Vicenzaoro Settembre 2021: Nuove Frontiere per la Due Diligence

Responsabilità ambientale e sociale insieme. Sono questi gli obiettivi da cogliere al più presto anche in campo estrattivo. A iniziare da un sempre maggior coinvolgimento delle donne nell’economia locale dei Paesi fonte di materie prime


Potrà suonare strano, ma la discussione sulla parità di genere tocca ormai anche l’ambito minerario. Stupore che però svanisce se si considera che i siti estrattivi sono per lo più in aree del mondo molto povere, in remoti villaggi dove la sussistenza è pressocché legata solo a questo settore. Includere quindi l’universo femminile significa dare loro la possibilità di avere condizioni di vita e prospettive migliori. Questa la sintesi di quanto è emerso ieri nella terza giornata di Vicenzaoro, nella prima parte del talk dedicato alla Gender Quality e organizzato da CIBJO, in collaborazione con IEG Italian Exhibition Group, dal titolo "Sustainable Development Goals: Meeting Their Challenge". Il moderatore di CIBJO Edward Johnson ha introdotto sul palco quattro keynote speaker di altissimo profilo, che, grazie al loro ruolo, hanno ben rappresentato tutta la filiera: Iris Van der Veken, Direttore Esecutivo Responsible Jewellery Council, Feriel Zerouki, Senior VP Corporate Affairs di De Beers, Diana Culillas, Secretary General di Swiss Better Gold Association, e Cristina Maria Villegas, Director of Mining, PACT. «Siamo un settore che crea e vende emozioni, ed è un dato di fatto che l’85% delle donne influenza il mercato del gioiello, occupandosi degli acquisti per sé, per i suoi familiari e gli amici», ha esordito la Van der Veken. «Negli ultimi tempi si è fatta sempre più attenzione a questo aspetto, e si è capito che le aziende che mettono la parità di genere fra le priorità vedono aumentare il loro fatturato. Parlare al mondo femminile si traduce insomma in un evidente guadagno». Ma come si creano le giuste opportunità affinché ci sia una vera parità fra i generi? A questa domanda ha risposto Feriel Zerouki, andando dritta al punto: «Questo è sempre stato un settore predominato dagli uomini, ma è innegabile che sia in atto un forte cambiamento, soprattutto nel campo dell’attività mineraria. Tutte le società che estraggono diamanti stanno lavorando per incrementare la presenza delle donne, tanto che il dato a livello globale ha raggiunto il 16% degli operatori totali del settore. E se si parla di proiezioni verso il prossimo futuro, con questo tasso di crescita l’obiettivo è di raggiungere le 10.000 donne occupate entro il 2030. Con De Beers, per esempio, abbiamo messo in campo numerose attività didattiche con le scuole dei siti estrattivi, per vincere quella che sembra ancora essere una certa diffidenza verso un ambito lavorativo poco d’appeal per le donne stesse. Bisogna insomma partire dalla formazione, per attirarle e far loro capire che può essere un’opportunità di crescita». Diana Culillas ha poi spiegato i focus di Swiss Better Gold Association, che supporta lo sviluppo sostenibile dell’estrazione artigianale su piccola scala e stabilisce catene del valore responsabili per l’oreficeria dall’inizio del ciclo produttivo fino al mercato. «La nostra associazione sostiene le donne, cercando di scalfire l’atteggiamento conservatore che ancora caratterizza questo particolare mestiere. Lavoriamo a stretto contatto con i minatori, spieghiamo le nozioni di base, partiamo dalle politiche più semplici e sulla base di questi dati cerchiamo di far progredire localmente la figura e il ruolo della donna. E posso dire con orgoglio che vediamo già i primi importanti risultati: sono già numerosi gli esempi di donne addette all’Health & Safety, all’ingegneria, alla comunicazione… Non sono rari anche i casi di aziende che offrono stipendi e posizioni paritarie. E in Perù, Paese che basa gran parte della sua economia sull’attività mineraria, siamo già oltre: c’è addirittura un corso universitario per formare esclusivamente manager donne e il 48% dei posti di lavoro legati all’oro è occupato da donne». Con Cristina Maria Villegas, Director of Mining, PACT, ONG che opera in 40 Paesi, esperta in estrazione artigianale e su piccola scala, si è infine passati dall’estrazione dell’oro a quella dei diamanti: «Un dato che desta sempre grande stupore è che un terzo degli operatori nell’estrazione dei diamanti sono donne. Ciononostante, la situazione delle donne in quelle aree non è certo buona: circa il 60% dei nostri minatori ha frequentato le elementari, il che significa che il livello di scolarizzazione al femminile è ridotto ai minimi termini. Pochissime hanno un conto bancario personale, solo 3 su dieci hanno uno smartphone, e solo nel momento in cui conquistano un posto di lavoro sicuro sono in grado di contribuire al sostentamento della propria famiglia. Bisogna e si può fare di più. Perché sostenibilità significa oggi più che mai responsabilità ambientale e sociale insieme. Va bene l’attenzione al carbon footprint, ma non dimentichiamo che dietro a questi obiettivi ci sono prima di tutto le persone».

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