Sostenibilità, il Punto di Partenza per la Brand Reputation
Lo scenario normativo e gli elementi chiave che danno valore a un'azienda secondo Ada Rosa Balzan, fondatrice e presidente di ARB S.B.p.A.
La sostenibilità è oggi uno strumento imprescindibile per fare impresa, e a tutti gli effetti con un'analisi puntuale di gestione dei rischi, un'azienda sostenibile ottiene un miglior posizionamento sul mercato, incrementa la brand reputation e ha possibilità di accesso al sistema bancario con tassi e condizioni più favorevoli.
Il 2025 sarà un anno molto importante per tante realtà che hanno l'obbligo di compliance alla nuova direttiva dei bilanci di sostenibilità, la CSRD, ma anche in prospettiva del 2026 con la CSDDD che richiede alle grandi aziende un presidio costante della propria catena di fornitura sia dal punto di vista sociale che ambientale.
L’impresa è tenuta a divulgare anche informazioni sugli impatti materiali, sui rischi e sulle opportunità derivanti dalle sue relazioni commerciali dirette e indirette nella catena del valore a monte e/o a valle. Tali informazioni non riguardano necessariamente tutti gli attori della value chain. Vi sono circostanze in cui l’impresa non può raccogliere le informazioni sulla catena del valore a monte e a valle dell’impresa come richiesto. In questi casi, l’impresa deve stimare le informazioni da comunicare, utilizzando quelle ragionevoli e sostenibili, come i dati medi del settore e altre proxy. Per i primi 3 anni, se le informazioni non sono disponibili, l’impresa deve spiegare gli sforzi compiuti per ottenerle, i motivi per cui non ha potuto acquisirle e i piani dell’impresa per reperirle in futuro; l’impresa può comunque limitarsi a fornire le informazioni su politiche, azioni e obiettivi disponibili internamente.
Tutto questo non resta nel contesto delle grandi aziende ma scende a cascata sui fornitori, che si ritrovano più che un obbligo di legge un obbligo da assolvere per restare sul mercato.
Altra direttiva non meno importante è quella sui green claims. In questo particolare contesto storico, il mercato richiede la sostenibilità sia nel B2B che nel B2C. I consumatori di oggi sono sempre più consapevoli ed esigenti e quindi anche la comunicazione deve essere attenta nell'uso dei termini, partendo ovviamente da fatti concreti e iniziative che l’azienda ha già messo in campo su questo fronte.
Per questo frasi generiche o ingannevoli come "impatto zero" andrebbero sanzionate, perché è scientificamente impossibile che un oggetto sia prodotto, utilizzato o smaltito senza conseguenze sull'ambiente.
Gioielleria e moda non sono esentati da ciò, anzi, tanto che fra gli obiettivi più prossimi c'è quello di una filiera etica, equa e sostenibile sia da un punto di vista ambientale che sociale e di rispetto delle persone.
Risulta quindi fondamentale poter dimostrare un adeguato presidio di queste tematiche nella scelta dei materiali e dei propri fornitori.