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Vicenzaoro Highlights, Settembre 2025: Sistema Vicenza Pronto alla Sfida

Dazi, costi della materia prima, crisi internazionali. Nonostante tutto, il gioiello Made in Italy resiste e performa bene, mentre nella "città dell'oro" parte il countdown a un anno esatto verso l'inaugurazione del nuovo quartiere fieristico


Vicenzaoro ha aperto ieri i battenti per la sua ultima edizione settembrina a un anno esatto dallo "svelamento" del nuovo quartiere fieristico nel 2026, frutto di un investimento da 60 milioni di euro interamente autofinanziato da IEG Italian Exhibition Group. Un progetto grandioso firmato da chi, con una visione globale e a lungo termine, ha fatto della sua principale ambizione l'idea di diventare il punto di riferimento internazionale per il mondo del gioiello. Premesse che durante la cerimonia dell'Opening tenutasi presso il Teatro Palladio hanno introdotto il saluto di benvenuto del presidente di IEG Maurizio Ermeti, il cui incipit ha sottolineato come «negli ultimi nove anni, ossia dalla nascita di IEG con la fusione delle fiere di Rimini e di Vicenza, si è assistito a una costante crescita della manifestazione, che oggi si conferma al centro di un vero network globale, attenzionato da oltre 600 buyer internazionali e popolato da 1.200 espositori provenienti da 30 Paesi. Un risultato che rafforza il ruolo di Vicenza come capitale del gioiello, apprezzabile anche grazie all'ormai consueto VIOFF, il fuori salone realizzato in collaborazione con il Comune di Vicenza e Confcommercio che anima la città con installazioni, vetrine artistiche e iniziative culturali». La parola è poi passata al sindaco Giacomo Possamai che ha ripreso il discorso sul masterplan sul riassetto urbanistico dell'intera zona fieristica, con la realizzazione, tra gli altri, di 2.000 parcheggi in prossimità, proseguito dal presidente della Provincia Andrea Nardin: «Questo intervento si colloca in un contesto territoriale in profonda trasformazione, dove i cantieri della TAV stanno ridisegnando la viabilità e la mobilità, aprendo nuove prospettive di connessione e sviluppo: più opportunità per le aziende, più servizi per i cittadini, più visibilità per il nostro territorio». Il compito di un ricordo commosso per la perdita di Giorgio Armani è toccato a Matteo Zoppas, presidente di ICE, che ha sottolineato come lo stilista abbia contribuito a creare e ad apportare linfa vitale anche al mondo del gioiello, categoria allargata della moda, ispirando intere generazioni di imprenditori e valorizzando il Made in Italy tout court. «Per il Made in Italy è un’eccezione non crescere, perché quando tutto il suo potenziale si esprime, non può che crescere. Nel 2024 l'export ha raggiunto i 623 miliardi di euro, ma non ci fermiamo. Anzi, è stato uno stimolo per tutte le istituzioni, a cominciare dal Ministero degli Affari Esteri, al raggiungimento di un altro traguardo, i 700 miliardi, nonostante le preoccupazioni per i dazi e il rallentamento di mercati chiave come USA e Turchia». Testimone dell'importanza della diplomazia economica è stato Maurizio Forte, capo della sezione Promozione del Made in Italy, ricordando alla platea di imprenditori presenti che Agenzia ICE, così come tutta la rete di Ambasciate e Consolati, mettano a disposizione delle aziende numerosi strumenti a supporto del loro sviluppo. L'ultimo intervento di Claudia Piaserico nel ruolo di presidente di Federorafi Confindustria ha invece messo in fila le molte azioni svolte nei suoi 4 anni di mandato in collaborazione con tutte le associazioni nazionali del settore: «Concludo un mandato dal bilancio positivo, durante il quale abbiamo rafforzato la reputazione del Made in Italy puntando su asset strategici: internazionalizzazione, innovazione, sostenibilità, cultura e legalità, formazione, promozione e marketing di filiera. I risultati ci dicono che, per affrontare le sfide presenti e future, è necessario continuare ad alimentare il contenuto e il valore del Made in Italy, compendio di innovazione e artigianalità». Per concludere, dopo aver ricordato che solo negli USA è stato generato un +350 milioni di fatturato grazie agli accordi con la grande distribuzione, Piaserico ha sottolineato l’importanza del lavoro di squadra, accennando anche alla prima edizione di The Vicenza Symposium appena conclusa, fortemente voluta da IEG e da due aziende competitor, Legor Group e Progold, insieme modello di imprenditoria sana che guarda al bene del comparto andando oltre alle logiche del proprio business. A chiudere è stato l’assessore regionale Roberto Marcato con un quadro generale della situazione: «Il comparto orafo conta in Veneto circa 1.200 imprese di cui 870 artigiane, con oltre 6.600 addetti; più della metà delle aziende è nel Vicentino dove lavora il 77% della forza lavoro del settore. Numeri che consolidano un export altrettanto significativo: se nel 2023 si erano registrate esportazioni per oltre 2,1 miliardi (+1,7% sul 2022), nel 2024 il distretto orafo di Vicenza ha esportato per quasi 2,5 miliardi (+14,9% sull’anno precedente) soprattutto verso Usa, Emirati e Turchia. Sono dati davvero importanti, considerando che in termini aggregati Vicenza rappresenta oltre il 20% del totale sull’export nazionale e il Veneto il 26%. In questo momento però guardiamo con preoccupazione all’aumento del costo della materia prima, all’instabilità politica in alcuni mercati storici per il Veneto, e ai dazi introdotti da Usa e Turchia. Sono criticità che toccano anche il mondo del lusso, ma che vanno affrontate differenziando i mercati di destinazione, e puntando maggiormente all’Europa, ad esempio, che oggi riceve solo il 20% del prodotto orafo veneto».

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