Cleto Munari, il "Padre" di 250 Gioielli Artistici
Uno spaccato con il "Curatore" della collezione di gioielli creata dai più importanti architetti e designer del XX secolo
«Sono di origine friulana, Gorizia per la precisione, ma ho vissuto per lo più a Vicenza, città della bellezza e delle proporzioni perfette di Andrea Palladio, ma anche cuore di uno dei distretti orafi artigiani più importanti d'Italia e non solo. La collezione di oltre 250 pezzi nota come Cleto Munari Jewelry non poteva che nascere qui, dalle mani di abili maestri artigiani. Io mi sento un po' uno di loro, un "uomo di bottega", o meglio, come dicono a Venezia, un "serventino", termine che un tempo si usava per i garzoni che lavoravano presso un maestro vetraio per apprendere il mestiere. Ecco, è un po' quello che ho fatto io creando questa collezione, che a tutti gli effetti è la raccolta che vanta più autori d'eccezione al mondo. Tutto è nato per caso nel 1982, da un incontro con Michele De Lucchi, cui mostrai un paio di anelli che avevo creato per mia moglie. Lui ne disegnò altri 3 o 4 che misi in produzione. Poi si aggiunsero quelli di Ettore Sottsass e Carlo Scarpa, per me già due grandi amici da tempo, di Alessandro Mendini, Enzo Cucchi, Mimmo Paladino e dei maggiori architetti americani, fra cui Richard Meier, Michael Graves e Frank Loyd Wright. Da allora, sono state infinite le mostre fatte in tutto il mondo, ma l'orgoglio maggiore è avere alcuni pezzi inclusi nelle collezioni permanenti di Moma e Met a New York. Sono dunque un "serventino" che ha dato forma a idee e creatività di altri, un po' come un editore in cerca di best seller. E l'ho fatto permeato del bello e del saper fare vicentino, dove negli stessi anni la manifestazione fieristica cresceva a ogni edizione un po' di più. Ora è un evento imperdibile per chi vuole essere protagonista del mondo della gioielleria, con edizioni all'estero che esportano stile e artigianalità made in Italy. Esattamente come la mia collezione».