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Vicenzaoro Highlights, Gennaio 2024: Pronti per Riscrivere il Futuro

Breve rewind di 70 anni di progressione e sviluppo della fiera, da mostra locale a evento globale. Fra ristrutturazioni, ampliamenti, crescita costante dei numeri e obiettivi ambiziosi raggiunti e rinnovati di anno in anno. Nell'attesa di "leggere" insiem


In un'edizione che segna la settima decade consecutiva di manifestazione, ci concediamo un breve rewind su ciò che è stato in passato, e che dimostra quanto Vicenzaoro sia da sempre un evento all'avanguardia, dal forte appeal internazionale e con ambizioni che oggi stanno dando copiosi frutti. Riprendendo alcuni spunti salienti del monologo recitato durante l'Opening Ceremony dall'attore e giornalista Matteo Caccia, ecco dunque le tappe che dalle prime edizioni ambientate nei Giardini Salvi, nei pressi di piazza Castello a Vicenza, si è arrivati a ciò che tutti conosciamo, fino a travalicare i confini nazionali con format di successo come JGT in Dubai e SIJE a Singapore. Nata nel 1954, la Mostra Internazionale dell'Oreficeria, Gioielleria e Argenteria - questa la denominazione iniziale - si presenta in principio in un contesto che dà rilievo al valore aggiunto e all'orgoglio di far parte di un territorio ben definito, nel cuore di un distretto che già allora aveva una sua storicità, di secoli e di decine di imprese familiari dedicate alla lavorazione dell'oro. La Mostra cresce di anno in anno, tanto che da lì a breve, a inaugurarla vengono chiamati artisti quali Mina e Modugno, nel pieno del loro "boom" post "Tintarella di luna" e "Nel blu, dipinto di blu". Nel 1965, l'evento inizia la prima delle sue "gemmazioni", sdoppiandosi e scindendo la parte gioielliera da quella espositiva di marmo e ceramica. Negli Anni Sessanta, arrivano i primi visitatori stranieri, da Kenya, Giamaica, Estremo Oriente, e Vip fra cui i Reali del Belgio, con una Paola Ruffo di Calabria che dichiara: "Nemmeno a corte ho visto cose così belle". Il decennio successivo è quello del primo importante ampliamento degli spazi espositivi, che nel frattempo sono stati già trasferiti nella zona industriale. Sorge così la cosiddetta "Piramide" o "Tempio Azteco", da allora punto di riferimento per tutti, per ritrovarsi, fare business, crescere insieme. I brand habitué sono oltre 500, e la manifestazione aggiunge a ogni edizione un piccolo tassello in più, fatto di numeri, visitatori, ospiti d'eccezione, fama, autorevolezza. Anche la città sembra parallelamente rinascere, offrendo a tutti la sua straordinaria bellezza, con un patrimonio artistico e architettonico da far conoscere e divulgare come merita. Il percorso è tracciato: la fiera per la città, la città per la fiera. Anche da questo fattore, la ribrandizzazione: nasce Vicenzaoro. Sono gli Anni '80, ed è tempo di guardare ancora oltre. Arrivano i primi espositori stranieri: Tailandia e Hong Kong in testa, da allora presenze costanti in fiera. Anni '90. Mentre Gino Paoli e Andrea Bocelli cantano i loro successi in Piazza dei Signori a favore degli ospiti di Vicenzaoro, dalla Cina arriva anche il primo giornalista oltre confine. Le ultime due decadi sono una volata, fra nuovi input di design, nuove strategie di marketing, comunicazione, tecnologia e temi focali come sostenibilità ed eticità di filiera. Fino ad arrivare al 2016, anno della fusione fra Fiera di Rimini e di Vicenza e della creazione di IEG Italian Exhibition Group, che costituendo il più grande player italiano per numero di eventi (oltre 50 l'anno) e diventando uno dei leader mondiali, getta le basi per ciò che oggi è una realtà di fama: la regia unica delle manifestazioni orafe nazionali di Vicenza e Arezzo, i format di Dubai e Singapore con una pianificazione di ampliamento all'estero, ma prima ancora in casa. A febbraio inizieranno infatti i lavori di ristrutturazione del quartiere fieristico, con l'abbattimento della "Piramide" e l'aggiunta di oltre 22.000 metri quadrati di nuovi spazi espositivi. Via un simbolo del passato, ma con un obiettivo: pensare ancora più in grande, come ieri, per domani.

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