Luxury Re-Sale Makes Primary Market Old (?)


La domanda iniziale è stata posta dalla società di analisi Bernstein e riportata di recente da Il Sole 24 Ore: “Il lusso di seconda mano rende obsoleto quello aspirazionale”? Siamo di fronte a una nuova direzione del mercato, che vede nel re-selling in area luxury un canale retail innovativo e sostenibile per la compravendita di gioielli e orologi, che non si acquistano più solo per il valore accumulato nel tempo, ma soprattutto per la storia che hanno dietro. Grazie alla crescita di nuovi player che hanno ridefinito il perimetro del mercato del lusso, il fenomeno del “pre-owned” va oltre la fugacità di un trend stagionale. L’aumento di interesse per il segmento del luxury re-selling, è supportato da un’analisi della banca d’investimenti Cowen, che prevede una crescita dai 7 agli 11 miliardi di dollari nel 2022, e da due operazioni di mercato che hanno reso protagonisti del 2019 due grossi player, Vestiaire Collective e The RealReal. Il primo, francese, ha aperto il primo pop-up store da Selfridges a Londra con una partnership strategica e di marketing che ne ha rafforzato la brand awareness e ha permesso al department store londinese di accelerare con il resale luxury; il secondo, americano, ha debuttato sul Nasdaq Stock Market di Wall Street lo scorso giugno, con una capitalizzazione di mercato superiore ai 2,32 miliardi di dollari già nel primo giorno. Un mercato che, secondo McKinsey, oggi vale 25 miliardi di dollari e che per Global Data si prevede in raddoppio per il 2023. Ma qual è l’idea centrale intorno alla quale si muove il francese Vestiaire Collective? Per Sophie Hersan, Fashion Director del gruppo, «La moda deve diventare un settore in cui investire in maniera intelligente. Ogni settimana il nostro team esamina oltre 2.500 orologi e gioielli e, grazie agli standard di alta qualità ed esclusività, siamo diventati il punto di riferimento per coloro che desiderano investire in un gioiello. Il catalogo di Vestiaire Collective è ricco di storie e pezzi eccezionali, ed esplorarlo è come partire per una caccia al tesoro. Voglio anche sottolineare il nostro impegno nella lotta online alla contraffazione, grazie al team di controllo che verifica quotidianamente l'autenticità di ogni articolo». Ma nella variegata proposta di orologi e gioielli, contemporanei, classici, vintage, di alta gioielleria, quali sono i più ri-venduti? Partiamo da una premessa: Ogni 48 ore viene venduto un orologio Tank di Cartier, ogni tre giorni un Rolex Date Just, ogni 12 ore un bracciale Hermès Cliche ogni 20 ore un paio di orecchini Dior Tribal. Ma la classifica dei più venduti in assoluto vede sul podio: al primo posto, il bracciale Love di Cartier, creato da Aldo Cipullo negli anni'70, quindi Van Cleef & Arpels con il suo iconico Alhambra e al terzo posto il choker di Hermès, creato nel 1927. Seguono l’anello Nudo di Pomellato, il Camelia di Chanel e il B.Zero 1 di Bulgari.

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Ma se questi sono i gioielli più richiesti, in termini di valore quello più costoso venduto da Vestiaire è l’anello Panthère di Cartier in oro bianco e diamanti, dal valore di 35.699 euro, battuto però dai 44.341 euro spesi per un Rolex Daytona in platino, che oggi detiene il podio assoluto nel segmento luxury di Vestiaire Collective. E se sul fronte francese sono le maison dell’ancien régime a farla da padrone, lo scenario oltre oceano ci svela una fotografia leggermente diversa, che parte da una premessa: Sono i Millennial tra i 18 ai 34 anni a rivolgersi ai marketplace di re-sale, con un 39% che arriva dall’estero e un 34% dagli Usa. 

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«Il prodotto italiano si vende molto bene perché è bello, ben fatto e rilevante, perché sa combinare sapientemente heritage e innovazione», dichiara Julie Wainwright, founder di The RealReal. E aggiunge: «Per noi gli accessori rappresentano il 30% delle vendite, ma anche il gioiello e l’orologio performano molto bene con un 32%, trainati sempre dal “branded” rispetto all'unbranded, che comunque è richiesto», conclude Wainwright. Per The RealReal sono quattro i marchi on top richiesti omogeneamente da tutti i Paesi - Chanel, Hermès, Gucci, Louis Vuitton - ma sono 5 quelli che definiscono i gusti dei singoli mercati. Se il Nord America sceglie Cartier - con gli orecchini che guidano le vendite con un +28%- l’Europa e l’Oceania sono per Prada, l’Asia per Celine, mentre l’America Latina e i Caraibi per il gioielliere americano David Yurman. Ma il dato che davvero colpisce è la crescita di emerging brands, lanciati 5 o 10 anni fa, come Sophie Buhai a +574%. Un movimento circolare di beni che rende accessibile capi di lusso e gioielli alto di gamma, anche al 40-50% in meno rispetto al prezzo retail, li arricchisce di storia e di appeal, e sensibilizza le coscienze di una generazione sempre più attenta a un concetto di sostenibilità legata anche all'arte del “riciclo”. Conclude Wainwright, «È per la mia vocazione sostenibile che ho lanciato The RealReal e oggi, grazie a tutti coloro che si rivolgono al reselling, abbiamo risparmiato 553 milioni di litri di acqua worldwide». 

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