Ginevra e la Nuova Dimensione del Lusso

Ugo Pancani, Professore in Orologiera Meccanica ed Elettronica e Ambassador di Fondation de la Haute Horlogerie, anticipa i nuovi scenari aperti dall’addio a Baselworld dei top player dell’alta orologeria


“Congiuntamente”. Un avverbio che ha avuto un peso fondamentale nella decisione storica di Rolex, Patek Philippe, Chanel, Chopard e Tudor di lasciare Baselworld per creare un nuovo Salone a Ginevra. Nel comunicato ufficiale rilasciato il 14 aprile scorso, si riporta infatti che uno dei motivi cardine che hanno portato a questa defezione dei top brand è stata appunto l’esigenza di “difendere meglio e congiuntamente i valori dell’alta orologeria svizzera”, a fronte di un mercato che negli ultimi anni, ancor prima dell’emergenza Covid19, ha subito profondi cambiamenti. Insieme, quindi, e verso nuovi orizzonti, veleggeranno Rolex & Co., guidati al timone dalla mano ferma di Fondation de la Haute Horlogerie, che a Ginevra ha sede e dove già organizza l’evento Watches & Wonders. Di questa importante istituzione fa parte Ugo Pancani, Professore in Orologiera Meccanica ed Elettronica, nonché membro della commissione di 21 docenti “ambasciatori” creata da tempo da FHH per divulgare know-how e valori dell’alta orologeria svizzera nel mondo. A lui, che a gennaio scorso è stato fra i protagonisti dei talk della prima edizione di VO Vintage a Vicenza, abbiamo chiesto un commento su questa notizia shock, e soprattutto, un’anticipazione di ciò che sarà il primo Salone ginevrino nell’aprile 2021: «Il 14 aprile è ormai una pietra miliare della storia dell’alta orologeria contemporanea. Alcuni marchi, come Rolex e Patek, erano presenti a Basilea dagli Anni Trenta, e lasciarla definitivamente non deve essere stata una decisione facile. Ma il comunicato parla chiaro: la volontà di far saltare l’edizione 2020 e di posticiparla a gennaio 2021 è stata unilaterale, presa cioè solo da MCH Group (l’ente organizzatore di Baselworld), senza aver interpellato minimamente nessuno degli espositori, compresi i top player, e questo è un elemento assolutamente contrario al dna di chi fa alta orologeria Swiss Made. Il concetto di agire insieme, di collaborare anche e soprattutto nei momenti difficili, è da sempre un punto cardine che accomuna tutti i grandi marchi, e molti episodi del XX secolo lo dimostrano. Negli Anni ’70, con l’arrivo sul mercato dell’orologio al quarzo, prodotto fino ad allora solo in Asia e sottovalutato nelle sue potenzialità, il 60% delle aziende svizzere si trovarono costrette a chiudere in breve tempo. Fu un trauma, che spinse i grandi nomi, come Patek. IWC, Omega, Ulysse Nardin, Bulova etc… a creare un centro dell’elettronica elvetica, che diede vita al Beta 21, il primo orologio al quarzo prodotto oltralpe, ma soprattutto, frutto della collaborazione e del know-how di aziende fino al giorno prima competitor. Non solo. Grazie all’intervento di Nicolas Hayek, fondatore di Swatch Group, si riuscì a salvare tutto il comparto dei piccoli produttori di componentistica, che rischiava di scomparire. Sono solo alcuni esempi di come, in un recente passato, i grandi dell’alta orologeria hanno saputo fare sistema, pur di salvare il comparto e, a monte, i valori che da sempre lo contraddistinguono. Già da qualche edizione di Baselworld si parlava di crisi, e troppe questioni erano rimaste irrisolte. Nel comunicato, si parla anche di mancanza di fiducia nei confronti degli organizzatori, e questo è molto grave. Non saranno neanche restituiti i soldi per la mancata edizione 2020, altro punto che ha sollevato critiche e delusione, fino all’atto finale che conosciamo. Aggiungiamo che, come sottolineato da Thierry Stern, Presidente di Patek Philippe, il contesto di Baselworld non era più adeguato all’accoglienza, di ospiti Vip per esempio, né era più la giusta cornice per illustrare il savoir-faire delle maison».

E fin qui, parliamo di ciò che è stato. Ma come sarà questo nuovo Salone dell’Alta Orologeria? «Mi rende molto orgoglioso che questi grandi marchi abbiano chiesto alla Fondazione di organizzare il nuovo Salone, perché alla base di tutto c’è la volontà di fare business insieme, e, in primis, di affrontare le problematiche emerse negli ultimi tempi e di costruire il prossimo futuro. Il tutto, nella culla ideale dell’alta orologeria, Ginevra, il cui punzone è da sempre una garanzia. Jerome Lambert. Presidente di FHH, ha detto di sentirsi particolarmente felice di questa nuova avventura, anche perché Rolex e Patek figuravano fino a ieri solo “Perimeter Brands”, non Partner come gli altri. Un settore specifico di FHH sta già curando la costruzione del progetto, mentre noi della Academy, stiamo mettendo insieme delle idee su come interagire col pubblico che troveremo al Palasport. L’ultimo salone organizzato a gennaio 2019, il Watches & Wonders, aveva già visto molta dinamicità da questo punto di vista: avevamo a disposizione sale conferenze con più di 300 posti, e gli attori principali dell’industry hanno fatto varie conferenze, dimostrando una forte volontà di trasmettere idee, non solo di mostrare il prodotto, e con l’Academy abbiamo organizzato corsi di montaggio e smontaggio. Di certo, implementeremo queste attività di introduzione e conoscenza. Anche sulla scia dell’esperienza che stiamo facendo in questi giorni di chiusura delle manifatture: abbiamo riorganizzato tutti i nostri corsi professionali su una piattaforma online, una novità a cui non eravamo pronti, ma che ha grandi potenzialità, tanto che anche in futuro li terremo attivi. In un certo senso, è come se il lusso avesse trovato una nuova dimensione. E anche questa sarà una delle sfide che affronteremo il prossimo anno, al primo Salone ginevrino».

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