I Fenomeni Creativi del Nuovo Millennio

Docente, storica, autrice, esperta di storia del gioiello occidentale, Amanda Triossi racconta il cambio di trend che ha interessato la gioielleria nei primi anni del nuovo millennio


  • Amanda Triossi

    Amanda Triossi

«In gioielleria, la rottura, il cambiamento, le trasformazioni sono sempre state cicliche e legate alla moda. È come l'oscillazione di un pendolo, in un movimento continuo che poggia sull'alternanza costante di tendenze. Per esempio, se negli anni Venti, Trenta dominava il bianco, i Quaranta sono stati quelli del colore, gli anni Cinquanta prediligevano nuovamente i colori freddi, i Sessanta le tinte accese, e così via. Il decennio che apre il nuovo Millennio – 2000-2010 – non rompe questa tradizione, facendo infatti da contraltare a quanto successo nei precedenti anni Novanta. Se infatti questi ultimi sono stati dominati da un'alternanza di bianco e nero, grazie alla geniale intuizione di Fawaz Gruosi con il suo De Grisogono – lanciato nel 1993 – che portò in auge i diamanti neri, fino a quel momento non utilizzati nell'alta gioielleria perché di scarso valore, la decade 2000-2010 inverte la rotta con due filoni precisi. Da una parte si assiste al ritorno del colore e al boom dell'oro rosa; dall'altra avanza il micro pavé "à la Jar", applicato soprattutto su gioielli di grandi dimensioni, lavorati in titanio o in alluminio proprio per consentire di giocare con volumi importanti. Il cambio di tendenza rispetto agli anni Novanta si legge in particolar modo in alta gioielleria, che inizia a impiegare pietre semipreziose per l'ampia varietà di colori che presentano. Spinelli, spessartiti (granati mandarino), peridoti, tormaline... Moltissime sono le gemme che, grazie al pionierismo di Bulgari che le sceglie per le sue collezioni one-of-a-kind, raggiungono proprio in quegli anni altissimi valori di mercato. Oggi nessuno si stupisce più di pagare cifre da capogiro per uno spinello rosa o lilla... Questo pendolo oscillante verso il micro pavé degradé, verso forme naturalistiche sovradimensionate, tra fiori e farfalle ultra leggere grazie al titanio, diventa di grande appeal anche per una nuova generazione di designer asiatici. È infatti proprio in questi anni che assistiamo alla crescita di fenomeni creativi come Wallace Chan, Anna Hu, Cindy Chao, Michelle Ong... che filtrano il virtuosismo innovatore di Jar – ricordiamo il celebre bracciale Moghul del 1987 ripreso poi da moltissimi "adepti" cinesi – gettando le basi per quella che oggi è una New Gen di designer indipendenti cinesi, che sfida il mercato a colpi di gioielli ironici e spesso irriverenti».

 

Amanda Triossi
Romana, è laureata in Storia dell’Arte all’Università di Cambridge e ha un diploma in gemmologia alla Gemmological Association of Great Britain. Docente e consulente per aziende del lusso, dal 1997 al 2015 è responsabile della creazione dell'Archivio Storico e della "Heritage Collection Bulgari". @amandatriossi


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