La Risposta Tempestiva

Puntare sullo spirito reattivo che da sempre contraddistingue il comparto. Questo il diktat per prepararsi alla possibile crisi energetica che ci attende questo autunno, con una strategia ben definita per la gestione dei costi in aumento.


Sul quartiere fieristico vicentino splende il sole più che mai. Grazie al nuovo layout dell’allestimento super glitterato che riveste il piazzale davanti agli ingressi – dove ogni sera si svolge l’aperitivo offerto dall’azienda sponsor Wolf 1834 - non c’è stato visitatore che non si sia regalato un selfie moment da condividere sui social, con risultati decisamente "sparkling". Un welcome che sembra la metafora perfetta dell’aria frizzante che si respira a Vicenzaoro September 2022, che già nella prima giornata di venerdì scorso ha registrato un numero rilevante di ingressi. Il rapido excursus degli avvenimenti più importanti accaduti sul Main Stage della Hall 7 e negli spazi riservati ai talk e ai corsi del VO Vintage delinea infatti il profilo di un settore che sta vivendo una stagione particolarmente florida, capace di rispolverare numeri e spirito positivo di quello che è stato definito l’anno dei record per il comparto orafo-gioielliero, vale a dire il 2019. I dati ISTAT riportati dalle elaborazioni fatte dal Centro Studi di Confindustria Moda per Federorafi sono tutti a due cifre e con un segno più davanti, a partire da quello dell’export nazionale, attestato a poco meno di 4 miliardi di euro (un miliardo circa in più rispetto ai primi cinque mesi del 2021), pari al famoso +36,5% riecheggiato qui in fiera in diverse occasioni. A fare da traino a questa rinascita è stato anche un eccezionale mese di maggio, in cui le vendite settoriali hanno toccato un +63,7% rispetto allo stesso mese del 2021. Entrando nel dettaglio, l’oreficeria/gioielleria in oro presenta una dinamica delle vendite estere migliore della media settoriale (84,1% dell’export qui considerato), crescendo del +40,5% nei primi cinque mesi dell’anno; la gioielleria in argento sperimenta un incremento dell’export contenuto al +4,4%, mentre quella in metalli placcati, pur non arrivando a 30 milioni di euro, cresce quasi del +150,0%. Aumento esponenziale per tutti e su tutta la linea che non poteva non tradursi in una crescita del livello occupazionale. Secondo le fonti delle Camere di Commercio, gli occupati al 30 giugno 2022, in relazione con lo stock al 31/12/2021, segnano un +4,0% corrispondente a oltre mille lavoratori in più, suddivisi fra i vari distretti in questo modo: 36,8% del totale in Toscana, 41,0% in Piemonte e 20,9% in Veneto. Ciò detto, al naturale ottimismo derivato da una situazione decisamente al rialzo si accompagna l'attenzione a un'attesa escalation dei costi di produzione provocata dal conflitto bellico. Il comparto si deve preparare quindi a serrare ancora una volta i ranghi e a sfoderare la stessa forza reattiva dimostrata nel periodo durante e post pandemia. Secondo la Presidente di Federorafi Claudia Piaserico, intervenuta alla cerimonia dell’opening di Vicenzaoro, occorre intervenire tempestivamente nella direzione già indicata dal Presidente di Confindustria Moda, Ercole Botto Poala, con una serie di azioni volte a minimizzare gli effetti negativi della nuova crisi che ci aspetta. In primis, scorporare il prezzo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili da quello dell’energia da fonti fossili per ridurre il prezzo medio e incrementare l’attrattività delle rinnovabili; ottenere una quota nazionale di produzione da fonti rinnovabili a costo amministrato riservato all’industria manifatturiera, come fanno altri paesi in Europa, e intervenire sul costo della bolletta anche utilizzando risorse comunitarie; supportare le aziende nell’investire in efficientamento energetico, facendo in modo che il PNRR sia anche a portata di piccole imprese che non hanno risorse per affrontare il problema in autonomia. Questa la direzione e l’iter virtuoso da mettere in atto. Ora.

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