Livia Lazzari, il Gioiello come Espressione del Sé
Opulento e tribale, così Livia Lazzari si augura che sarà il gioiello del futuro. In quest’intervista, la founder e designer di Voodoo Jewels condivide le sue riflessioni sul valore contemporaneo dell'ornamento
Ci racconta qualcosa dello speech che ha tenuto durante il talk di Trendvision a Vicenzaoro, lo scorso sabato?
È stata un’occasione preziosa per raccontare il progetto Voodoo Jewels, un universo creativo che da anni coltiviamo con passione. Ho intitolato il mio speech 'A Dirty Travel Around Imperfect Beauty', poiché il tema centrale era proprio l’imperfezione, il cuore pulsante della filosofia di Voodoo Jewels. Per noi, l’imperfezione è una vera forza, un inno alla libertà di essere sé stessi. Voodoo Jewels è una moderna apologia dell’imperfezione: attraverso le nostre creazioni, vogliamo incoraggiare ognuno a sviluppare la propria identità in modo autentico, lontano dai canoni e dalle convenzioni.
In che modo il gioiello può essere oggi uno strumento di espressione culturale e personale?
Il gioiello ha sempre avuto una funzione principale: essere un mezzo di espressione culturale e personale. Storicamente, ogni gioiello creato aveva lo scopo di comunicare lo status sociale, il ruolo e l’identità culturale di chi lo indossava.
La grande differenza è che, mentre in passato quei ruoli e quell’identità erano spesso imposti o ereditati, oggi abbiamo la libertà di scegliere. Chi indossa un gioiello può decidere quale messaggio veicolare, chi vuole essere e cosa intende comunicare. Questo cambiamento ha trasformato il gioiello in uno strumento potente, capace di riflettere una libertà individuale che non può essere sottovalutata.
In questo senso, il design assume un valore politico. Non possiamo più permetterci di creare oggetti privi di significato, repliche senz’anima che si perdono in un mercato già saturo. Il nostro mondo ha bisogno di narrazioni autentiche, di oggetti che parlino di valori, scelte e identità. Credo fermamente che il design debba rispondere a questa necessità, perché solo così possiamo dare un contributo reale in un contesto globale che è, oggi più che mai, in cerca di direzione.
Cosa ami dei gioielli contemporanei e del loro valore? Cosa, invece, pensi sia andato perso e bisognerebbe recuperare?
Credo che la scena del gioiello contemporaneo legato all’emisfero moda sia davvero vibrante e ricca di possibilità. È un territorio creativo dove si possono rompere schemi, sperimentare e dare vita a forme espressive innovative.
Tuttavia, l’industria del jewelry design, intesa nella sua accezione più tradizionale, tende spesso a seguire la moda piuttosto che affermarsi con una propria visione distintiva. Quello che mi dispiace è vedere come la moda sia frequentemente il motore trainante di questo rapporto. Molti brand di prêt-à-porter hanno creato gioielli iconici, e subito dopo il mondo del jewelry design ha iniziato a rincorrere quelle tendenze, producendo copie delle copie. Questo atteggiamento finisce per impoverire la ricerca e limitare il potenziale creativo del settore.
Penso invece che il jewelry design debba osare di più, spingersi oltre i propri limiti e investire in ricerca per ridefinire esso stesso le tendenze. Solo così potrà affermarsi con una propria identità forte e contribuire in modo significativo al panorama contemporaneo.
Come immagini che l'interazione tra corpo e gioiello evolverà in futuro?
Mi piace immaginare un futuro in cui le persone tornino ad adornarsi sempre di più come un mezzo per raccontare chi sono, esprimendo la propria unicità attraverso il gioiello. Sarebbe meraviglioso assistere a una sorta di opulenza tribale, dove ogni ornamento diventa un simbolo personale e distintivo, capace di renderci tutti diversi gli uni dagli altri.