THE TALK: Le ragioni del cuore

Ivan Consoli e Gianluca Rusconi, fondatori della Serafino Consoli, spiegano la loro ricetta anti-crisi: puntare su trade marketing, valore e sentimento


Fare l'imprenditore prima e dopo il Coronavirus cosa cambierà?
Il Coronavirus è una tragedia per l’umanità. In una fase così delicata occorre avere un approccio razionale. Quest’emergenza cambierà senz’altro la nostra operatività. Occorrerà investire ancora di più sulle relazioni con i clienti, le gioiellerie, perché sono la nostra forza, dato che il nostro modo di “fare business” si basa molto sul rapporto personale. Cercheremo nuove opportunità in nuovi mercati, ma al contempo sosterremo i partner storici e cercheremo di tenere la rotta come abbiamo sempre fatto. Chi dirige un’azienda dovrà ripensare al proprio ruolo di guida, mentre i ruoli di marketing e commerciali dovranno riscoprire il proprio compito di accoglienza. Tutto sarà giocato sulla tempestività, sulla strategia, sulla responsabilità e sulla resilienza. Sarà importante ripartire con una visione efficace e consapevole del futuro. 

In un momento di grande incertezza, qual è il vostro punto di forza?
Il Covid-19 sta di certo provocando una temporanea difficoltà economica, ma la nostra forza è quella di avere un prodotto unico al mondo che è molto classico e rassicurante nella forma, e anche estremamente tecnologico. Un prodotto di alta gioielleria che si tramanda di generazione in generazione. Chi ha voglia di comprare un oggetto con queste caratteristiche, continuerà a farlo. Per ridurre al minimo l’impatto di questa situazione stimoleremo i nostri acquirenti con sofisticati strumenti di Trade Marketing, che avranno l’obiettivo di riportare un sorriso e un’emozione ai clienti finali. Quello che più ci preoccupa non è tanto quello che troveremo al momento di ripartire, ma quello che potrebbe accadere se il virus dovesse tornare a diffondersi e nel frattempo non si sia ancora trovata la cura. Dobbiamo avere scenari costantemente aggiornati, l’identificazione di percorsi alternativi e possibili obiettivi tra cui scegliere. 
L’attività produttiva è al momento sospesa, così come quella distributiva. Riceviamo comunque qualche richiesta di alcuni gioiellieri che non hanno chiuso completamente l’attività. Nel complesso, questo periodo porterà inevitabilmente alcune aziende a reinventarsi e a dover cambiare i precedenti modelli di business. Noi crediamo che tutto ciò innescherà un rafforzamento delle aziende che realizzano prodotti con un vero valore, un concetto, e un sentimento! 

A cosa vi state dedicando in queste settimane?
Stiamo investendo il tempo in ricerca, riorganizzazione e studio di nuovi schemi distributivi. Nel corso degli ultimi 10 anni abbiamo sviluppato una tecnica unica e brevettata che si riflette con dolce armonia in un prodotto classico con un alto contenuto comunicativo intrinseco. Ci sganciamo dal concetto ‘’collezione’’ e investiamo quotidianamente su un nuovo modo di fare gioielleria e sul riportare il concetto dell’Amore nel nostro settore, da tempo dimenticato e sostituito da sofisticate operazioni di marketing. Ecco perché, anche quando si parla con grande ottimismo di fare sistema, non ci credo poi molto: fare sistema è sicuramente utile per condividere idee, opinioni, ma poi, nella realtà, ogni azienda ha i suoi progetti, programmi, bilanci…

Quali ostacoli intravvede sulla strada del ritorno alla normalità?
L’acquisto e la vendita di un bene di lusso come il nostro avviene prevalentemente di persona, in gioielleria presso i nostri clienti o durante le fiere di settore, che però sono state annullate. Parecchie aziende si sono digitalizzate, ma i buyer devono essere in grado di toccare con mano la qualità, la vestibilità e nel nostro caso l’avanzata tecnologia legata ai nostri gioielli. 

E parlando di soluzioni di “Stato”, come il decreto Cura Italia? 
Una presa in giro. Un reale aiuto sarebbe stato l’accesso al credito garantito al 100% dallo Stato, con le dovute verifiche di solvibilità e rischi di ogni singola azienda, senza burocrazia e con tassi molto inferiore a quelli di mercato. La realtà è che lo Stato garantisce dei finanziamenti a tassi e condizioni che sono le medesime del periodo pre-Covid!. 

 


Share this article:

Iscriviti alla nostra Newsletter

Il tuo browser non è aggiornato!

Aggiornalo per vedere questo sito correttamente. Aggiorna ora

×