Gismondi 1754 a Couture

Massimo Gismondi, Ceo della storica maison genovese, ci dà qualche anticipazione sulle collezioni che presenteranno a Las Vegas e sulle reazioni del mercato nel primo trimestre 2021


Las Vegas sarà il primo evento fieristico dopo 20 mesi di silenzio. Quali sono le sue aspettative in fatto di business e il suo primo pensiero in merito al ritorno in presenza?
Siamo elettrizzati, perché gran parte della soddisfazione del nostro mestiere deriva dal rapporto diretto con il cliente, costruito giorno dopo giorno attraverso uno storytelling accurato di ciò che c’è dietro a ogni creazione, a ogni scelta. Il digitale ci ha aperto nuove frontiere e possibilità, che continueremo a sfruttare, ma per quanto performante, quando tratti l’alto di gamma, il rapporto fisico e l’empatia vissute e trasmesse di persona sono tutto. Per Gismondi 1754, il periodo del Covid è stato decisamente controtendenza rispetto all’andamento generale del mercato. Abbiamo visto crescere l’azienda con numeri importanti, soprattutto negli States, e da gennaio 2021 in modo netto e deciso. Essere presenti a Las Vegas è perciò più una richiesta da parte del pubblico che una nostra esigenza. Già nel 2019, in quella che era stata per noi la prima edizione di Couture eravamo stati accolti molto bene, tanto da vincere anche il premio The People’s Choice, riconoscimento assoluto per chi come noi intende il nostro mestiere come “creatori di emozioni”.

Quali sono le novità di prodotto che presenterete a Las Vegas? C’è / ci sono pezzi pensati appositamente per il mercato Usa? 
In Usa ci ha aiutati a ripartire subito il fatto di essere presenti da tempo sul posto: da 5 anni abbiamo uffici a Miami, una rappresentanza a New York e l’agenzia di PR a Los Angeles. Possiamo insomma dire di presidiare dalla East alla West Coast. Come dicevamo, da gennaio abbiamo lavorato molto bene con il wholesale, soprattutto con le collezioni. Il primo trimestre 2021 ha segnato una crescita del 91%, a fronte di un 2020 che aveva già registrato un +30%. A Las Vegas porteremo tre nuove linee e una serie di varianti realizzate ad hoc di Essenza e Prato Fiorito. Saranno tutte giocate sulle pietre di colore, sui toni pastello, del rosa e del verde, combinati con l’oro rosa, per dare una sensazione di freschezza più marcata, caratteristica sempre ricercata e apprezzata oltreoceano. Presenteremo anche un girocollo disegnato durante il lock down, che concorrerà al Couture Awards. 

Gismondi 1754 e gli States: cosa apprezza di più il pubblico americano nel brand Gismondi? 
Il format con cui ci proponiamo è unico. Nessun’altra azienda offre gioielli tailor made alla portata di tutti. La nostra forza è poter garantire una personalizzazione totale, nei colori e nel design, anche nell’entry price. Che si tratti di un bracciale, di un girocollo o di un paio di orecchini, la nostra priorità è riuscire a tradurre i desideri del cliente in una realtà. Un concetto che comprende anche la collezione Noi, che ha pezzi dai 900 € in su: di recente ci è capitato di modificare un paio di orecchini, che abbiamo appositamente prototipato e realizzato in 3D, ad un costo finale di 3.000 € che non è cambiato di una virgola da quello originario. Nessun mark up per realizzare un sogno. Non per noi.

Cosa vi contraddistingue dagli altri competitor del Made in Italy?
A distinguerci è un valore intrinseco straordinario: ogni nostro oggetto nasce da un’emozione vissuta, non dalla necessità di mettere sul mercato un prodotto in più. Mai. Quello che amiamo fare e che facciamo ormai da sette generazioni è trasformare attraverso la nostra forma d’arte il nostro stato d’animo in un gioiello da indossare e da tramandare. Potremmo dire che siamo senza filtro, arrivando al cuore di chi sa apprezzare i dettagli e cogliere la passione che ci anima in tutto, con la stessa intensità con cui l’abbiamo vissuta noi. E il bello è che tutto questo processo creativo-emozionale riguarda sia i pezzi one-of-a-kind sia quelli di collezione, nessuno escluso. Ecco perché da questo punto di vista siamo dei veri outsider.

Ha riscontrato cambiamenti di tendenza, sia nelle modalità di approccio che di vendita e gusto, in questi mesi di chiusura delle boutique? 
Nel gusto e nelle richieste del cliente non c’è stato alcun evidente cambiamento, ma di certo abbiamo riscontrato un’intensificazione di domanda nell’alto di gamma, forse anche come forma di autogratificazione e compensazione di un viaggio saltato, di un’occasione importante non celebrata nella dovuta maniera… Una crescita decisa c’è stata anche nei pezzi unici, per intenderci dai 100k in su, mentre la media di spesa online è stata fra i 10 e i 15k, con un incremento della customizzazione del prodotto sui dettagli di design come delle materie prime preziose.

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