Elsa Peretti: the Story of a Myth
Non con l’oro né con il platino. Ma fu con l’argento che nei gloriosi Seventies Elsa Peretti conquistò l’America (e non solo quella!). Le sue prime tre collezioni andarono esaurite il primo giorno di lancio, e lei diventò subito “La” designer di Tiffany & Co. e del suo lancio nel mondo “reale”, della quotidianità. L’artefice della democratizzazione del lusso. Se infatti il brand nel 1961 era entrato nel mito grazie al celebre romanzo Breakfast at Tiffany’s di Truman Capote e alla silhouette di Audrey Hepburn di fronte alla sue vetrine sulla Fifth Avenue nell'omonima pellicola, qualcosa, o meglio, qualcuno doveva tornare a farlo percepire come accessibile a tutti. E così fu. Grazie a una mela, a un fagiolo, a un serpente e a una collezione di deliziose ossa da indossare tutti i giorni. In argento, ovviamente. Come nacquero questi best sellers? Da ricordi d’infanzia, forme seducenti, suggestioni del momento...
«LA MELA. SIN DAI TEMPI DI EVA, QUESTO OGGETTO LISCIO E ROTONDO HA INCARNATO L’ETERNA TENTAZIONE DELLE DONNE. COME UNA CALAMITA, IL SUO FASCINO CI HA ATTRATTO. PROPRIO COME LA MIA “APPLE” LO HA FATTO CON ME. IL MIO DOVERE DI DESIGNER È STATO CRISTALLIZZARE SIA LA TENTAZIONE CHE L’IMMAGINE DI NEW YORK»
«A LOSANNA, UN RAGAZZO TEXANO MI REGALÒ UNA CODA DI SERPENTE A SONAGLI COME PORTAFORTUNA. HO TENUTO L’OGGETTO CON ME PER MOLTI ANNI. PIÙ TARDI, LA COMPETENZA DI ECCELLENTI ARTIGIANI E LA MIA VOLONTÀ HANNO DATO VITA AL SERPENTE IN ARGENTO E ORO»
«LA FORMA NATURALE DEL FAGIOLO HA SEMPRE ESERCITATO SU DI ME UN FASCINO COSTANTE. LA VEDEVO IN UN ACCENDINO, PIÙ CURVA E MARCATA, IN UNA POCHETTE DA DONNA, NEL SUO MANICO SENZA CHE PERDESSE LA SUA FORMA E FUNZIONE PRIMARIA, UN FAGIOLO, UN SEME, L'ORIGINE DELLA VITA...»
« IL MIO AMORE PER LE OSSA NON HA NULLA DI MACABRO. DA BAMBINA VISITAVO SPESSO UN CIMITERO... TUTTE LE TOMBE ERANO DECORATE CON OSSA UMANE. MIA MADRE MI HA DOVUTO RIMANDARE PIÙ VOLTE INDIETRO A RIPORTARE OSSA CHE AVEVO RUBATO. NON C'È CHE DIRE: LE COSE PROIBITE TI SEGNANO PER SEMPRE. PIÙ TARDI, HO DISEGNATO UN MONDO DI FORME MERAVIGLIOSE CHE SONO RIMASTE CON ME DA ALLORA»