Pietre Blu nel Cuore Verde d’Italia

Fabrizio Rosati, della storica Rosati Gioielli di Gubbio, e la sua passione per diamanti, ma anche zaffiri e tanzaniti


In Via della Repubblica 37 a Gubbio, in pieno centro storico, dal 1935 c’è una “bottega” che è un punto di riferimento per gli umbri ma anche per i turisti di passaggio. E’ Rosati Gioielli, dove ad accogliere una clientela assai variegata ci sono Lorena e Fabrizio Rosati, terza generazione con la passione nel sangue per pietre preziose & Co. Già, perché oltre a vendere pezzi finiti di marchi più che noti, propongono unicum di fattura artigianale realizzati su richiesta. A raccontare la loro esperienza di gioiellieri “extra urbe”, come amano definirsi, è Fabrizio:

“Nel nostro negozio transita un pubblico assai variegato. Clienti affezionati che abbiamo visto letteralmente crescere e che abbiamo accompagnato nei momenti importanti della vita con i nostri gioielli, dalla comunione all’ultimo anniversario, ma anche seconde generazioni che tornano a portarci un prezioso da sistemare o riadattare ai tempi, e ovviamente molti “foresti”, che giungono a Gubbio perché è una città d’arte e dove ci si può godere i piaceri del bien vivre. Cultori del bello, insomma, che quindi sanno anche apprezzare pezzi disegnati e curati nel dettaglio. Le fiere come Vicenzaoro le frequento per procurare le gemme più particolari, da cui poi prendiamo spunto per creare gioielli dalla forte personalità. Le mie preferite? Diamanti, ma anche zqffiri, tanzaniti…dipende sempre dal colore e dal “carattere” che trasmettono. Fra i brand, tutti Made in Italy, lavoriamo molto bene con Pesavento, nell’ambito della fine jewelry, con un ottimo rapporto qualità/prezzo, e con Crivelli, che in assoluto è il marchio che ci dà più soddisfazione. La nostra filosofia è semplice: per avere un grande riscontro non devi avere per forza un negozio che ha tutto, bensì puntare su un target ben preciso. Ed è quello che abbiamo sempre fatto. Con un plus, che è appunto la possibilità di richiedere una creazione ad hoc.”

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