BRIJU Una Crescita Continua

Dallo schizzo a mano libera alla stampa 3D l’evoluzione dell’iter creativo dello storico marchio polacco fondato nel 1920


Sicuramente, nel 1920, il fondatore di Briju Jan Piotrowski, benché visionario e all’avanguardia, non avrebbe mai potuto immaginare qualcosa di così rivoluzionario per la gioielleria come la stampa 3D. Tecnica che i suoi quattro nipoti oggi hanno saputo fare propria, apportando quel tocco di novità che oggi contraddistingue il marchio di famiglia. Stampa 3D che però non prescinde da quella miriade di passaggi tradizionali tipici dei maestri orafi, che fanno sì che prima di arrivare al gioiello finito ci vogliano ben venti diversi step. Artigianalità pura che, partendo dallo schizzo fatto a mano e dalla scelta delle pietre più adatte, selezionate fra le migliori al mondo e tagliate in modo da esaltarne la bellezza naturale, risale tutta la “catena di montaggio”. Nascono così best seller come Amazing Collection, in cui spicca l’anello che monta tre pietre favolose da one-of-e-kind, delicata combinazione di diamanti e oro pensata per celebrare uno dei momenti più emozionanti di una vita, il fidanzamento, o ancora Carbonado Collection, incentrata su rarissimi diamanti neri privi di inclusioni, rinvenuti solo in due siti al mondo. 

Collezioni che non smettono dunque di tramandare una storia iniziata nel 1920 e che in 102 anni ha allargato la sua rete a oltre 70 punti vendita, tutti orgogliosi allo stesso modo di scriverne nuovi appassionanti e appassionati capitoli.

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