I Gioielli al Festival di Cannes 2025: Ritorno alla Classicità
Parure coordinate e diamanti bianchi: al Festival di Cannes i gioielli classici tornano a parlare di valore, solidità e tradizione
Parure coordinate, diamanti bianchi, design senza tempo. Il tone of voice dei gioielli apparsi, dal 13 al 24 maggio, sui numerosi red carpet delle première al Festival di Cannes 2025, sembra sottolineare il fervore di una classicità che ha ancora molto da dire. Se il chiacchierato dress code del Festival di quest’anno ha imposto regole più rigide (talvolta disattese), anche nella scelta dei gioielli, dove la creatività avrebbe potuto osare, si è notato un ritorno misurato ai codici più tradizionali, a quell’eleganza senza tempo che preferisce rassicurare anziché stupire. Certo, l’esuberanza non è mancata, ma a dominare sono stati gli abbinamenti coerenti, la ricercatezza formale, le gemme pure. Non è un caso che proprio la parure, forma compiuta e simbolica del gioiello d’insieme, sia tornata a imporsi con forza. Nata nelle corti europee tra XVII e XVIII secolo, è stata per secoli espressione di potere e status, simbolo di adesione a un gusto codificato e di appartenenza a un’élite. Sulla Croisette, quella stessa formula impeccabile di abbinamento è tornata in auge, quasi a voler ribadire la forza di una bellezza leggibile: l’opzione giusta per affermare, oggi come allora, uno status solido e riconoscibile. In poche hanno rinunciato a collier principeschi, rigidi o semirigidi, con importanti gocce di rubini o smeraldi ben visibili, abbinati rigorosamente a orecchini o ad anelli in pendant. In molte hanno preferito la luce eterea e immacolata dei diamanti, disposti in set coordinati, perfetti a riflettere solidità, continuità, valore. Una scelta che sembra allinearsi con le nuove traiettorie del mercato. Dopo anni di rallentamento – con un netto calo dei prezzi soprattutto per i diamanti naturali di media e grande caratura – il 2024 ha registrato i primi segnali di ripresa. Timidi, ma significativi. Le tensioni geopolitiche, l’instabilità economica e la crescente attenzione verso etica e trasparenza hanno riaffermato il diamante come bene rifugio. Le vendite sono cresciute di circa l’1%: un dato modesto, sì, ma indicativo. Le previsioni a medio termine confermano questo nuovo corso. Secondo Allied Market Research, il valore globale del mercato dei diamanti potrebbe raggiungere i 155,5 miliardi di dollari entro il 2032, con un tasso di crescita annuo stimato intorno al 4,5%. Nel frattempo, le maison storiche hanno rispolverato gli archivi, proprio come sta avvenendo nel prêt-à-porter di lusso. L’heritage diventa una leva strategica per rafforzare la coerenza narrativa del brand e offrire a un pubblico sempre più informato e consapevole un senso di continuità e autenticità. Nessuna nostalgia, quindi, ma la scelta di un posizionamento culturale prima ancora che estetico, che restituisce al gioiello la sua funzione aspirazionale originaria.