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L’Oro e il Dollaro: Una Nuova Era per i Mercati Globali

Dopo un primo incontro a Vicenzaoro, Alessandro Aresu, scrittore ed esperto di politiche pubbliche, analizza l’aumento delle sanzioni USA e il fenomeno della dedollarizzazione, tra golden age e opportunità economiche


L'oro come scommessa sulla paura, è sempre una buona scommessa?
In epoche in cui viviamo molteplici conflitti, militari, commerciali e tecnologici, il ruolo dell’oro diviene senz’altro più importante come rifugio, anche se poi bisogna considerare gli effetti di queste situazioni sui consumi, per altri aspetti relativi al commercio dell’oro stesso, e anche il fatto che le decisioni della politica monetaria possono avere un impatto sulle oscillazioni dell’oro.

Cosa si intende per dedollarizzazione?
La dedollarizzazione sarebbe la fine o il ridimensionamento del dollaro come valuta di riferimento del commercio e della finanza. I dati ci dicono che abbiamo un mondo dove il potere economico si diffonde tra nuovi attori, come Cina, India e altri Paesi, ma dove il primato del dollaro non è affatto messo in discussione, né dall’euro, né dallo yen giapponese, né dalla valuta cinese. Quindi, i Paesi più vicini alla sfera cinese o comunque non allineati, non hanno una vera alternativa di valuta, e preferiscono appunto comprare oro.

Che definizione darebbe oggi a "Golden Age"?
L’oro è uno dei più potenti simboli di bellezza e di benessere in cui si riconosce l’umanità, quindi continueremo a chiamare “golden age” i momenti che ci sembrano migliori o particolarmente significativi: ciò vale per la storia degli Stati ma anche per i fumetti, le serie televisive. Per quanto riguarda i diversi Stati o comunque le entità politiche, dobbiamo ricordare anche le “età dell’oro” storiche e contemporanee variano, non avvengono tutte nello stesso momento. Per esempio, pensiamo alla “golden age” indiana della storia, che si fa coincidere con l’Impero Gupta. Per via della finestra demografica ed economica indiana, potrebbe esserci una “golden age” in corso ora e nei prossimi anni, ma dipende da vari fattori che venga in effetti chiamata in questo modo.

Come influiscono gli attuali scenari geopolitici sull'oro inteso come materia prima finanziaria? E in futuro?
Il conflitto tra Stati Uniti e Cina è una tendenza strutturale della nostra epoca, così come l’ascesa economica e demografica dei Paesi non occidentali. Questi Paesi continueranno a cercare modi per essere meno condizionati dal sistema del dollaro, perciò sono possibili varie iniziative politico-finanziarie incentrate sull’oro, come la dinamica di acquisti che abbiamo visto soprattutto nell’ultimo anno e mezzo. Ciò non implica per forza un rally continuo dell’oro, che già ad agosto aveva superato i 2.500 dollari l’oncia per la prima volta, ma vuol dire che questa crescita si inserisce comunque all’interno di tendenze strutturali che continueranno a caratterizzarci.

L'oro può rimpiazzare il dollaro?
Nei miei libri, in particolare “Il dominio del XXI secolo” (2022) e “Geopolitica dell’intelligenza artificiale” (2024), ho descritto le conseguenze della guerra commerciale e tecnologica tra Stati Uniti e Cina. Gli Stati Uniti, in risposta alla crescita tecnologica e alle politiche industriali cinesi, hanno intensificato sanzioni e controlli sulle esportazioni. Assistiamo quindi a una separazione sempre più marcata tra le filiere legate agli Stati Uniti e quelle legate alla Cina. Nel mezzo, numerosi Paesi vedono nella diversificazione sull’oro una via per ottenere maggiore libertà di iniziativa, sia rispetto al predominio del dollaro nelle transazioni commerciali sia per ridurre il rischio di esclusione dai principali circuiti finanziari, centrati proprio sul dollaro.

 

ALESSANDRO ARESU

BIO
Alessandro Aresu, scrittore ed esperto di politiche pubbliche e strategie, è autore di vari libri sugli scenari globali, tra cui una trilogia su geopolitica e tecnologia: Le potenze del capitalismo politico (2020), Il dominio del XXI secolo (2022), Geopolitica dell’intelligenza artificiale (2024). Scrive per LimesLe Grand Continent e altre riviste. Ha dedicato numerosi studi ad aziende tecnologiche tra cui ASML, BYD, DeepMind, NVIDIA, Palantir e TSMC. Ha collaborato per 12 anni con varie istituzioni, tra cui la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’Economia.


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