Tracr: La Mappa dei Diamanti Online
Tutti dovrebbero conoscere la storia dei diamanti naturali secondo Wesley Tucker: il CEO di Tracr racconta l’evoluzione della piattaforma digitale, lanciata da De Beers nel 2018, con lo scopo di accrescere la cultura del diamante
Inclusa nell’annuale Blockchain 50 di Forbes tre volte (2020, 2022, 2023), per essere tra le prime 50 organizzazioni che, attraverso la tecnologia blockchain, migliorano i propri processi aziendali, Tracr è la piattaforma blockchain lanciata da De Beers nel 2018, per tracciare e autenticare i diamanti, lungo l'intera catena di approvvigionamento, dalla miniera al consumatore finale. «Attualmente, circa il 20% dei diamanti mondiali viene caricato sulla piattaforma Tracr ogni mese», spiega il CEO Wesley Tucker. «Utilizzando la tecnologia della blockchain Ethereum, gli utenti possono registrare l'origine e la storia di provenienza dei diamanti naturali presenti sulla piattaforma, dall'atto della scoperta fino alla fase di taglio, lucidatura e, infine, all'arrivo presso il rivenditore e il consumatore. Ogni informazione può essere caricata sulla piattaforma dai nostri clienti». Grazie a tecnologie innovative, implementate costantemente negli anni, come la blockchain, l’Intelligenza Artificiale (AI), l’analisi dei dati e altri sofisticati strumenti di identificazione e tracciabilità, Tracr è riuscita a creare un ecosistema digitale che aiuta i produttori autorizzati a dimostrare la provenienza dei loro diamanti e ad aumentare la fiducia dei consumatori per la filiera. «Tracr offre ai clienti la possibilità di raccontare una storia lunga e significativa sui loro diamanti. L’attuale business dei diamanti naturali può avere un impatto positivo sulle persone e sui luoghi che entrano in contatto con un diamante nel suo viaggio e questa storia non è raccontata abbastanza. Paesi come il Botswana – principale Paese produttore di diamanti al mondo – hanno beneficiato dell’industria dei diamanti naturali. Negli ultimi 50 anni, il Paese ha visto il PIL pro capite crescere a uno dei tassi più rapidi al mondo grazie ai ricavi derivanti dai diamanti, e la performance economica del Paese è diventata una delle migliori in Africa. Sono stati costruiti migliaia di chilometri di strade asfaltate e l’istruzione e l’assistenza sanitaria sono diventate gratuite. Crediamo che le persone vogliano saperne di più sul viaggio compiuto dal diamante naturale che acquistano e sull'impatto che può avere». Una sfida ambiziosa non priva di difficoltà, in cui la fiducia gioca un ruolo cruciale. «Sin dalla nascita di Tracr, l’implementazione delle tecnologie è stata forse la parte più semplice. I volumi e le sfumature della catena di fornitura, invece, sono questioni complesse. I diamanti subiscono una trasformazione fondamentale: quando viene scoperta una pietra grezza, questa è totalmente diversa dall'aspetto finale che avrà, una volta lucidata, per il consumatore finale. Aumentare la fiducia nella catena di fornitura è al centro di ciò che facciamo e inizia con la privacy dei dati. La nostra piattaforma è costruita nel cloud; aderiamo a rigorosi standard di sicurezza, utilizzando l'infrastruttura AWS e completando numerosi test di penetrazione, scansioni di vulnerabilità e audit indipendenti. Abbiamo separato i dati degli utenti in silos, in modo essi non siano accessibili senza il permesso del proprietario. In qualità di CEO, ho accesso a pochissimi dati, ricevo rapporti aggregati ad alto livello che vengono generati automaticamente». Fiducia e sicurezza sono quindi il motore di un progetto che mira ad elevare costantemente gli standard del settore dei diamanti naturali. «Il mondo sta cambiando; sempre più consumatori e aziende vogliono conoscere e comprendere il percorso dei loro prodotti. Continueremo ad espandere il nostro ecosistema, collaborando con altre importanti organizzazioni, come GIA, Sarine, GSI, RapNet e Uni Diamonds per citarne alcune. Terremo d'occhio gli obiettivi e i valori condivisi dai paesi membri del G7, in termini di iniziative di sviluppo sostenibile e responsabilità sociale delle imprese. Inoltre, tra due o tre anni, puntiamo a consentire ai clienti di registrare sulla piattaforma informazioni sull’impatto individuale che un diamante ha sull’ambiente».