I Prossimi Passi, i Prossimi Obiettivi

Gianluigi Barettoni, Presidente di AFEMO, traccia la vision dell’Associazione, sempre più aperta a nuovi mercati


  • Gianluigi Barettoni and Lorenzo Cagnoni

    Gianluigi Barettoni and Lorenzo Cagnoni

Come è andato il 2021 per le aziende produttrici di macchinari e tecnologie?

Il 2021 è stato un anno eccezionale. Drammatico per gli eventi ben conosciuti, un anno che ci ha visto affrontare sfide senza precedenti, ma anche un anno che ci ha visto vincitori: il settore per le tecnologie orafe ha avuto numeri positivi, non altissimi, ma numeri che hanno il valore di un aumento a doppia cifra in un anno pre-pandemico. Il 2021 verrà ricordato per le performance realizzate, ma soprattutto per il lavoro svolto da tutti noi, l'abnegazione delle donne e degli uomini che hanno lavorato in condizioni spesso non semplici e che non si sono mai arresi, non si sono fatti prendere dallo sconforto e nel momento delle difficoltà hanno profuso un impegno sempre maggiore, performante, e votato al raggiungimento degli obiettivi, che quest'anno sono stati davvero difficoltosi. Il 2021 è stato anche l’anno dell'impennata dei costi dell’energia e delle materie prime: dalla semplice elettricità all’acciaio e all’alluminio, per non parlare della difficoltà di reperire i semi lavorati. Fattori per i quali sarebbe necessaria una sempre maggiore attenzione da parte della nostra politica nazionale. Nel 2021 abbiamo anche rivoluzionato il sito dell'Associazione, che è diventato un portale interattivo nel quale i nostri Associati hanno a disposizione una fiera on-line 24/24, 365 giorni all’anno.

Come ci si confronta con l’incertezza per il futuro, in particolare nelle piccole medie aziende?

L’incertezza è un lusso che non possiamo permetterci, le oscillazioni di mercato ci sono sempre state, ma anche la più piccola delle nostre aziende non ha mai smesso di investire in ricerca e sviluppo, non possiamo permetterci dubbi, abbiamo un vantaggio siderale rispetto ai nostri competitors, ma se ci sedessimo sui nostri successi sarebbe la fine della leadership. Il prossimo anno, al contrario, sarà un anno che segnerà forti investimenti nell’internazionalizzazione dei mercati dando all’Associazione un nuovo strumento operativo. La gestione degli ultimi tre anni ci ha dato la possibilità di trovare strategie e sinergie utili alla razionalizzazione dei costi di gestione e allo sviluppo di nuove partnership. Abbiamo portato a termine il progetto Uzbekistan che ci ha visto realizzare un workshop a Tashkent che ci ha confermato, ove ce ne fosse bisogno, che presentarsi nei nuovi mercati come filiera produttiva e non come singola azienda è un moltiplicatore di risultati sicuro. Il progetto Uzbekistan è stato un test, che dal prossimo anno verrà migliorato e replicato in altri mercati.

Come procede la collaborazione tra AFEMO e IEG?

Il rapporto con IEG continua a essere un fattore per noi fondamentale, in quanto oltre a presentarci all’estero come filiera produttiva, ci presentiamo come “sistema gioielleria” che vede tutti noi operatori del settore attorno a IEG, che con Vicenzaoro rappresenta un must assoluto. Inoltre AFEMO, come di consueto, è partner di IEG nella realizzazione di TGold, che nel mondo fieristico rimane un esempio unico e non replicabile.

Cosa si aspetta dal 2022?

Tanto lavoro innanzitutto, l’Associazione, come dicevo poco fa, avrà a disposizione un nuovo strumento operativo, il sito, che ci permetterà di investire gli utili realizzati in attività promo-commerciali a disposizione di tutti gli Associati. In estrema sintesi, Afemo non cambia finalità, ma anzi avrà finalmente a sua disposizione uno strumento che ci permetterà di avere mano libera nella scelta delle operazioni più consone al nostro sviluppo sui mercati internazionali.

Prossimi step? I prossimi passi sui nuovi mercati internazionali saranno ovviamente condizionati dalla situazione pandemica, vorremmo per esempio affrontare il Sud Est Asiatico ma a causa dell'emergenza sanitaria è al momento impossibile. Al contrario allargheremo il progetto Uzbekistan a tutti paesi della CSI, Comunità degli Stati Indipendenti (Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Russia, Tajikistan, Turkmenistan). Il modus operandi sarà lo stesso, capire la situazione della produzione di gioielleria, fare un’analisi delle aziende operative e della tipologia di produzione – industrializzata o artigianale – e poi avviare una serie di attività di marketing operativo, ospitalità in fiera a Vicenza per poi impostare le missioni in loco.


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