THE TALK: Si Riparte Dal Cliente

Per Rosaria Di Giorgio, socia e membro del CDA della Leo Pizzo spa, sono pochi ma fondamentali i punti che definiscono il nuovo corso


Da dove e come si riavvia l'attività?
In questo momento è doverosa una premessa. Nella sfortuna di questo fermo, abbiamo avuto tutti modo di riflettere su quanto abbiamo fatto finora ma, soprattutto, su quello che faremo. Abbiamo passato in rassegna tutte le nostre 'falle‘ del passato, rivisto cosa non funzionava. E diciamo che nella negatività di questo momento, c'è una parte di positività da salvare. Il rientro in fabbrica, per esempio, è stato molto bello perché nel periodo di fermo ci siamo resi conto di quanto ci piacesse alzarci la mattina e venire in azienda. Facciamo un bel mestiere, ma lo abbiamo riscontrato e riscoperto ora, io come tutti i ragazzi della fabbrica e degli uffici. Stiamo vivendo un consolidamento dei nostri rapporti e siamo più uniti di prima nell'affrontare insieme questo momento. Sono due mesi impossibili da recuperare, ma va bene così. L'importante è essere vivi, perché è stata un evento talmente eccezionale, fuori dalla nostra volontà, che non possiamo pensare al business.

Quindi una ripartenza legata soprattutto alle relazioni. In azienda come con il punto vendita. Che scenario retail prevede?
A livello retail tutti i negozi nostri clienti hanno riaperto e hanno tutti voglia di fare. Da dove ripartiremo esattamente non lo so ancora. Sicuramente ci sarà uno slancio in avanti con la voglia di buttarci alle spalle quello che è stato. Ripartiamo dal nostro rapporto con il negozio perché se è vero che il gioiello è pura emozione, sappiamo anche che trasmettere un'emozione attraverso una foto non è semplice. L'oggetto devi averlo in mano, non possiamo dimenticare che la parte legata al business ha bisogno di fisicità.

Rivedrete il modo di incontrare i vostri clienti?
Per il momento bisogna navigare a vista e in base al cliente, alle sue esigenze, definiremo le modalità di incontro che saranno tailor-made, tagliati su misura. Adotteremo lo stesso modello per tutti, ma lo applicheremo ai bisogni dei vari mercati. L'importante è incontrarsi. Idee su come fare ne abbiamo già.

In Italia avete tre negozi monomarca a Venezia, Roma, Taormina, senza considerare i numerosi rivenditori, in Italia e all'estero. Come stanno reagendo?
In Italia, che ha appena riaperto, abbiamo clienti contenti perché hanno ripreso a vendere da subito, soprattutto gioielli legati a occasioni. Il nostro Paese sta rispondendo bene e i clienti stanno reagendo molto positivamente. Nello specifico dei tre monomarca, la situazione di Venezia è molto amara se non riaprono i bar, gli hotel. Faccio un esempio. Il Florian potrebbe addirittura riaprire a settembre. Sarebbe un grosso danno, se si pensa a quanto sia importante coltivare la relazione con un cliente anche grazie a questi luoghi storici. Roma va un po' meglio perché lavoriamo anche con la clientela locale, mentre Taormina è completamente ferma. All'estero, negli USA le criticità sono maggiori perché l'epidemia è ancora in corso, e nel Middle East è appena finito il Ramadan...

L'Italia al momento sembra in vantaggio...
Stiamo rispondendo bene. La gioielleria italiana deve essere sempre se stessa e continuare a dimostrare e aumentare sempre di più la sua identità, accentuare il suo carattere creativo.

Una parentesi legata al territorio. Quanto vi aiuta essere parte integrante di un distretto, quello valenzano appunto, che oggi più che mai lavora su un concetto di sistema, facendo addirittura da apripista con il modello Valenza per il protocollo sulla sicurezza?
Il fatto di appartenere al distretto è fondamentale perché qui trovi tutto, dall'orefice al disegnatore. Noi facciamo parte della Fondazione Mani Intelligenti, ch è gestita soprattutto dalle seconde generazioni, tutti ragazzi sotto i 40 anni, con una visione e un approccio molto più fresco di noi. La differenza fondamentale con noi è il costante e continuo dialogo, che a noi mancava. Sono cresciuti insieme e questo ha messo le basi per consolidare un rapporto che aiuterà molto l'industry.

Qual è il gioiello post-covid?
Ripartiamo dalla nostra collezione di punta, ossia un classico rinnovato. In un momento come questo in cui ci siamo ritrovati tutti in casa con la nostra famiglia, c'è il desiderio di rivalutare i nostri gioielli più classici, come l'anello di fidanzamento, pezzi che hanno in sé un valore, sia da un punto di vista economico sia emotivo.

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