione dei rimborsi e il cambio date. Qual è il ruolo di un organizzatore in queste circostanze? Come si fa a far prevalere la "diligenza del buon padre di famiglia"?
Non mi permetto certo di entrare nel merito di possibili difficoltà di un concorrente, tanto più se cosi prestigioso. Posso dire che, per quanto riguarda le manifestazioni di IEG, la nostra bussola è sempre l’interesse delle aziende: date, contenuti e linee di sviluppo saranno sempre decise sotto dettatura del mercato. Nella nostra visione del mercato competere significa eccellere nel servizio che facciamo alle nostre aziende in termini di ritorno sull’investimento. Chi investe le proprie risorse a VO deve sapere che avrà un ritorno in termini di immagine e di business.

Parliamo di fare sistema, in questi giorni uno dei temi più delicati soprattutto per quanto riguarda le PMI. A livello di fiere, quanto ritiene sia importante la sinergia tra manifestazioni, italiane e internazionali, per concertare calendari e tutelare gli espositori? Quanto è stato fatto e quanto ritiene ci sia ancora da fare?
L’argomento è decisivo, articolato, investe anche l’idea di cooperazione europea e internazionale che abbiamo in mente. Fra organizzatori è indispensabile la concertazione, indispensabile e urgente. Ma il ritorno alla normalità non è un ritorno che si può invocare. Soprattutto richiede la consapevolezza di ogni attore fieristico che questa volta o si arriva tutti insieme o non si arriva. Vale per ciascuna delle tematiche del mondo espositivo, e per quella dell’armonizzazione dei calendari vale anche di più. Se poi mi chiede che questo sia chiaro ai protagonisti del sistema fieristico…

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