Il Concetto Rivoluzionario di Stefano Marchetti
Artista orafo. Così si definisce l'autore di autentiche sculture indossabili, che qui spiega il confine sottile tra “prodotto artistico” e design
«Penso che lo status di “prodotto artistico” esista quando questo sia in grado di offrire un punto di vista inedito, una fruizione diversa, qualcosa, se pur in minima parte, di rivoluzionario. Per rivoluzionario non intendo necessariamente l'atto di ribaltare un precedente modello, ma semmai quello di aggiungerci qualcosa di autentico, di significativo, in grado di ampliarne il potenziale. In un contesto fluido come quello del gioiello contemporaneo direi che, sotto questo aspetto, le differenze tra design e arte sono minime. Le citazioni e i rimandi sono frequenti fin dagli albori di questa duplice classificazione del processo ideativo. Esistono, tuttavia, delle caratteristiche legate alla natura di pezzo unico o multiplo e ancora stilistiche e di mercato, specifiche dei due diversi ambienti. Probabilmente è sempre stato così fin dall’inizio dell’avventura umana: l’ideatore di una particolare tipologia di collane realizzate durante l’età neolitica era un artista, un designer e un artigiano insieme. Non è un caso che poi, qualora quell’idea di collana si fosse diffusa, ne sarebbero scaturite riproduzioni da parte di altri operatori, realizzate con diversi procedimenti tecnici o con variazioni estetiche». Le opere di Stefano Marchetti sono esposte nella Sala Arte del Museo del Gioiello di Vicenza. Allievo di Francesco Pavan, Stefano Marchetti condensa condensa nelle sue creazioni l’amore per la materia, l’ossessione per la sperimentazione e il rispetto per la tradizione orafa.