Verso l’"Ecomondo" di Domani

Omar Antonio Cescut, Marketing & Communication Manager di BTT Impianti, ci introduce al concept di “New Life To Precious Souls”, progetto innovativo per il recupero di oro & co.


  • Omar Antonio Cescut

    Omar Antonio Cescut

I metodi di approccio a un problema possono essere tanti, e persino andare “contromano” può portare alla soluzione. Lo devono aver pensato Andrea Colasurdo, Presidente del CdA di BTT Impianti srl e i “suoi”, perché alla fine, dopo anni di studio, è quello che hanno fatto per arrivare alla creazione del loro modello di economia circolare e rigenerativa applicato al mondo del gioiello. A entrare nel dettaglio alla questione è Omar Antonio Cescut, che riassume così il concept del progetto “New Life To Precious Souls”: «Il punto di partenza è stato per così dire ribaltato: le fonti dei metalli non sono quelle dei circuiti tradizionali, ossia le miniere, bensì le cosiddette urban mine, derivate cioè dai rifiuti urbani, quali telefonini, PC, schede elettroniche, marmitte catalitiche, pannelli solari. Se quindi prima si parlava di miniere sotterranee, ora sono a cielo aperto. Alla base di tutto c’è l’esigenza sempre più urgente di utilizzare ciò che già c’è, dove anche il processo di recupero deve però essere condotto con metodi circolari e sostenibili. Da qui, nasce il progetto di BTT, che può vantare emissioni di CO2 in atmosfera ridotte al minimo, oltre a un percorso virtuoso che non prevede più l’eliminazione delle plastiche con la fusione, ma la separazione dei diversi elementi; lo smontaggio vero e proprio è eseguito da tecnologie esperte e intelligenti quanto quelle che inizialmente quel componente lo avevano montato e allestito. Il successivo atto chimico finale c’è, ma senza produzione di scorie, e questo percorso porta alla realizzazione di un metallo puro, ottimo per la realizzazione sia di gioielli sia di lingotti da investimento. Con la nostra partecipazione a Ecomondo, evento clou dedicato all’industria sostenibile realizzato da IEG, abbiamo anche colto l’occasione per studiare come agisce la Gen Z in merito al tema dell’oro etico, la risposta è stata a dir poco sorprendente: i consumatori teens percepiscono l’oro etico di una qualità bassa, e questo è ovviamente un errore generato da una cattiva comunicazione, incentrata sullo sfruttamento delle persone nei Paesi poveri e la totale assenza di una tracciabilità di filiera. Ma ciò è addirittura contrario alla realtà: l’oro frutto di un recupero così come attuato da noi, oltre ad essere da titolo, è tracciabile al 100% perché derivato da pc, telefonini etc… di una chiara e certificata provenienza, e viene trattato un processo di recupero senza il consumo di nuove risorse naturali che tutela il pianeta. I nostri futuri consumatori possono stare tranquilli».


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