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Mario Peserico: Orologeria Contraffatta, verso Nuove Regole

Mario Peserico, AD di Eberhard e Presidente di Assorologi e Indicam, fa il punto su un problema che vale 300 milioni di Euro l’anno.


«La contraffazione è un elemento di grande nocumento per l’orologeria, fra i settori più toccati in assoluto. Un fenomeno che negli ultimi anni ha subito una grande accelerazione, passando dalle spedizioni di piccoli quantitativi a essere veicolata attraverso il web. Per questo, Assorologi e Indicam, l’associazione che dal 1987 combatte contro questo mercato parallelo, cercano di sensibilizzare sempre di più il consumatore affinché si renda conto dei rischi che corre comprando online, su siti che non sono quelli ufficiali delle singole marche. In tal senso, stiamo operando anche perché le autorità impongano finalmente delle regole precise ai marketplace. Purtroppo, accade ancora che i motori di ricerca non controllino i prodotti messi all’asta: offrono prodotti C2C come pure B2C, che intaccano le filiere regolari e usurpano ai siti ufficiali i clienti finali. Inoltre, se fino a qualche anno fa si poteva parlare di un mercato secondario che aveva evidenti limiti nella resa finale, oggi purtroppo ci troviamo di fronte a prodotti che possono essere spacciati tranquillamente per autentici. Inganno spesso scoperto solo al momento di una riparazione fatta da mani esperte. Per dare un’idea del valore totale di questo giro d’affari è stato stimato che è pari al 10% del totale, vale a dire a circa 300 milioni sui 3 miliardi totali dell’orologeria. Altro problema è quello della difficoltà nell’intercettazione delle spedizioni: l’hub della produzione contraffatta è l’Oriente, insieme alla Turchia, che si è specializzata nella componentistica, che viene poi assemblata qui in Italia, catena di montaggio “spezzata” che rende assai arduo il compito di vigilanza delle autorità. Per questo, una stretta collaborazione fra le parti è fondamentale, partendo da un aggiornamento della normativa sull’e-commerce, la cui ultima legge risale ormai al 2001… Secoli fa!»

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