Vicenzaoro Settembre 2021: Non Chiamatemi Collezionista!
A tu per tu con Sandro Fratini, proprietario della più grande collezione di orologi d’epoca al mondo. Ospite del talk di domani “Fra passione e investimento”
All’imprenditore Sandro Fratini è stato chiesto di tutto sulla sua collezione - stimata in oltre duemila pezzi - tranne che una cosa: quali sono gli orologi che non hanno acquisito il valore che sperava?
«La premessa importante è che non ho mai comprato un solo orologio pensando di rivenderlo per guadagnarci. Anche perché il motore vero che mi ha spinto a iniziare questa collezione è l’amore per gli orologi. Perciò non mi ritengo un collezionista puro. Fra i pezzi per me sempre meravigliosi ma che non hanno avuto un giusto riscontro sul mercato ci sono tutti i Rolex della serie Prince, prodotti negli anni ’30-’40. Ne ho una quarantina circa, e quando ne trovo uno che mi piace lo compro senza pensarci, ma sono sorpreso che non abbiano riscosso successo. Non hanno perso valore, ma non ne hanno neanche guadagnato. Parlo dei modelli Brancard e Railway, Classic e pure l’asimmetrico. Uno più bello dell’altro. Un altro marchio che secondo me ha disatteso le potenzialità è il Movado. I crono sono stupendi, con i pulsanti tondi che ricordano quelli di un Patek ma un po’ rivisitati. Eppure, il loro valore è lo stesso di quando li ho acquistati trent’anni fa».
Altra curiosità da soddisfare: l’ultimo acquisto fatto? «Due mesi fa, un Gerald Genta in acciaio, con Paperon de’ Paperoni al centro del quadrante. Ne ho già parecchi, e anche questo marchio non ha avuto un andamento costante e in crescita come avrebbe meritato. Ce ne sono però alcuni valutati anche centinaia di migliaia di euro, quelli con grandi complicazioni».
La sua passione è tale da aver creato anche una collezione di hotel dedicati a questo tema. «Sì, dopo i due Hotel L’Orologio di Firenze e Venezia, a dicembre apriremo a Roma. Ciascuno di essi è caratterizzato da riferimenti all’alta orologeria. Li ho immaginati come luoghi per appassionati ma anche per ospiti che amano i dettagli estetici e la cura nel servizio. Credo si capisca che c’è cuore dietro a ogni scelta».
«La premessa importante è che non ho mai comprato un solo orologio pensando di rivenderlo per guadagnarci. Anche perché il motore vero che mi ha spinto a iniziare questa collezione è l’amore per gli orologi. Perciò non mi ritengo un collezionista puro. Fra i pezzi per me sempre meravigliosi ma che non hanno avuto un giusto riscontro sul mercato ci sono tutti i Rolex della serie Prince, prodotti negli anni ’30-’40. Ne ho una quarantina circa, e quando ne trovo uno che mi piace lo compro senza pensarci, ma sono sorpreso che non abbiano riscosso successo. Non hanno perso valore, ma non ne hanno neanche guadagnato. Parlo dei modelli Brancard e Railway, Classic e pure l’asimmetrico. Uno più bello dell’altro. Un altro marchio che secondo me ha disatteso le potenzialità è il Movado. I crono sono stupendi, con i pulsanti tondi che ricordano quelli di un Patek ma un po’ rivisitati. Eppure, il loro valore è lo stesso di quando li ho acquistati trent’anni fa».
Altra curiosità da soddisfare: l’ultimo acquisto fatto? «Due mesi fa, un Gerald Genta in acciaio, con Paperon de’ Paperoni al centro del quadrante. Ne ho già parecchi, e anche questo marchio non ha avuto un andamento costante e in crescita come avrebbe meritato. Ce ne sono però alcuni valutati anche centinaia di migliaia di euro, quelli con grandi complicazioni».
La sua passione è tale da aver creato anche una collezione di hotel dedicati a questo tema. «Sì, dopo i due Hotel L’Orologio di Firenze e Venezia, a dicembre apriremo a Roma. Ciascuno di essi è caratterizzato da riferimenti all’alta orologeria. Li ho immaginati come luoghi per appassionati ma anche per ospiti che amano i dettagli estetici e la cura nel servizio. Credo si capisca che c’è cuore dietro a ogni scelta».