La Corsa del Made in Italy

Gioielli, nei primi nove mesi del 2022 fatturato a +30% ed export in salita del 27%. Questo il report del Centro Studi di Intesa Sanpaolo


  • Stefania Trenti

    Stefania Trenti

I gioielli Made in Italy nei primi nove mesi del 2022 hanno dimostrato tutta la loro capacità di reazione, ciononostante questo inizio di 2023 sarà ancora complicato. È quanto emerge in estrema sintesi dall’ultima analisi condotta dal Centro Studi di Intesa San Paolo, come spiega l’economista Stefania Trenti. «Il 2022 si è caratterizzato per una ulteriore forte crescita dell’oreficeria italiana dopo il rimbalzo del 2021. Il fatturato della gioielleria e bigiotteria è cresciuto del 30% nei primi nove mesi dell’anno, accompagnato da un incremento del 19% della produzione industriale. Si tratta di dati ottimi che confermano l’elevato livello competitivo del prezioso Made in Italy: le esportazioni italiane sono cresciute di quasi il 27%, con risultati positivi diffusi a quasi tutti i Paesi». Un andamento positivo che ha riportato gli Stati Uniti al primo posto tra le destinazioni dell’oreficeria italiana, anche se le previsioni devono mettere in guardia il settore. «Lo scenario vede un significativo rallentamento dell’economia mondiale, già a partire dagli ultimi mesi del 2022, destinato a proseguire nella prima parte del 2023. Sulla frenata peseranno l’impatto dell’inflazione sui redditi delle famiglie e le conseguenti politiche monetarie restrittive. Tuttavia, le attese per gioielli di alta gamma, tipici dell’offerta del Made in Italy, mantengono un profilo più dinamico, sostenute dall’ampliamento dei consumatori ad alto reddito a livello internazionale, in un contesto che vede l’hard luxury sempre più apprezzato anche come bene rifugio»

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