Tagliamonte: Verso un 2022 Al Rialzo

Già trent’anni fa ha puntato su mercato Usa e online, e oggi, Nino Tagliamonte può raccontare una storia di successo. Ecco come ha conquistato il pubblico statunitense degli Shopping TV Show


Un precursore dei tempi decisamente lungimirante. La “chiacchierata” con Nino Tagliamonte porta a questa sua definizione assoluta, sostenuta da numeri che fanno capire che più di venti anni fa ci aveva visto più che bene. Già, perché quando il web era “World Wide” solo nella definizione ma non ancora nei fatti, lui decide di puntare tutto sull’online, e di spostare le vendite più sul virtuale che sul negozio fisico. «Senza trascurare il negoziante, quello mai, ma investendo su quella che mi sembrava già allora una grande opportunità in via di sviluppo. Qualche collega mi disse anche: “ma perché hai una mail se non hai destinatari cui scrivere?”. In effetti, ricordo che all’inizio eravamo io, il Gruppo Marzotto e pochi altri ad avere una mail …». Lungimiranza, appunto, e istinto a guardare sempre oltre il presente. Nino inizia a impratichirsi in questa “arte” sin da giovane, quando l’azienda è ancora a Torre del Greco e a guidarla c’è il padre. «All’epoca, in quel distretto erano circa un centinaio le aziende che lavoravano camei e corallo, e Tagliamonte era una delle tante. Convinsi quindi mio padre a puntare su altri segmenti di mercato, e iniziammo a studiare l’intaglio delle pietre dure, a produrre paste vitree con soggetti ispirati a mitologia e storia greco-romana». Un segmento ancora inesplorato, che riscosse subito successo, tanto da spingere Nino, ormai trent’anni fa, a fare un altro passo “azzardato”: aprire un ufficio a New York per conquistare l’America. Scelta che non tarda a rivelarsi vincente, in un mercato statunitense che da sempre ama tutto ciò che è ben fatto e Italian style, e che anche in pandemia ha portato i suoi frutti copiosi. «Da quando siamo negli States, i nostri clienti sono per la maggior parte web retailer e cataloghisti che rivendono sia nel fisico che nel digital. Durante la pandemia, il mercato Usa ha registrato numeri pazzeschi nell’online, e anche noi abbiamo dovuto adeguaci a questa corsa, incrementando la nostra presenza nei tv shop di shopping. Se prima della pandemia ne facevamo circa tre all’anno, ora ne facciamo uno al mese, il che è un impegno gravoso per noi perché in un’ora possiamo anche arrivare a vendere in diretta da 50 a 100.000 dollari di merce, cui dopo dobbiamo dare seguito in tempi brevi. Diciamo quindi che al momento non solo non sentiamo la crisi, ma anzi abbiamo incrementato il nostro business, che ormai si attesta attorno al 95% nell’online, inclusi i TV Show. Anche Vicenzaoro ha portato un exploit incredibile, al di sopra delle nostre aspettative, e le prospettive per l’edizione di gennaio è ottima: si può sicuramente parlare di un rimbalzo post pandemia, ma anche di vero interesse per questo settore che anche in lockdown ha rappresentato un modo per autogratificarsi. Tutti i più importanti buyer statunitensi ci hanno già confermato la loro presenza. Uniche nubi all’orizzonte, la mancanza di un ricambio generazionale nella manovalanza artigianale. Il Covid ha sicuramente portato un’ulteriore batosta al settore, e ora ci troviamo di fronte a un vuoto. Ma intanto ci prepariamo al prossimo anno, che si profila roseo per tutti».


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