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THE TALK: Da una Strettoia si Apre Sempre una Bella Piazza

Lucia Odescalchi punta sulle future generazioni e non smette di pensare al grande ritorno sulla scena che aspetterà tutti noi


Come fa una designer indipendente che vive di relazione diretta con la cliente e con i suoi artigiani, a gestire un lockdown così improvviso?
All'inizio è stato come se mi avessero tolto la sedia. Quella sensazione che ti fa barcollare ma non cadere. Questo scardinamento della consuetudine, non vorrei dirlo, ma penso ci volesse. Sempre tutto e tutti di corsa, quasi senza un motivo. Questo arresto per alcuni aspetti può aiutarti a tenere la barra del timone e sono certa che dopo l'astinenza cui siamo ora costretti, ci sarà un grande ritorno. Il problema vero da porsi è chi saremo. Sarà un approccio molto etico.

Ti sta offrendo spunti di riflessione per rivedere alcune modalità di gestione del tuo business? 
Proprio perché c'è incertezza, bisogna essere sempre più bravi, navigare a vista e seguire le richieste. Un altro tema sul quale sto riflettendo molto riguarda i giovani. Chi saranno gli acquirenti del futuro, coloro nati il coronavirus? Sicuramente una generazione ancora più tecnologica con la quale dobbiamo iniziare a fare i conti. Oggi siamo in un vicolo cieco, in un binario morto. Ricominciare significa anche riprendere senza fare gli errori del passato e pensare a prodotti per i giovani. Noi avremo a che fare con grandi ristrettezze, ma i ragazzi vanno premiati, per loro ci sarà sempre più spazio. E per questo credo sia doveroso pensare a collezioni adatte a un gusto più giovane.

Come stai organizzando la tua attività in questo periodo?
All'inizio mi sono fermata, come tutti. Non è facendo altre collezioni che riesci a svoltare un mercato già saturo, ma devi dare quello che la gente chiede. Mai come in questo momento c'è una maggiore cura del desiderio, perché è l'aspettativa a crearlo. E questo è un aspetto che dobbiamo cercare di portare dalla nostra parte. Nel mio momento di stop, ho guardato tutto quello che ho fatto finora e ho ottimizzato la produzione, suddividendo la produzione per segmenti, lavorando tanto da casa e riunire tutto alla fine, sempre in contatto con i miei fornitori. Ho cercato di fare i miei orecchini Cometa giocando con i colori all'interno e lavorando sulle catene con smaltature diverse, quasi in un mood anni 80 da discoteca. Una direzione molto divertente che magari in tempi normai non avrei considerato. E poi ho lavorato sul prezzo con oggetti dal costo più avvicinabile. 

Due negozi e un atelier a Roma, una boutique centralissima e di recente apertura su Milano. Sul fronte vendite cosa sta succedendo in questo momento?
Mi ha piacevolmente colpita la bella risposta dalla mia nuova e molto generosa clientela milanese, che mi ha aiutata tanto con un passaparola che non credevo. Una bella reazione fattiva, mentre  Roma è più fatalista. Non sono pessimista, ma ora dobbiamo soffrire molto e soprattutto trovare un ruolo nuovo alle persone che lavoravano con te. Ma dopo ci sarà una bella e divertente ripresa. 

E l'online?
Con l'online stiamo lavorando molto bene e noto un incremento. Ci aiuta a tenere vivo il rapporto con le clienti. Noi diamo loro i materiali da vedere e se non comprano ora, gli facciamo venire la voglia per quando finirà. Così abbiamo più tempo per documentarci e far sì che un periodo di attesa non venga visto come una tortura. Con l'e-commerce lavoriamo con una fascia prezzo che parte dai 150 euro, ma diciamo che mediamente per un nostro gioiello si spende sui 400 euro e anche di più. Se arrivi su internet c'è sempre una "reason why", magari un passaparola, non ci capiti per caso. Poi non abbiamo mai resi perché abbiamo un sigillo nel packaging che non ti permette di indossare un gioiello e poi renderlo. Il packaging per me è una voce di costo dal valore molto importante.

Una visione e un approccio molto positivi e di entusiasmo.
Ho sempre paura essere di essere troppo positiva, ma nulla è più scontato e questa è come una strettoia che servirà per il rilancio dopo l'emergenza. 

Che ruolo ha in questo momento la comunicazione?
I social sono uno strumento validissimo perché tanti clienti arrivano da lì. Sicuramente bisogna investirci di più, ma noi cerchiamo di non "over talking", altrimenti si rischia l'effetto contrario. Preferisco parlare bene che in continuazione. Per quanto riguarda l'effetto delle immagini che postiamo, posso dire che in generale attraggono molto di più i contenuti in movimento rispetto alle immagini statiche. Non voglio lavorare con agenzie esterne perché mai nessuno potrà mai interpretare meglio il tuo "pensare" di quanto faccia il tuo team interno.

Cosa rappresenta oggi il gioiello?
La forza del gioiello è nella sua storia. C'è bisogno di una forza dietro. Io sono stata sempre testarda. Facevo fiere, vendevo da Barneys, ma forse non ho avuto la voglia e la capacità di allinearmi al mercato. Credo però che oggi mi premia essere riconoscibile. Posso non piacere, ma essere riconoscibile fa sì che ti vengano a cercare. Non si può accontentare sempre tutti.

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