Il Rapporto del Club degli Orafi Italia e Intesa Sanpaolo

Recupera il made in Italy in Cina e negli Usa, si investe sui brand, si digitalizza il retail. Sono questi alcuni dei principali risultati emersi dallo studio congiunto appena rilasciato


l Club degli Orafi Italia e la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo hanno dato vita a un rapporto congiunto per condividere le rispettive conoscenze sul settore, in un caso basate  sull'esperienza di chi da anni sta sul mercato, nell'altro sul patrimonio informativo di un centro di ricerca specializzato sull'analisi quantitativa di una pluralità di settori. 

Questi i principali elementi emersi dallo studio:

I dati del settore orafo italiano nel 2020 riflettono il forte impatto della pandemia
Emergono segnali di recupero delle vendite di gioielli made in Italy in Cina e negli USA, Paesi che traineranno la crescita mondiale nel 2021
La pandemia ha reso ancora più importante investire sui brand, sulla comunicazione e sulla digitalizzazione dei canali distributivi

Stefania Trenti, Responsabile Industry Research, Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, commenta così: «Nel 2020 si è interrotta la lunga fase di crescita del settore orafo italiano, che aveva portato nel 2019 a raggiungere livelli superiori del 63% rispetto al 2010. Il settore ha fortemente subito l’impatto della pandemia. L’incertezza ha portato ad un balzo delle quotazioni dei preziosi ed al crollo della domanda mondiale, che, insieme alle misure di contenimento (chiusura degli impianti nel lockdown primaverile, chiusura della fase distributiva in Italia e in molti paesi di sbocco, blocco dei flussi turistici) hanno portato il fatturato a contrarsi del 23,6%. Anche l’export è crollato (-28,6%), ma lasciando il saldo settoriale su livelli positivi ed elevati (3,5 miliardi di euro). La caduta ha interessato tutti i mercati di sbocco, con l’eccezione dell’Irlanda (+217,6%, nuovo polo logistico del lusso) e del Sud Africa (+69,3%). Da sottolineare, poi, i segnali di recupero emersi nell’ultimo scorcio dell’anno su alcuni mercati, in particolare gli Stati Uniti, tornati ad essere il principale sbocco commerciale dell’oreficeria italiana nel corso del 2020. Le attese, seppure in un quadro ancora incerto e condizionato dall’evoluzione della pandemia e delle campagne vaccinali, sono orientate verso un recupero della domanda mondiale nel corso del 2021, con effetti positivi anche sul tessuto produttivo orafo italiano, messo a dura prova negli ultimi difficili mesi».


Aggiunge Giorgio Villa, Presidente del Club degli Orafi Italia: «Il 2020 è stato un anno molto complesso per l’intero settore in tutte le fasi della catena di valore. La chiusura forzata del lockdown ha fatto sì che dall’estrazione, alla produzione fino al retail ci sia stato un forte rallentamento dell’export e un’importante contrazione del fatturato interno. Negli ultimi mesi invece notiamo dei segnali molto positivi che arrivano dal mercato cinese, il primo a tornare a livelli pre-Covid, e che guarda al 2021 con grande ottimismo. Nell’ultimo trimestre 2020 inoltre abbiamo notato dei trend positivi sul mercato americano e si osservano segnali di crescita anche nel Middle East. Per quanto riguarda il mercato interno, le chiusure del 2020 hanno avuto un forte impatto, ma già con le aperture prenatalizie sono stati registrati dei risultati di ripresa. Si denota una grande differenza tra il branded e l’unbranded, sia nella categoria dei marchi che nel business b2b. Un altro punto che ha fatto la differenza è stato sicuramente il digitale. Chi aveva già una distribuzione online è stato maggiormente facilitato ed è riuscito a rafforzare ulteriormente la relazione con i suoi clienti. Diversamente ci sono stati players che hanno dovuto adeguarsi in fretta a questi nuovi standard di distribuzione dei nostri prodotti. Siamo quindi cautamente ottimisti e fiduciosi nella positiva capacità di tenuta del settore. Abbiamo certamente attraversato una crisi senza precedenti, ma come Club, pensiamo e ci impegneremo affinché il 2021 possa essere davvero un anno di cambio di rotta, di ritorno alla normalità ed alla crescita, seppur contenuta».

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