Il Futuro della Gioielleria


Il futuro della gioielleria, tra cosa salvare e cosa lasciare oggi per domani, quali gli strumenti imprescindibili da conservare, come dovranno convivere tecnologia e artigianalità, che visione adottare per rimanere creativi e distinguersi. Lo abbiamo chiesto ad alcune tra le principali esperte del mondo del gioiello, voci critiche, analitiche, autorevoli e stimolanti, che vivono di confronti con chi sta costruendo quotidianamente il futuro della gioielleria.

 

Paola De Luca, Founder and Ceo at The Futurist, Luxury Forecasting

«La creatività è la capacita umana di sapersi trasformare e adattarsi alla trasformazione stessa. Più l'umanità si evolve da un punto di vista tecnologico, più diventa importante l'aspetto umano, il rinascimento delle arti. Il valore della cultura, dell’arte, la capacità di adattare visioni ed emozioni a esperienze. È questo che nutre la creatività».

«La decorazione è ormai trasversale, fluida e questo è il nuovo modo di essere. Creatività è anche cambiare punto di vista. Sono fluide le generazioni, l'età demografica, gli anziani, che sono diventati role model e rappresentano un momento diverso della vita».

«Comunicare significa conoscenza di una società con nuovi diritti, gender equality, trasversalità di genere, nuove culture. I tessuti sociali si stanno trasformando, nascono estetiche legate alle culture, ma anche a un presente e a un futuro utile».

«C'è un momento di osmosi, di ibridazione dei settori. Il gioiello è accessorio, l'accessorio è gioiello, la moda è gioiello. Tutto è sinergico. Dove le aziende non hanno innovazione creativa è la creatività a portare innovazione».

«La creatività è ripensare le aziende, il prodotto, i materiali, con la sostenibilità al centro. È nella visione del business, nelle relazioni, nella distribuzione, nella comunicazione».

«L’artigianalità è il tesoro che l’umanità dovrà conservare per ritrovare l’identità culturale e storica, preservare radici, diritti, pianeta, sempre in modo innovativo. Cosa tenere e cosa lasciare? Così si costruisce il futuro del processo creativo»

 

Laura Inghirami, Founder of Donna Jewel 

«Tecnologia sempre più al servizio dell’artigianalità, per valorizzarla e ampliare la sua capacità espressiva. L’artigiano 4.0 racconta la sua storia, il suo talento, la creatività grazie alla digitalizzazione e ai social media, vetrine sul mondo che non hanno limiti geografici né culturali».

«Social media come Instagram, TikTok e il nuovo Threads sono fondamentali. Bisogna comunicare i propri valori per avere una community coinvolgente ed inclusiva, in cui rispecchiarsi e sentirsi partecipe, esporsi in prima persona e "metterci la faccia"»

 

 Katerina Perez, Founder and Editor in Chief at katerinaperez.com

«La tecnologia e l'artigianalità lavoreranno sempre in parallelo, l'una non sostituirà mai l'altra. La tecnologia valorizza e sostiene l'artigianalità, ma non può sostituirsi alla passione, alle emozioni. Può elevare competenze e fornire nuove strade per la creatività».

«Il futuro non si basa sulle dimensioni del marchio o sul numero di boutique, ma sulla desiderabilità di ciò che crea. Credo nel valore delle relazioni, in un Dna distintivo e in azioni strategiche ben pianificate. I brand non devono accontentare tutti».sionare ai mestieri orafi, rendendoli più attraenti».

«Preservare le antiche tecniche artigianali, come la granulazione, per garantire la continuità dei piccoli artigiani. Bisogna coinvolgere i giovani e farli appassionare ai mestieri orafi, rendendoli più attraenti».

 

 Vivienne Becker, Jewelry Historian

«Vorrei vedere un'industria veramente orientata verso il design, che trasudi eccellenza, elevata a un livello superiore così come è accaduto nel mondo del design industriale».

«I gioielli devono avere una maggiore rilevanza culturale, essere innovativi, fantasiosi, contemporanei. Ricordiamoci però che i gioielli come forma d'arte ed espressione dell'uomo hanno migliaia di anni e non perderanno mai questo valore».

 

Valery Demure, Founder of Valery Demure Agency

«Bisogna creare nuovi modi per sperimentare e adornarsi. Amo l'uso di materiali non convenzionali – alluminio, acciaio, titanio - e ammiro l'abilità di designer come Taffin, Aaltas, Leen Heyne, di utilizzare l'immaginazione per lavorarli».

«La tecnologia è fantastica sotto molti aspetti, ma non sostituirà né la mano umana né la sensibilità. Gran parte dei gioielli progettati al CAD oggi sembrano piatti, mancano di delicatezza, di movimento, volume».

«Bisogna creare nuovi modi per sperimentare e adornarsi. Amo l'uso di materiali non convenzionali – alluminio, acciaio, titanio - e ammiro l'abilità di designer come Taffin, Aaltas, Leen Heyne, di utilizzare l'immaginazione per lavorarli»

 

Maria Sole Ferragamo, Founder of So-Le Studio

«Per essere rilevanti, i jewelry brand devono dare priorità alla creatività. Il mercato è saturo di trend che dettano legge e per distinguersi bisogna differenziare l'offerta, sia nell'approccio creativo sia nell'etica».

 

Elisabetta Cipriani, Founder of Elisabetta Cipriani Gallery

«Quando un artista realizza un gioiello, il pezzo ha sempre una storia che parla di oggi, di attualità, di politica, di amore, temi relativi alla quotidianità, come Ai Wei Wei che incide soggetti simili ai geroglifici egiziani, ma in realtà parlano di immigrazione».

«La richiesta per il gioiello d'artista è in continua crescita e non sarà mai realizzato per fare marketing, ma sempre e solo per fare arte. Sono due mondi completamente diversi».


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