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Cresce l'Export e gli Usa Fanno da Traino

È stata presentata ieri pomeriggio la seconda edizione dell’inchiesta realizzata dal Club degli Orafi Italia con la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo


Ieri pomeriggio, sul Main Stage della Hall 7, è stato presentato il secondo studio congiunturale sull'industria orafa italiana, che va a completare e integrare i risultati quantitativi sul settore, con una visione aggiornata sul sentimenti degli operatori. L’indagine mostra risultati molto positivi nel 2022, con più della metà degli operatori che ipotizza una crescita del fatturato, confermati anche dalla variazione dell’indice di fatturato ISTAT che si attesta nel primo semestre del 2022 a +32%, meglio dei settori del comparto moda e della media del manifatturiero italiano. Ad inizio settembre, rispetto alle precedenti edizioni, si rileva un'inevitabile revisione al ribasso delle attese, condizionate dal protrarsi del conflitto russo-ucraino e dalle tensioni sui prezzi delle materie prime, che ha però interessato solo gli operatori di dimensioni minori. Le imprese più grandi confermano una tenuta per l’anno in corso, con il 70% dei partecipanti all'indagine che dichiara una crescita del fatturato. A sostegno della crescita, si conferma la rilevanza dei mercati internazionali per tutte le classi dimensionali, con ottimi risultati in termini di esportazioni nei primi cinque mesi del 2022 con una crescita del 41% in valore e del 15% in quantità. Il settore è riuscito a consolidare il proprio posizionamento verso i principali competitor commerciali. In particolare, ha guadagnato posizioni negli Stati Uniti dove rappresenta il secondo partner con una quota del 12,7% nella prima parte del 2022. In un quadro che resta complesso e incerto, a preoccupare maggiormente gli operatori, oltre alle difficoltà nella gestione dei prezzi delle materie prime, si impone il reperimento della manodopera che è stato indicato dall’80% delle imprese più grandi; tra le imprese di dimensioni minori cresce l’attenzione ai costi di trasporto. «Un risultato così positivo non si vedeva da almeno dieci anni, dichiara Augusto Ungarelli Past President Club degli Orafi Italia. Una leadership sia a livello produttivo, per i numeri dell'export e per la bilancia dei pagamenti, sia per le opportunità di offerta di lavoro, un punto questo oggi molto critico, a causa della difficoltà di trovare manodopera specializzata. Nei prossimi cinque anni, si stima infatti che in Italia il settore avrà bisogno di oltre 6000 addetti». Aggiunge Giorgio Villa, Presidente Club degli Orafi Italia: «Non dimentichiamoci che negli ultimi anni è anche cresciuto tantissimo la qualità a livello tecnologico, produttivo, creativo e delle finiture, per cui questi numeri valgono il doppio. In uno scenario come questo che stiamo vivendo, tra inflazione, conflitto russo-ucraino, crisi energetica, l'imprenditore deve tirare fuori tutte le sue capacità, e io sono molto fiducioso su questo fronte. Anche per quanto riguarda le oscillazioni del prezzo dell'oro, non credo che questo disturbi troppo il settore perché il valore di un gioiello è più legato al suo aspetto creativo e di design, indipendentemente dalla quotazione del metallo, soprattutto considerando che il mercato sta andando sempre di più verso il consolidamento dei brand rispetto all'unbranded».

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