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THE TALK: La Ricostruzione Parte dai Punti di Forza

Paolo Re, Amministratore Delegato di Recarlo, sottolinea la necessità di puntare sulla tecnologia per rafforzare la relazione con il cliente finale


Due mesi di lockdown. Riesce a fare una stima dei danni che questa emergenza ha provocato al settore e, nello specifico, alla sua azienda? 
Partendo dal fatto che l'emergenza ha colto tutti impreparati, governo e aziende, la nostra priorità è ora di guardare internamente all'azienda, per capire come gestire i flussi di cassa e quali le deficienze da affrontare. Da alcune settimane stiamo facendo previsioni sui possibili scenari, worst e best case, per capire a cosa andremo incontro. Da imprenditori abbiamo il dovere di vedere più in là, per rilanciare e far ripartire al più presto le nostre imprese. Pensiamo al distretto orafo di Valenza, per esempio, costituito soprattutto da un tessuto artigianale gestito a livello familiare. Per permettere loro di andare avanti è fondamentale riattivare la supply chain.

Quali sono le sue priorità per ripartire?
La prima problematica da affrontare riguarda lo stato di salute dei nostri collaboratori e delle loro famiglie. Sarà importante quindi riaprire le aziende con la sanificazione degli ambienti, predisporre l'uso di igienizzanti, il rispetto delle distanze e lo scaglionamento delle presenze in entrata e in uscita. Abbiamo costruito l'azienda su un sistema valoriale, con un solido senso di appartenenza e per questo abbiamo ritenuto opportuno aprire uno sportello di ascolto, un supporto psicologico "parlami ti ascolto" per andare incontro alle necessità dei nostri collaboratori. Una volta messa al sicuro la nostra risorsa più grande, ossia il personale, inizieremo a lavorare su prodotto e comunicazione. La ripresa sarà lenta, questo ce lo aspettiamo. Recarlo riprenderà da dove si è fermato, cercando di ricostruire quanto già avviato, con il progetto del corner shop in shop. Da parte nostra c'è tanta voglia di ripartire e cercheremo di non tralasciare nulla per il rafforzamento del brand.

Un periodo di chiusura, che ha visto però protagonista la tecnologia. 
Siamo consapevoli che il mondo che ci aspetterà sarà diverso da quello che abbiamo lasciato. Tutta questa tecnologia deve aiutare le aziende a ripensare alla modalità di relazione con il cliente finale, che sta evolvendo, e a rivedere le logiche di azione in un'ottica omnichannel. Quindi, priorità assolute: dare forza all'omnicanalità, rivedere i canali di comunicazione e ripensare a quelli di vendita. Noi abbiamo lavorato molto sull'online, dal sito istituzionale ai canali social, perché abbiamo bisogno di coltivare la relazione, cercando anche di reinventarci da un punto di vista organizzativo, indirizzando bene le risorse. Consigli questi, che diamo anche ai rivenditori per rimodulare il negozio.

Ha toccato un punto sensibile, il punto vendita. Come si rilancia? 
Per alcune realtà possono esserci opportunità importanti nel ripensare l'attività e la visione a lungo termine. Il che vuol dire rendersi conto che nei prossimi mesi la relazione quotidiana con il cliente verrà a mancare. Quindi servono servizi nuovi, aggiuntivi. Bisogna ripensare al modo di vendere, offline e online, e dare più forza agli strumenti digitali. Il cliente finale è sempre al centro.
Noi per esempio avevamo lanciato il progetto Academy proprio con la volontà di supportare al massimo il canale wholesale multibrand, nel capire le esigenze del cliente finale, le generazioni più giovani. È fondamentale che le gioielliere legate alle celebrazioni si facciano aiutare dalla tecnologia. Ora non possiamo più gestire il progetto come prima, ma stiamo già pensando a come reinventarlo. Dobbiamo investire sull'Academy pensando di gestire la distanza, creando un'esperienza e un'atmosfera. Rimanendo nel campo della tecnologia applicata alla gioielleria, cosa potrebbe davvero aiutare a colmare questo gap con il cliente finale? In ambito di innovazione, lo strumento mancante è la realtà aumentata. Capirne il valore aiuterebbe a offrire una visione del gioiello più reale, dando un'idea di come sta una volta che si indossa. Uno strumento che ancora lontano da quello della gioielleria, ma che potrebbe essere di grande supporto. 

Quindi ripartenza tecnologica, digitale, ma senza mai perdere di vista il cliente finale, evoluto e diverso. Che Recarlo sarà nella ripartenza?
L'imprenditore italiano è abituato a ricostruire partendo dai suoi punti di forza. Punteremo sempre di più sul made in Italy perché mai come oggi è fondamentale creare valore in italia attraverso la nostra manifattura. Poi lavoreremo in modo sempre più sostenibile e sono fiducioso sul fatto che l'imprenditore italiano ci metterà del suo. Chi ha gestito bene la situazione avrà un grande senso di appartenenza e le persone avranno voglia di dare un contributo. Chi, al contrario, l'ha gestita male con la ripartenza avrà problemi. Concludo dicendo che occorre avere una visione sempre più in ottica internazionale. Non limitarsi a vedere solo un mercato, ma avere una visione del mondo. 

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