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THE TALK: Una Nuova Sensibilità per i Valori di Sempre

Puntare sull’esclusività e sulla qualita dei gioielli è sempre stato fondamentale per Emanuela Burgener, founder del marchio di alta gioielleria Margherita Burgener, e continuerà a esserlo ancor di più in futuro



Prima e dopo Covid-19: cosa è cambiato per il marchio Margherita Burgener
Prima di questo lungo periodo di sospensione, la nostra percezione era quella di un mercato internazionale del settore sicuramente performante e ricettivo al prodotto di alta gamma, ma sempre più fluido e in rapida in evoluzione, tanto da incoraggiare una più intensa attività di comunicazione on e off line a supporto della vendita e dell'affermazione del marchio Margherita Burgener. La pausa forzata della nostra attività di laboratorio ha rallentato la realizzazione di alcuni importanti pezzi unici destinati alle sessioni primaverili delle aste internazionali. 

Qual è la sua situazione al momento?
Al momento solo alcune aste sono state confermate seppure posticipate nei mesi estivi; molte altre prestigiose sedi d'asta, come Londra e NYC, sono ancora chiuse o in apertura ridotta. Segnali positivi giungono invece dalle vendite on line che hanno ricevuto grande attenzione. Prendiamo atto di una trasformazione epocale del mercato che non riguarda naturalmente solo il nostro settore, ma lo coinvolge il maniera sostanziale. E siamo in attento ascolto dei nuovi segnali che giungono dal mondo. Dalle aste internazionali sicuramente, poi dal mercato russo, dove da anni presentiamo con grande successo le nostre collezioni dedicate.

Quali tipi di misure ha adottato per ridurre i danni di questa situazione?
La mia personale “tecnica di adattamento” è stata quella di fermarmi e di mettere l’azienda in modalità stand-by nel rispetto della salute di tutti quanti. Naturalmente la creatività non sì è mai fermata, al contrario ho sul mio tavolo una serie di progetti che amo molto, nati in questo tempo di silenzio, dedicati alle belle stagioni che verranno, al futuro del nostro bellissimo lavoro che voglio pensare positivo, ma del quale a oggi non riusciamo a prevedere gli sviluppi. Progetti scaturiti anche da idee di collaborazioni con creatività diverse, in reciproco supporto. Poi, per mia attitudine personale, non ho mai interrotto la comunicazione con i nostri clienti per condividere i pensieri, le impressioni e le difficoltà dell'essere isolati da tutto. Il rapporto diretto con i clienti è un aspetto meraviglioso e imprescindibile del mio lavoro.

Fase 2: quali gli aspetti positivi e quali i fattori critici? 
Ora più che mai, l'oro in generale è percepito come un “bene rifugio”, come un investimento che conserva valore nel tempo. Questo sicuramente alimenterà l'interesse verso il gioiello di alta gamma, rappresentando un indiscusso punto a favore del settore. L’accesso ai canali di comunicazione online ha aperto al mercato del settore nuovi orizzonti non solo geografici e questo offre sicuramente al nostro settore grandi opportunità di visibilità e di vendita. Tuttavia il gioiello deve suscitare emozioni e solo una visione reale e diretta riesce a mettere in luce la vera bellezza, i colori delle pietre, i dettagli del gioiello di alta qualità. Il gioiello necessita un racconto, un momento dedicato, un consiglio personale che può avvenire parzialmente anche attraverso il web, ma non avrà mai la stessa valenza dell’incontro personale.

Riesce a darci anche un quadro generale su Valenza, che vanta uno dei distretti orafi più importanti d’Italia? Qual è la situazione generale al momento e quali sono secondo lei, gli strumenti di cui avrà bisogno per ripartire?
Come molti altri distretti produttivi, anche Valenza percepisce il rischio di una crisi economica generalizzata che possa mettere a rischio tutto il comparto, rappresentato per lo più da piccole e medie imprese artigianali orafe. Il concreto sostegno economico alle medio e piccole imprese è un punto fondamentale per il futuro dell'Italia. È anche indispensabile semplificare la burocrazia che ci sottrae energie importanti. Condivido le parole di Matteo Marzotto che in una sua brillante intervista per Forbes evidenzia il ruolo delle aziende come “strumento di tenuta sociale” ponendo l'accento sull'importanza che ogni singola realtà produttiva, anche piccola, sia salvaguardata. La nostra forza sarà fare squadra, mettendo in campo le risorse che rendono speciale la piccola imprenditoria del nostro paese: la creatività, la capacità all’adattamento, la tenacia e il saper buttare il cuore oltre l’ostacolo.

Su che cosa punta per la ripartenza?
Continuerò a fare con passione il lavoro che amiamo. Puntando sull'esclusività delle creazioni Margherita Burgener, sulla qualità, sulla personalizzazione che rende ogni gioiello unico e sulla relazione sentita e partecipata con i clienti, sia nel trade che verso il cliente finale. Penso che sarà importante comunicare in modo sempre più preciso ed efficace il valore del made in Italy, dell’alto artigianato italiano, raccontando in particolare la nostra storia e la nostra autenticità. La crisi violenta ha attivato una nuova sensibilità che sarà sempre più attenta ai valori che stanno alle spalle di un prodotto e di un marchio. Noi siamo pronti alla sfida.

La sua più grande paura?
Penso allo smarrimento dei giovani, dei nostri figli, che si troveranno ad affrontare un mondo molto diverso. Questo sicuramente li renderà più responsabili verso l'umanità e verso il pianeta rispetto alle generazioni che li hanno preceduti. Temo la perdita di molte aziende e di un sapere artigianale molto specializzato che, una volta perso, non si potrà più ricostruire.

Qual è la sfida per il futuro?
Salvare le preziose realtà artigianali del settore: sperimentare nuove strade di collaborazione con i nostri “competitor” per salvare il know-how delle nostre aziende e potenziare sia la forza produttiva sia la comunicazione e valorizzazione dei meravigliosi gioielli italiani.

I suoi piani o progetti futuri? 
Confido nella “crossing fertilization” soprattutto tra donne piene di energia e aperte a nuove sfide creative. Confesso. Mi piacerebbe moltissimo che mi facesse di nuovo questa domanda tra qualche mese…



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