Giulia Tamburini, una Storia di Laboratorio

Artigianato orafo, innovazione, antiche tradizioni e il primo e-commerce. Un mix vincente che la giovane designer milanese dosa sapientemente nel suo lavoro creativo, che quest'anno celebra i dieci anni di attività


«Sono sempre stata un'amante di quel lavoro manuale che ruota intorno all'artigianalità e che oggi è la chiave del mio progetto. Così come ho sempre amato il banco orafo, motivo per cui ancora oggi il mio laboratorio rappresenta il fulcro e il valore fondante delle mie creazioni. È qui che progetto, realizzo i miei gioielli tutti a mano ed è qui che vendo direttamente ai miei clienti. Gli strumenti con cui lavoro i metalli sono gli stessi che venivano usati nel Medioevo e non sono mai cambiati: lime e seghetti, bulini di ferro per le incisioni e pece come base per modellare. Una tradizione che rischia di andare persa, perché in Italia sono rimaste pochissime scuole e i giovani hanno perso interesse in un lavoro manuale considerato spesso meno nobile rispetto a quello intellettuale». Decisa e determinata nel consolidare il suo coté artigianale, Giulia Tamburini sembra andare controcorrente, sfidando un mercato in cui oggi strumenti come il disegno in Cad o le stampanti 3D consentono di accelerare i tempi di produzione e di arrivare al pubblico finale con un prodotto sicuramente più preciso, ma privo di quell'appeal che solo il pezzo unico sa trasmettere. «Il gioiello artigianale è unico, ha una sua storia, è un oggetto vivo che permette anche di essere personalizzato, cosa che in un gioiello "industriale" è più difficile. Ma parimenti, ritengo che l'artigianalità oggi debba nutrirsi anche di innovazione, quando quest'ultima ne diventa partner strategico. Nel mio caso, l'aver lanciato di recente la piattaforma e-commerce è l'esempio di quanto digitalizzare una parte del business sia oggi un arricchimento indispensabile anche di un lavoro artigianale come il mio. Sul sito si possono trovare 220 gioielli, tutti personalizzabili e di varie combinazioni tra argento, bronzo, oro e pietre, tra cui zaffiri, tormaline, rubini, diamanti, lapislazzuli, opali e pietre di luna. "Atterrare" sulla pagina di e-commerce volevo fosse come entrare in laboratorio. Volevo che si vivesse la stessa esperienza e si provasse la stessa sensazione di intimità dell'incontro fisico. A Milano facciamo consegne in giornata con i biker e per i gioielli in oro garantiamo consegnamo in due settimane. A questo ho aggiunto anche un'intensa attività di comunicazione, con una newsletter mensile, partnership con micro influencer e iniziative legate ad aperture speciali in laboratorio una domenica al mese. L'e-commerce ci ha consentito di andare oltre il territorio milanese e da novembre a gennaio il 95% degli ordini è arrivato dal resto d'Italia, anche se il prossimo obiettivo è di aprirsi all'estero, soprattutto al Nord Europa. Ciò che ci ha stupiti in questi primi mesi di lancio è stata la varietà della richiesta e la voglia di sperimentare, che per me è fonte di grande stimolo. 

Un progetto che sta funzionando molto bene è anche quello delle cartoline gioiello (che si possono vedere in homepage del sito, ndr), nate dalla collaborazione con il mio amico artista Ettore Tripodi. Il suo stile naïf, un po' magico, rispecchia perfettamente il mio per cui abbiamo pensato a un disegno e a un'illustrazione in cui il gioiello prendesse vita. In generale, sono molto legata a tutte le mie collezioni, da Giardini Portatili a Flora che parte dal calco di un ramo vero (per l'anniversario sta pensando al mondo animale, ma il tema è ancora top secret, ndr), ma quella su cui ho lavorato di più è Roma dedicata ai trafori, molto richiesta da una clientela sui 45/50 anni, anche se il mio primo target è in generale sui 35 anni. Sono molto soddisfatta di questo nuovo progetto digitale, ma non nascondo che l’idea di uno spazio in cui vedere da vicino il processo creativo resta nelle mie priorità, perché il lavoro dell’artigiano dev’essere conosciuto, scoperto, toccato con mano e assaporato. Motivo per cui sto ristrutturando un nuovo laboratorio in zona Porta Venezia a Milano che spero di inaugurare al più presto».

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