THE TALK: Disegnando il Futuro Prossimo

Massimo Gismondi, Ceo di Gismondi 1754, ci racconta come sta affrontando queste settimane di impasse. Fra corsi di formazione, bozzetti di nuove collezioni e meeting-room virtuali con buyer e clienti


Come state affrontando questa emergenza?
«Da dicembre a oggi, la Gismondi 1754 non ha avuto un momento di tregua. Il 18 dicembre ci siamo quotati alla Borsa di Milano, e a gennaio abbiamo partecipato per la prima volta a Vicenzaoro, che si è rivelato un grandissimo successo, con riscontri da importanti buyer italiani e stranieri, così come è accaduto anche a Doha, in Qatar. In previsione di questi cambiamenti e dell’exploit di inizio anno, già nei mesi precedenti avevamo strutturato un magazzino in linea con i piani di crescita, seguito da una sovrapproduzione tale che ci avrebbe permesso di affrontare tutti gli impegni in programma, fra cui anche altri eventi fieristici all’estero, senza mai andare in sofferenza in laboratorio. In sostanza, avevamo già investito l’80% delle risorse per tutto il 2020, quindi questo fermo forzato non va a incidere in alcun modo sulla nostra produttività. Anzi. Il fatto di non dover necessariamente produrre, mi ha permesso in queste settimane di dare libero sfogo alla creatività: ho disegnato ben cinque collezioni, che nei prossimi mesi perfezionerò con il mio team. In genere, quando immagino una nuova collezione, lascio trascorrere del tempo, per capire se l’infatuazione per quell’idea prosegue, se può avere davvero un seguito. 

Con la produzione ferma, a quali attività vi state dedicando?
In questi giorni, stiamo rafforzando la nostra identità di marca: in tempi normali, ogni primo martedì del mese abbiamo in calendario un corso di formazione interna, che diventa un momento estremamente importante per condividere con tutti i nostri collaboratori quella che è la nostra filosofia. Quando ho capito che questa fase d’emergenza sarebbe durata a lungo, ho deciso di far sì che la formazione diventasse quotidiana. E così è stato: ora dedichiamo 4 ore al giorno per 5 giorni a settimana alla formazione, condividendo valori, emozioni, progetti. Il business viene messo da parte. Quello che conta sono lo spirito e la filosofia del marchio. Ora più che mai. Ovviamente, tutto questo avviene via chat, in conference call, durante le quali mi è anche capitato di fare qualche schizzo, di mettere a fuoco un elemento di una storia che poi è diventato un pezzo. Gismondi 1754 è proprio questo: l’interpretazione di un desiderio, di un sogno che prende forma, cercando di sorprendere sempre chi il gioiello lo indossa, grazie a un dettaglio che risulta dinamico, mai uguale a se stesso. Mi piace pensare che i miei gioielli siano come le onde del mare: non ce n’è uno uguale all’altro. Per fare tutto ciò, devo entrare in sintonia con il cliente, con cui cerco sempre di instaurare un rapporto personale. Anche in queste settimane, mi è capitato di ricevere chiamate da vari clienti, che mi hanno chiesto di realizzare per loro qualcosa di speciale. Con alcuni di loro, ho condiviso anche qualche novità, lo spin off di una prossima collezione, in una totale fiducia reciproca. 

Cambierà il rapporto con il cliente?
La nostra filosofia parte da un rapporto diretto e preferenziale con il committente, per cui diventiamo un punto di riferimento, una sorta di lifestyle provider. E forse, anche questa privazione della libertà, sta amplificando questo bisogno di maggior contatto, di autenticità. Credo che d’ora in avanti, sarà sempre più importante puntare su questo tipo di relazioni personali, soprattutto per l’alto di gamma. Non sarà più sufficiente proporre un buon prodotto. Molto probabilmente, le persone gireranno meno nei negozi, cercheranno più un prodotto tailor made. Al momento, per noi significa il 40/50% del fatturato, ma crescerà, è il nostro valore aggiunto. Un concetto di personalizzazione che applichiamo anche sull’entry price da 2.000 €, realizzando a richiesta tutte le varianti possibili, e spedendo il prodotto in 30 giorni world wide.

Cosa la preoccupa di più per il prossimo futuro?
Mi preoccupa la saluta delle persone, intendo anche nel post “fase 1”, perché saremo costretti a imparare a convivere con il virus. Per un certo periodo non ci sarà una totale tranquillità, non potremo quindi tornare alla solita vita, che ora ci sembra un’eccezionalità. Riprendere quelle che erano le consuetudini sarà una dura conquista. Penso ad esempio alle abitudini nei negozi, negli show room: staremo tutti molto più attenti a stringere la mano a chi entra, e persino provarsi un paio di orecchini o una collana potrà essere un problema.

Quali nuove strategie state pensando o mettendo già in atto?
Anche se siamo un’azienda dalle dimensioni ridotte, siamo quotati in borsa, e questo ci impone un recovery plan da presentare agli azionisti o potenziali tali. Questo piano prevede un’implementazione dei canali di e-commerce, che realizzeremo grazie a un accordo con la piattaforma internazionale Moda Operandi, a partire dalla settimana dopo Pasqua. Qui proporremo anche l’entry level price, sempre con la possibilità di personalizzazione. Avvieremo parallelamente anche il Gismondi Shop Online, sul nostro sito. Sono azioni che erano in programma per il 2021 ma che la situazione attuale ci ha fatto anticipare. Come detto, stiamo organizzando anche operazioni one-to-one, con la creazione di meeting-room virtuali dedicate a singoli clienti, per mostrare loro qualche anticipazione, farli sentire parte di un progetto. O semplicemente dare loro un momento di svago, o perché no, di pura bellezza. A loro e ai nostri buyer sarà inoltre dedicata una newsletter interattiva che manderemo fra qualche giorno: sarà un cammino virtuale che farà vivere loro l’emozione del making off, e comprendere come nascono le creazioni Gigmondi 1754, dal primo bozzetto alla prototipazione, fino all’ultima finitura. Un’esperienza di vissuto che non vedo l’ora di condividere con chi crede nei nostri valori.

- Dipendenti: 17
- Markets: Italia, Europa, Russia, Stati Uniti, Qatar, Emirati Arabi
- % export: 76% ca
- Financial statement 2019:  5,9 mio ca
- Point of Sales, Italy: 4 (diretti 3 + concessonario 1)
- Point of Sales abroad: 16.


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