Il Ritorno dello Stile Dandy nella Gioielleria
Con "Tailored for You", tema del Met Gala 2025, lo stile Dandy torna in versione 2.0, segnando un cambiamento nella strategia comunicativa dei marchi di gioielli. Ce ne parlano Mariella Milani e Paola De Luca
Ogni anno, il primo lunedì di maggio, New York vive una delle sue giornate più glamour: The Costume Institute Benefit, alias The Met Gala, l'evento di charity più ambito dal jet set, la cui raccolta fondi rappresenta la principale fonte di finanziamento per mostre, pubblicazioni e acquisizioni del museo stesso. In contemporanea, inaugura sempre anche una mostra, che quest'anno con "Superfine: Tailoring Black Style" porta alla ribalta il mito del dandy. Visitabile dal 10 maggio al 26 ottobre, l'esposizione presenta un esame culturale e storico del "black style" dal XVIII secolo a oggi, attraverso un'esplorazione del concetto di dandismo. Al tema della mostra si ispira anche il dress code della serata, che per l'edizione 2025 è dunque "Tailored for You", concept focalizzato su tailleur e abbigliamento maschile, silhouette, tessuti e accessori, che ogni ospite può liberamente interpretare per la gioia dei migliori stylist in circolazione. E che l'evento più social dell'anno sia incentrato sulla moda maschile e in particolare sull'uso degli accessori, gioielli in primis, non stupisce, perché è solo il punto di approdo di una tendenza ormai diffusa che negli ultimi tempi ha invaso prima le passerelle e poi i red carpet di mezzo mondo, e qui da noi, solo per citarne uno, il palco dell'ultimo Festival di Sanremo, con cantanti e ospiti (uomini in particolare) adorni di gioielli preziosi, fino a qualche stagione fa indossati solo dalle colleghe. Segno di un'evoluzione del gusto, di un ritorno prepotente alla figura del dandy o di un cambio di strategia di comunicazione delle grandi major della gioielleria? A commento di questo fenomeno, abbiamo raccolto due voci autorevoli nell'ambito fashion&jewelry: quelle di Mariella Milani, nota giornalista esperta di costume, e di Paola De Luca, fondatrice di The Futurist e direttore creativo di Trendvision Jewellery + Forecasting, l'osservatorio indipendente di IEG. L'incipit lo dà la Milani, partendo dalla notte degli Oscar...«Ormai da tempo, la vanità non è solo una prerogativa femminile ma è diventata anche maschile. Il concetto dilagante del genderless ha sdoganato un certo tipo di abbigliamento, tant'è che le donne rubano pezzi del guardaroba degli uomini e gli uomini da quello delle donne, mutuando tutta una serie di elementi decorativi. Le immagini di Andries Brody che solleva il suo ultimo Oscar indossando una meravigliosa spilla di diamanti dalle dimensioni decisamente importanti hanno fatto il giro del mondo, icona di una tendenza maschile diventata sempre più presente sul tappeto rosso. Tutto ciò fa più notizia, giovando al fatturato delle griffe di gioielleria e portando risultati sicuri sulle vendite. Non c'è da sorprendersi, perché si tratta di corsi e ricorsi storici che nella moda si vedono spesso, essendo di per sé ciclica. Se ad esempio guardiamo un po' più in là, al prossimo inverno, c'è già chi parla del ritorno della pelliccia: con buona pace degli animalisti, dunque, preparatevi a ritirarle fuori dagli armadi se volete stare al passo! Tornando alla gioielleria, è fuor di dubbio che è diventata di grande impatto scenografico e visivo. A volte si tratta di vere opere d'arte, che diventano determinanti per la creazione di un look. L'idea della sartorialità, del prodotto tailor made come suggerito dalla mostra del Met, nasce anche per giustificare un aumento esponenziale dei prezzi della maison del lusso, e dalla volontà di proporre qualcosa di diverso, di qualità, che si discosta dall'idea della moda un po' baraccona ormai imperante».
Paola De Luca vira invece la discussione più sull'aspetto socio-culturale: «Lo scenario storico al quale stiamo assistendo, le differenze tra le generazioni, tra i digital native e i boomer hanno scardinato gli equilibri sociali con effetto domino. La società fluida incorpora i valori transgenerazionali, oltre alle ibridazioni culturali date dalle grandi migrazioni. Nell'arco della storia, l'uomo ha sempre indossato gioielli: all'inizio del secolo scorso, l'ornamento maschile nella società occidentale si era ridotto all'orologio. La Gen Z, i giovani Millennial e le nuove rivoluzioni social hanno riacceso i temi dei diritti tra i sessi e sulle differenze di genere. In Paesi come l'India, la Cina, l'Africa e il Medio Oriente, gli uomini hanno invece continuato a indossare gioielli con pietre preziose, oro diamanti e perle. I gioielli maschili sono tornati in Occidente anche grazie alle ibridazioni culturali, e i brand raccolgono questo passaggio culturale come un'opportunità di business. Tiffany & Co., per citare un global brand, già da alcuni anni ha lanciato una collezione di fedi con diamanti per uomini, mentre William Pharrell ha firmato per loro la collezione Titan. Se poi spostiamo l'obiettivo sul fenomeno del dandismo, nasce in Francia durante l'epoca della Reggenza inglese (1811-1820) e si è sviluppato successivamente in Francia durante la Restaurazione. Il dandy si distingueva per l'ostentazione di eleganza, la raffinatezza e l'atteggiamento ironico e provocatorio, in opposizione ai valori borghesi e alla modernità industriale. Il dandismo venne rappresentato da intellettuali ribelli come Charles Baudelaire e Jules Barbey d’Aurevilly, e in Italia da Gabriele D’Annunzio. La mostra del MET sul dandismo afro-americano e le nuove correnti maschili racconta dunque una trasgressione sociale storica. In un mondo dove lo sportswear impera, così come la omologazione del costume, il Dandy 5.0 torna pertanto ad essere una forma di ribellione e di avanguardia».
Paola De Luca vira invece la discussione più sull'aspetto socio-culturale: «Lo scenario storico al quale stiamo assistendo, le differenze tra le generazioni, tra i digital native e i boomer hanno scardinato gli equilibri sociali con effetto domino. La società fluida incorpora i valori transgenerazionali, oltre alle ibridazioni culturali date dalle grandi migrazioni. Nell'arco della storia, l'uomo ha sempre indossato gioielli: all'inizio del secolo scorso, l'ornamento maschile nella società occidentale si era ridotto all'orologio. La Gen Z, i giovani Millennial e le nuove rivoluzioni social hanno riacceso i temi dei diritti tra i sessi e sulle differenze di genere. In Paesi come l'India, la Cina, l'Africa e il Medio Oriente, gli uomini hanno invece continuato a indossare gioielli con pietre preziose, oro diamanti e perle. I gioielli maschili sono tornati in Occidente anche grazie alle ibridazioni culturali, e i brand raccolgono questo passaggio culturale come un'opportunità di business. Tiffany & Co., per citare un global brand, già da alcuni anni ha lanciato una collezione di fedi con diamanti per uomini, mentre William Pharrell ha firmato per loro la collezione Titan. Se poi spostiamo l'obiettivo sul fenomeno del dandismo, nasce in Francia durante l'epoca della Reggenza inglese (1811-1820) e si è sviluppato successivamente in Francia durante la Restaurazione. Il dandy si distingueva per l'ostentazione di eleganza, la raffinatezza e l'atteggiamento ironico e provocatorio, in opposizione ai valori borghesi e alla modernità industriale. Il dandismo venne rappresentato da intellettuali ribelli come Charles Baudelaire e Jules Barbey d’Aurevilly, e in Italia da Gabriele D’Annunzio. La mostra del MET sul dandismo afro-americano e le nuove correnti maschili racconta dunque una trasgressione sociale storica. In un mondo dove lo sportswear impera, così come la omologazione del costume, il Dandy 5.0 torna pertanto ad essere una forma di ribellione e di avanguardia».