Mario Vescovo: Il Futuro del Quartiere Fieristico di Vicenza

Nell'avanzamento del progetto di riqualificazione del quartiere fieristico, qual è la sfida più grande che state affrontando affinché il modello di “boutique show” continui a rispettare le aspettative e la fiducia soprattutto della community di Vicenzaoro?

Il nostro obiettivo è quello di migliorare la qualità degli spazi e al tempo stesso la loro navigabilità. Vuol dire renderli più omogenei, far sì che il collegamento tra i vari padiglioni sia più facile, intuitivo, comprensivo e gradevole. Quindi anche nella logica dei collegamenti, avere questa facilità di connessione con spazi che non siano ristretti, come è stato per il vecchio padiglione 2, la cui altezza molto bassa faceva percepire poco i collegamenti con gli altri padiglioni.
Se penso a una sfida, sicuramente è quella di raggiungere questo obiettivo in un momento di transizione, che non deve in alcun mondo penalizzare le attese dell’espositore come spesso ricordano il nostro presidente Ermeti e il collega Matteo Farsura che è a capo della divisione Jewellery&Fashion. Con l'aiuto delle tensostrutture temporanee, la cui qualità dello spazio è superiore a quella del vecchio padiglione, l'obiettivo è stato sicuramente raggiunto, garantendo anche la segmentazione delle community del padiglione 2 in prossimità delle aree di appartenenza. La vera sfida è stata gestire tutto il cantiere senza impattare sull’esperienza della manifestazione, dando continuità e qualità anche a queste fasi di transizione.

Quali sono le vere innovazioni di questo "progetto"?

Innovazione è una parola “grande”, perché ci si aspetta sempre alta tecnologia o sperimentazione. Per noi, innovazione è stata avere una visione lunga.
Abbiamo fatto un progetto integrato, con un masterplan del quartiere fieristico che guarda non solo al nuovo padiglione, ma anche a ciò che accade fuori: nuova viabilità, una futura fermata ferroviaria vicina alla fiera, la connessione ad alta velocità con Venezia, Verona, Milano. Quindi, più che costruire un singolo edificio, stiamo cambiando il volto dell’intero quartiere.
Se parliamo invece di innovazione fieristica, abbiamo portato le tecnologie (prima nel padiglione 9) dentro al cuore della fiera, rendendole parte integrante del percorso del visitatore. Il vero valore è nella connessione tra community, nella facilità di orientamento, rendendo più agile e dunque produttiva la visita, il networking. Questa è la filosofia del Boutique Show e il nuovo padiglione è stato pensato in coerenza a questa idea. Abbiamo “asportato il cuore vecchio” e ne abbiamo messo “uno nuovo”, con uno spazio qualitativo, connesso e pragmatico. Non è un intervento ex novo su terreno libero: abbiamo demolito un edificio e ne stiamo costruendo un altro. Quindi serviva un sistema modulare, funzionale e organizzato, che ci ha permesso di gestire bene anche la fase temporanea sempre in stretto accordo con il collega Farsura, un’esperienza vincente anche nella relazione tra organizzazioni interne di IEG.

Dopo l’annuncio dei muri perimetrali, quali saranno i prossimi step?

Abbiamo un programma chiaro che prevede a fine giugno 2025 il montaggio del prefabbricato (travi, pilastri, solai) dentro i muri perimetrali; a settembre 2025 ci sarà il completamento dei muri, metà fabbricato montato, anche se questo noon sarà molto visibile esternamente poiché chiuderemo la “scatola”. Ad agosto arriveranno gli impianti che inizieremo a installare nella parte già pronta, mentre nell’autunno 2025 passeremo alle finiture - facciate, pavimenti, bagni, illuminazione -. A primavera 2026 l'edificio sarà chiuso e completato, in estate ci saranno i collaudi con gli allestimenti, pronti per l'edizione Vicenzaoro di Settembre 2026!