Hard Luxury e Social Media

«La crescita esponenziale delle nuove piattaforme social, come TikTok ma anche di Twitch, The Little Red Book e Hero, impone una riflessione su come evolvere il proprio modello di business. La platea di potenziali acquirenti, soprattutto quelli più giovani, segue dinamiche specifiche, differenti da quelle dei loro predecessori, cui le aziende devono adattarsi, trovando una comunicazione capace di unire consistenza del messaggio a un linguaggio fresco e immediato. Se pensiamo a Twitch, piattaforma di live streaming per gamers che fa capo ad Amazon, alcune aziende del lusso come Gucci hanno già una presenza rilevante, andando a parlare a un pubblico di un target ben specifico. Anche The Little Red Book ha un’audience ben perimetrata, poiché l’84% sono giovani under 35. L’hard luxury, tuttavia, ha bisogno di quello che noi chiamiamo Uman Digital, ossia un’esperienza omnicanale, dove l’interazione con una persona, un sales assistant per esempio, rappresenta un valore aggiunto nel percorso di selezione e acquisto di un bene importante. Un esempio vincente in questa direzione è quello di Hublot, che ha creato un modello capace di interagire costantemente tra fisico e digitale e viceversa. Un altro esempio molto interessante di piattaforma Uman Digital è quella della newyorkese Hero, su cui ha investito anche LVMH, che porta l’esperienza virtuale nel perimetro dell’e-commerce, creando una relazione diretta tra showroom e utente finale, utilizzando strumenti immediati come chat, sistemi di messaggistica e video. Non solo, il mondo del lusso sta scoprendo anche l’importanza di una visione più sostenibile, che sta promuovendo il concetto di second hand. Nel dettaglio, il segmento degli orologi, dove il collezionismo è un tema importante, l’acquisto di oggetti e il re-selling sono in grande crescita come dimostra il successo di marketplace come Chrono24, dove l’utente è seguito in ogni singolo step, con un servizio personalizzato».