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Gioielleria Italiana, the New Start Up for Jewelry Retailers

Francesco Mangini, CEO di Gioielleria Italiana, lancia un nuovo progetto digital first rivolto alle gioiellerie, e si prepara per la prima campagna di equity crowdfunding sulla piattafroma Two Hundred


Secondo una ricerca di Euromonitor, nel 90% dei casi il consumatore, quando deve comprare un gioiello, si rivolge al gioielliere di fiducia e, nell'80% dei casi sceglie un gioiello dal design classico. Modello replicabile e replicato da più marchi. Ma quali sono le leve grazie alle quali il consumatore sceglie un gioiello al posto di un altro? Si affida e si fida del gioielliere il quale, a sua volta, lo indirizza verso un gioiello che spesso si può trovare in un altro punto vendita oppure online. 

Una cessione di fiducia che rischia di portare a una progressiva perdita di fidelizzazione del cliente, il quale potrebbe trovare lo stesso gioiello, o molto simile, anche da altri gioiellieri. Quindi, calo della fiducia cliente-gioielliere e snellimento della filiera. Sono questi i punti di partenza che hanno spinto Francesco Mangini, CEO di Gioielleria Italiana fondata lo scorso ottobre, a studiare una start up innovativa nel settore b2b della gioielleria preziosa. Ma qual è la vera innovazione di questo strumento messo a disposizione del punto vendita. «Andiamo per punti. Lavoro nel settore da quando avevo 23 anni. Ora ne ho 35. Prima come agente poi come direttore commerciale, fino a creare un'azienda di distribuzione. È qui che ho imparato le dinamiche della filiera, molto frastagliata e strutturata in passaggi talvolta complessi da gestire, al punto da fare arrivare un gioiello al negozio con un ricarico dell'80%. Una catena articolata che si avvale della figura del 'raccoglitore' il quale unisce il lavoro di più terzisti, di una azienda che applica la propria 'etichetta' e poi distribuisce sul territorio avvalendosi della propria rete distributiva. In questo processo, il gioielliere diventa un mero rivenditore, una sorta di concessionario che vende un gioiello replicato a marchio di 'etichette' che non fanno alcun tipo di operazione di marketing sul cliente per portarlo in gioielleria. E questo è il primo problema. Il secondo, che ne consegue, è la fiducia che viene meno tra il gioielliere e il cliente, perché chi vende trasferisce la fiducia del cliente verso un gioiello realizzato da un terzo». Gioielleria Italiana quindi, lanciata lo a ottobre 2019, e presente per la prima volta a Vicenzaoro di gennaio 2020, si pone due obiettivi: 
  • snellimento della filiera, che porterebbe a un ridimensionamento del ricarico e ad un risparmio del 30% sul prezzo finale rispetto al prezzo medio di mercato (oggi il ricarico è di circa l'80% rispetto al prezzo di produzione, a causa dell'affollamento di figure nel processo produttivo-distributivo Gioielleria Italiana opera con un ricarico medio del 23%). 
  • fidelizzazione del cliente grazie alla possibilità per il gioielliere di personalizzare il gioiello attraverso la piattaforma Gioielleria Italiana e di venderlo a marchio della propria gioielleria potendo personalizzare anche espositori, packaging e garanzie.
Ma veniamo al funzionamento della piattaforma. Poniamo il caso io abbia una gioielleria e voglia diventare vostro partner, cosa devo fare? «Precisiamo intanto che alcuni gioiellieri possono diventare partner e altri essere semplici clienti. Nel primo caso grazie alla campagna pubblica di euquity crowdfunding il gioielliere che sceglie di fare un investimento avrà in cambio sia una partecipazione aziendale in misura del versamento, sia dei vantaggi riservati a chi è parte integrante del nostro progetto. . I nostri Partner hanno scelto di non essere solo clienti ma anche soci del sistema che useranno per creare i loro gioielli. Inoltre saranno parte di un network che, a tendere, arriverà a 100 gioiellerie in tutta Europa. Essere soci non comporta alcun rischio al di fuori del capitale investito che però viene poi restituito al gioielliere in forma di convenienza sull’acquisto dei gioielli rispetto ad un gioielliere cliente.

Nel caso in cui il gioielliere voglia solo essere cliente, può fare un ordine di qualsiasi cifra, seguire la produzione in tempo reale e verificare che, entro 15 giorni la merce verrà consegnata al corriere incaricato per la spedizione. Il valore medio degli ordini ricevuti dopo 3 mesi di attività supera i 2000 euro ciascuno. Contiamo oltre 70 gioiellerie partner e ci aspettiamo che spendano circa 20.000 euro all'anno. I gioiellieri che aderiscono al progetto come partner possono integrare il nostro sistema alla loro piattaforma di e-commerce e coinvolgere il cliente già nella fase di personalizzazione del prodotto. Infatti il partner ha uno strumento che gli permette di applicare a sua scelta un moltiplicatore di prezzo per creare il gioiello insieme al suo consumatore e verificare, in tempo reale, il valore del gioiello stesso. 

Ad oggi, sono disponibili sulla piattaforma circa 103.000 articoli unici, con un price range che va dai 60 ai 10.000 euro di costo al Gioielliere. Il nostro core business si basa sul gioiello classico di fascia economica e di fascia media anche se ci è capitato di realizzare gioielli importanti.
Un progetto innovativo che va a colmare un grande gap nel comparto orafo, stimolando il punto vendita a rafforzare sempre di più il rapporto con il cliente finale. Soci fondatori di Gioielleria Italiana, oltre a Francesco Mengini sono Davide Dilorenz, dell'omonimo laboratorio di incastonatura, Orsini Gioielli, che a Valenza realizzano gioielli dal 1970, e Alessandro Ivaldi, già fondatore di Talent Garden di Genova e CTO di Gioielleria Italiana. Per raccogliere gli investimenti dei partner, sarà lanciata a breve una campagna di Equity crowdfunding sulla piattaforma 200crowd.com dove l’ obiettivo minimo della raccolta è di 150.000 euro ma si spera venga superato e moltiplicato.

Stay tuned!

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