Tra Arte e Tradizione Orafa Valenziana

In dialogo con Lia Lenti per scoprire il valore dell’indagine sperimentale fra tradizione orafa valenziana e arte contemporanea


Lia Lenti, è tra i curatori di “Fragile bellezza. Arte e oreficeria contemporanea”. Il nuovo volume, edito da Silvana Editoriale che a giorni sarà in libreria, racconta il lungo percorso artistico avvenuto in due anni, attraverso una serie di mostre realizzate nel territorio di Valenza e di originali collaborazioni fra artisti e aziende orafe storiche della zona. In quest’intervista, la storica dell’arte e del gioiello approfondisce i diversi aspetti che rendono il libro, un’opera editoriale di grande interesse per il mondo del gioiello contemporaneo.


Il volume “Fragile bellezza. Arte e oreficeria contemporanea”, che a giorni sarà in libreria, racconta di un lungo percorso artistico. Quali sono gli aspetti più rilevanti che emergono da questo progetto?
Valenza è un distretto che produce gioielleria da quasi due secoli e in questo tempo così lungo si sono stratificate molte esperienze e competenze, tra cui anche quella di dialogare con il mondo dell’arte. Dagli anni ’50 del secolo scorso questa collaborazione è stata praticata con una certa assiduità e il mondo del gioiello è entrato in rapporto con le arti provando a declinarle nell’ambito dell’ornamento prezioso. Una delle intenzioni del progetto Fragile bellezza, curato da me e da Domenico Maria Papa, è stata quella di provare a riaccendere questa collaborazione anzi, visto che parliamo di oro, la fusione tra il pensiero e il fare artistico e il pensiero e il fare artigianale, rintracciandone non solo le ragioni storiche ma proiettandola nella contemporaneità. Da questa fusione sono scaturite dieci opere inedite e il volume che all’inizio di questo percorso era stato pensato come un catalogo della rassegna espositiva, programmata per la primavera 2020 ma che a causa del Covid-19 non si è potuta fare, si è trasformato nel racconto di questa esperienza. Perciò documentare il processo creativo, l’interazione fra gli artisti, che nel nostro caso si sono avvicinati per la prima volta al mondo orafo, e le realtà produttive manifatturiere e artigianali, non aduse a sperimentare nuovi contenuti e percorsi creativi, ci è apparsa una occasione unica. 

Com’è stato collaborare alla realizzazione della rassegna “Fragile Bellezza” e a questa pubblicazione che ne custodisce la storia? 
Valenza produce gioielli e facendo ciò produce bellezza, una capacità che le viene riconosciuta in tutto il mondo ma che in momenti storici particolari come quello che stiamo vivendo, può essere ritenuta superflua e perciò fragile, in realtà è proprio in virtù di questi momenti che tale capacità è necessaria. Fragile bellezza, progetto a cui io sono stata chiamata a collaborare, fin dall’inizio è stato fatto proprio dal Comune di Valenza che da alcuni anni è impegnato non solo nell’opera di valorizzazione della storia del distretto orafo ma anche nella realizzazione di progetti culturali più ampi volti a proporre una comunicazione cross-mediale del gioiello. Infatti il titolo Fragile bellezza contiene al suo interno vari momenti, oltre alla realizzazione delle dieci opere e alla pubblicazione del libro qui presentati, il progetto ha preso il via nel 2019 con la mostra Memoria e territorio dedicata a quattro artisti nati a Valenza: Ezio Campese, Saverio Cavalli, Laura Rivalta, Paolo Spalla, di diverse generazioni, portatori di altrettante differenti interpretazioni dell’oro compenetrate dalle istanze estetiche del loro tempo. La loro opera è connotata da un concetto di bellezza mutevole, fuori dall’ordinario e perciò fragile che però è parte importante della storia di un territorio perché permette di riflettere sull’importanza della creazione e sulla forza della trasformazione. 

Un progetto così articolato ha richiesto una stretta collaborazione e una impegnativa organizzazione ed è stato possibile portarlo a termine in questo anno molto complicato e difficile solo grazie al team di persone che si è venuto a creare.

Nel suo saggio di apertura del libro, parla del confronto tra arte e artigianato avvenuto negli ultimi 50 anni nel distretto orafo di Valenza, dimostrando l’effettiva possibilità di coniugare “linguaggio” e “mestiere" con le “ragioni” dell’industria. Come prevede sarà il futuro di questo tipo di ricerca estetica? 
Oggi la ricerca nell’ambito del gioiello è una realtà e la sperimentazione di nuovi contenuti, linguaggi, materiali e processi realizzativi non viene più vista come una negazione o sovvertimento di codici, piuttosto come una maggiore libertà d’indagine dell’oggetto gioiello e un accrescimento delle sue potenzialità comunicative. Tutto ciò però implica un salto di qualità culturale che la millennial generation è pronta a fare: in loro è potente la curiosità verso la capacità artigianale coniugata però alla tecnologia che non è più elemento da acquisire ma un dato connaturato. Il mondo orafo che spesso per tutta una serie di ragioni rimane rivolto più al passato che al futuro rischiando di cadere nell’autoreferenzialità, dovrebbe abbracciare l’idea di una rivoluzione generazionale, aprire le sue porte “blindate” con passione e generosità e investire sulle nuove generazioni e sul loro modo di vedere il mondo. 

Afferma anche che il confronto tra artisti, maestri orafi e designer seppur desiderato, può rivelarsi complicato. Perché? 
L’insegnamento della pratica è una componente fondamentale dell’educazione artistica come di quella progettuale, è ovvio che l’artista come il designer debba possedere una profonda conoscenza dei suoi strumenti espressivi, ove però la sua conoscenza raggiunge un limite egli si avvale di esperti che la esercitavano in sua vece, questo incarico però non è un’azione puramente meccanica ma una capacità interpretativa che come avviene per la traduzione di un testo, passa attraverso la comprensione dei contenuti e il rispetto di uno stile. Però, continuando con la metafora letteraria, dal mio punto di vista affinché una buona traduzione si trasformi in una vera opera d’arte deve accendersi la scintilla, elemento li per li intangibile ma assolutamente misurabile in termini qualitativi al compimento del lavoro. Questa scintilla può essere una affinità elettiva o una forma di innamoramento, rimanere circoscritta ad un solo momento, può durare rinvigorendosi nel tempo, addirittura diventare una liaison dangereuse o non accendersi affatto.

Ci può parlare degli artisti e delle aziende protagonisti del progetto? 
Nel distretto orafo di Valenza convivono molte realtà aziendali e ognuna di esse ha la sua storia e la sua “personalità”. Come è avvenuto in passato così oggi alcune tra esse hanno accolto in modo spontaneo l’invito alla collaborazione. Il motivo di questa loro adesione al progetto lo hanno spiegato nelle interviste pubblicate. Anche agli artisti abbiamo fatto la stessa domanda e questo momento di confronto che ha implicato anche una riflessione sul concetto di Fragile bellezza è possibile leggerlo nel libro grazie alla trascrizione di Ilaria Giuliano ma anche ascoltarlo attraverso i filmati realizzati da Walter Zollino accessibili attraverso i QR Code. Gli artisti e le aziende protagonisti di questo lavoro di collaborazione sono: Elizabeth Aro / Vendorafa Lombardi,
Güler Ates / Crivelli, Enrica Borghi / Margherita Burgener, Antonio De Luca / Ofir, Paolo Delle Monache / Villa Pedemonte Atelier (VPA), Mario Fallini / Leo Pizzo, Fukushi Ito / Il Diamante,  Project-To / Gioj, Alice Zanin / Ceva Gioielli, infine Carlo Galfione che ha lavorato con gli allievi e i maestri della Scuola Orafa For.Al “Vincenzo Melchiorre”. 
Il loro impegno nel portare a termine il lavoro nonostante i difficili mesi trascorsi è stato incommensurabile e questa è la ragione per cui si è deciso di realizzare una mostra virtuale delle opere, allestita nell’Oratorio di San Bartolomeo a Valenza, che si potrà visitare a partire dal 21 dicembre accedendo dal portale www.archiviorafivalenza.it. 

Produzione orafa e arte contemporanea: quanto è importante mantenere vivo questo dialogo, oggi? 
Il made in Italy da tempo si è trasformato da prodotto a concetto e come tale va nutrito di contenuti, oggi però a chi fa made in Italy il futuro appare davvero incerto e il dialogo tra arte e oreficeria contemporanea può diventare quel plusvalore che fa la differenza dove parole come  interazione e contaminazione non sono solo “nuove parole" ma diventano una modalità di pensiero e di comportamento. Gli artisti con il loro sguardo lungo e il grande abbraccio che hanno sempre porto all’umanità non sono solo dei ristoratori dell’anima ma anche dei formidabili decifratori di segni e segnali che agli occhi dei più passano inosservati, e perciò utilissimi compagni di viaggio. 

In che modo sono collegati l’antica pratica giapponese del Kintsugi e la pubblicazione “Fragile bellezza. Arte e oreficeria contemporanea”?
L’antica tecnica giapponese del kintsugi permette di riparare oggetti d’uso comune che si sono infranti utilizzando l’oro, è un paziente lavoro di ricomposizione che trasforma l’oggetto rotto in un’opera unica e per questo ancora più preziosa. La qualità del risultato è direttamente proporzionale all’abilità messa nella ricombinazione dei frammenti in un tutto e parte dell’effetto è ottenuto proprio con la trama d’oro, irregolare e lucente che funge da collante. In ciò io ho scorto Valenza, una città che produce gioielli preziosi da molto tempo, che in passato ha già superato momenti storici molto difficili, e che ancora oggi, recuperando la sua capacità di dare forma alla bellezza, riesce a riappropriarsi della sua forza e la sua identità.

  • Alice Zanin

    Alice Zanin

  • Antonio De Luca

    Antonio De Luca

  • Carlo Galfione

    Carlo Galfione

  • Elizabeth Aro

    Elizabeth Aro

  • Enrica Borghi

    Enrica Borghi

  • Ezio Campese

    Ezio Campese

  • Fukushi Ito

    Fukushi Ito

  • Guler Ates

    Guler Ates

  • Laura Rivalta

    Laura Rivalta

  • Mario Fallini

    Mario Fallini

  • Paola Spalla

    Paola Spalla

  • Paolo delle Monache

    Paolo delle Monache

  • Project-TO

    Project-TO

  • Saverio Cavalli

    Saverio Cavalli

Share this article:

Iscriviti alla nostra Newsletter

Il tuo browser non è aggiornato!

Aggiornalo per vedere questo sito correttamente. Aggiorna ora

×