Vicenzaoro Highlights, Settembre 2025: Il Lavoro di Squadra Premia
Vicenzaoro culla della next gen gioielliera grazie al debutto di realtà di rilievo per la formazione e la cultura di settore e alla promozione di modelli di cooperazione fra istituzioni e aziende
Venerdì scorso all'apertura di Vicenzaoro September organizzata da IEG - Italian Exhibition Group abbiamo annunciato un calendario di più di 30 ore di talk e seminari in 5 giorni di fiera sugli argomenti più hot dell'intera filiera. Programma che hanno contribuito ad arricchire soprattutto CIBJO e VO Vintage, apportando ciascuno nel proprio ambito know how e novità imprescindibili per chi vive da dentro il mondo della gioielleria e dell'orologeria. Fra le news che lasceranno il segno e di cui sicuramente avremo aggiornamenti già a partire dall'edizione di gennaio c'è stato l'annuncio dell'apertura di un nuovo istituto educativo con sede a Milano, l’International Fine Jewellery Academy, progetto fortemente voluto da CIBJO e promosso insieme a partner strategici per trasformarlo in una realtà di livello e di grand appeal per gli studenti di tutto il mondo interessati a fare del prezioso il proprio mestiere.
Sul palco di Vicenzaoro, sabato scorso accanto al presidente di CIBJO Gaetano Cavalieri c'erano infatti Alessia Crivelli, presidente Fondazione Mani Intelligenti, Umberto Bellini, presidente Asseprim / Vicepresidente, Confcommercio Milano, Simonpaolo Buongiardino e Gabriele Cartasegna, rispettivamente presidente e direttore di CAPAC — la più grande associazione di categoria italiana, attiva in 155 settori diversi —, e Marie Claire Daveu, Chief Sustainability e International Affairs Officer di Kering.
La sintesi dell'incontro è chiara: nella capitale della moda e del lusso globale apre i battenti una scuola di formazione che vuole fare da ponte fra lo straordinario know how del migliore artigianato orafo del distretto valenzano, rappresentato appunto dalla Fondazione Mani Intelligenti, e quei giovani che vogliono fare della propria passione per il gioiello una professione di alto profilo, grazie a un programma di corsi di approfondimento non solo su design ed estetica, ma anche su innovazione, tecnologia e sostenibilità.
Significativo che per il lancio ufficiale di questa importante iniziativa, che porta in sé il sapore e lo spirito di una piccola grande rivoluzione interna alla filiera orafa, sia stata scelta la "piazza" di Vicenzaoro, dove il tema della formazione, strategico per l’industry e sostenuto ampiamente anche da IEG – Italian Exhibition Group assieme ad associazioni di categoria e istituzioni – è sempre più forte e pressante per consentire un ricambio generazionale ormai necessario in vari ambiti del comparto gioielliero.
Quanto a VO Vintage, che per la prima volta si è tenuto anche a settembre, hanno tenuto banco argomenti quali il collezionismo come pratica critica consapevole, lontana dalle mode e dalle logiche speculative, le modalità di creazione di un gusto indipendente e di competenze individuali e le numerose sfide dell’autenticazione nel mercato contemporaneo, sempre più inquinato da cloni perfetti, restauri invisibili e reperti rielaborati e da modalità di vendita multicanale di difficile controllo.
Un altro esempio di come la cooperazione fra le parti non possa che giovare all'industry è stato portato alla luce dalla presenza del Distretto orafo campano (D.Or.), protagonista di un talk che ha anticipato quanto accadrà il 1° dicembre prossimo, giorno previsto per l'ottenimento del riconoscimento IGP per le produzioni del cammeo e del corallo attualmente sul tavolo di lavoro dell’Euipo, l'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale. Come ha ricordato il presidente di D.Or. Vincenzo Giannotti, il 2026 troverà dunque il Distretto pronto ad assumere un ruolo di riferimento internazionale.
Tra passato e futuro, dall’analisi gemmologica investigativa sui gioielli di Pompei, alle vetrine dei mercati globali, il gioiello campano è oggi più che mai sinonimo non solo di creazione artistica, ma anche simbolo di identità e impresa, eccellenza di un territorio che da più di duemila anni produce bellezza.
Sul palco di Vicenzaoro, sabato scorso accanto al presidente di CIBJO Gaetano Cavalieri c'erano infatti Alessia Crivelli, presidente Fondazione Mani Intelligenti, Umberto Bellini, presidente Asseprim / Vicepresidente, Confcommercio Milano, Simonpaolo Buongiardino e Gabriele Cartasegna, rispettivamente presidente e direttore di CAPAC — la più grande associazione di categoria italiana, attiva in 155 settori diversi —, e Marie Claire Daveu, Chief Sustainability e International Affairs Officer di Kering.
La sintesi dell'incontro è chiara: nella capitale della moda e del lusso globale apre i battenti una scuola di formazione che vuole fare da ponte fra lo straordinario know how del migliore artigianato orafo del distretto valenzano, rappresentato appunto dalla Fondazione Mani Intelligenti, e quei giovani che vogliono fare della propria passione per il gioiello una professione di alto profilo, grazie a un programma di corsi di approfondimento non solo su design ed estetica, ma anche su innovazione, tecnologia e sostenibilità.
Significativo che per il lancio ufficiale di questa importante iniziativa, che porta in sé il sapore e lo spirito di una piccola grande rivoluzione interna alla filiera orafa, sia stata scelta la "piazza" di Vicenzaoro, dove il tema della formazione, strategico per l’industry e sostenuto ampiamente anche da IEG – Italian Exhibition Group assieme ad associazioni di categoria e istituzioni – è sempre più forte e pressante per consentire un ricambio generazionale ormai necessario in vari ambiti del comparto gioielliero.
Quanto a VO Vintage, che per la prima volta si è tenuto anche a settembre, hanno tenuto banco argomenti quali il collezionismo come pratica critica consapevole, lontana dalle mode e dalle logiche speculative, le modalità di creazione di un gusto indipendente e di competenze individuali e le numerose sfide dell’autenticazione nel mercato contemporaneo, sempre più inquinato da cloni perfetti, restauri invisibili e reperti rielaborati e da modalità di vendita multicanale di difficile controllo.
Un altro esempio di come la cooperazione fra le parti non possa che giovare all'industry è stato portato alla luce dalla presenza del Distretto orafo campano (D.Or.), protagonista di un talk che ha anticipato quanto accadrà il 1° dicembre prossimo, giorno previsto per l'ottenimento del riconoscimento IGP per le produzioni del cammeo e del corallo attualmente sul tavolo di lavoro dell’Euipo, l'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale. Come ha ricordato il presidente di D.Or. Vincenzo Giannotti, il 2026 troverà dunque il Distretto pronto ad assumere un ruolo di riferimento internazionale.
Tra passato e futuro, dall’analisi gemmologica investigativa sui gioielli di Pompei, alle vetrine dei mercati globali, il gioiello campano è oggi più che mai sinonimo non solo di creazione artistica, ma anche simbolo di identità e impresa, eccellenza di un territorio che da più di duemila anni produce bellezza.