Come Si Crea Una Campagna Di Successo

Marco Venuti, Ceo e Managing Director di Luther DSGN, spiega le strategie migliori per una piccola e media impresa


«Si parla moltissimo di digital transformation ma spesso le aziende non riescono a comprendere in che modo possano fare parte di questa grande rivoluzione culturale. L'incredibile opportunità della rete risiede nella possibilità, per tutti, di poterne fare parte e beneficiare quindi di una visibilità potenzialmente infinita ed esponenziale: questo assioma risulta essere non del tutto esatto e veritiero. “La democraticità” del web è messa a dura prova dal fatto che presenziare non basta, bisogna essere eruditi e conoscere le modalità con cui partecipare alla festa. Sviluppare una digital strategy di successo è meno oneroso delle pianificazioni media tradizionali. Il punto di partenza per creare una digital strategy performante ed efficace nasce da un presupposto inequivocabile: la definizione del proprio target audience. Definire uno specifico cluster ci permette di non perdere tempo e soldi. Del resto, la vera opportunità dei social rispetto ai media tradizionali è quella di poter tracciare e seguire i propri clienti con una serie di strumenti di analisi e monitoraggio che ci permettono di avere informazioni preziose sui nostri follower. La data analysis è una grandissima risorsa, ma c’è un però: è molto costosa e quindi poco accessibile a brand medio-piccoli. Per di più, creare campagne di comunicazione data-driven a mio avviso rischia di posizionarli nel mucchio, facendogli perdere la loro identità, soprattutto in un mercato come quello dell’oro e dei gioielli in cui oltre la manifattura e il saper fare, quello che effettivamente le persone comprano sono un concept, un’idea, un sogno. Ora più che mai la sfida per i brand è rappresentata dalla necessità di virare verso attività disruptive, non convenzionali, che possano sovvertire l’ordine delle cose. Protagonista di questa rivoluzione è ancora una volta il contenuto. Fare brand content di qualità, che siano foto, video, campagne o dinamiche per creare engagement, potrebbe generare feedback e risultati sorprendenti e inaspettati. Quello che le aziende devono fare è creare contenuti per rimanere legati ai propri clienti, la chiave da cui partire è il contenuto stesso, purché sia funzionale al proprio target e fedele al proprio insight. Questa serie di contenuti e attività, da condividere nella rete con il proprio target, devono essere organizzati in una content strategy che, se ben strutturata nel tempo, può permettere ai brand di fare storytelling e generare awareness e conversione. Parlando di prodotto, in tempo di Covid posso portare alcuni esempi virtuosi di come alcune aziende del mondo della moda stiano lavorando per portare il loro brand nel cervello dei consumatori esclusivamente attraverso piattaforme digitali. Molto prima dell’emergenza Covid, io stesso con il mio team in Luther Dsgn ho sviluppato la nostra piattaforma di interazione digitale per eventi e lancio prodotto, The Bridge: ci sembrava già evidente che non fosse più possibile prescindere da uno spazio virtuale in cui mixare le potenzialità di diverse tecnologie per ampliare l’esperienza di prodotto e il palcoscenico a cui rivolgersi. Unreal, realtà aumentata, virtual set e virtual arena sono tutti ingredienti di cui sentiremo parlare sempre più spesso nel mondo della comunicazione. Del resto, se i più importanti brand del pianeta stanno iniziando a fare product placement all’interno di piattaforme di gaming virtuali come Fortnite, vuol dire che la rivoluzione è già in atto».

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