News to Know: Comparto in Recupero ma Scenario Imprevedibile

Secondo le stime elaborate dal Centro Studi di Confindustria Moda per Federorafi, è attesa una ripresa settoriale "a macchia di leopardo", minata tuttavia dai prezzi di energia, materie prime e dagli effetti del conflitto


A fronte di numeriche incoraggianti per il comparto O-A-G (orafo, argentiero, gioielliero), che prevede di chiudere il 2021 con un +54,6% rispetto al 2020 (in termini di valore pari a +3,1 miliardi di euro) e a +11,9% rispetto al 2019 (in termini di valore assoluto pari a quasi 940 milioni), bisogna considerare che l'ultimo studio elaborato da Federorafi si basa su rilevazioni effettuate prima dello scoppio del conflitto russo-ucraino. Questo vuol dire che le conseguenze legate allo scenario bellico non compaiono tra le opzioni presentate alle aziende del panel. A ogni modo, vediamo quali sono le principali criticità rilevate dallo studio: per quasi 7 aziende su 10 l’aumento dei prezzi delle materie prime costituisce una grave minaccia. Non di meno, per 6 aziende su 10 l’aumento di costi dell’energia avrà conseguenze negative di non poco conto sulla marginalità aziendale. Per il 58% del campione, anche le restrizioni agli spostamenti internazionali delle persone (business e/o turismo) rappresentano un freno importante. L’assenza dei lavoratori per motivi legati al Covid preoccupa il 38% del panel, mentre le difficoltà di reperimento di materie prime e semilavorati presentano - a oggi - un minor impatto, limitatamente al 22% dei rispondenti. Infine, l’aumento del costo dei noli e dei trasporti è avvertito da 1 azienda su 10. Indagando più specificatamente il sentiment delle aziende circa l’evoluzione congiunturale nel primo trimestre, un significativo 59% confida in una stabilità delle condizioni di mercato rispetto all’ultima frazione del 2021; il 14% prospetta un miglioramento ulteriore; il 27% del panel teme, invece, che la congiuntura settoriale possa peggiorare. I dati dell’indagine confermano le indicazioni che la Presidente Federorafi Claudia Piaserico aveva anticipato nelle scorse settimane, secondo la quale: «Gli imprevedibili sviluppi del conflitto russo-ucraino rischiano di compromettere il positivo trend del settore. L’area interessata dalla guerra rappresenta poco meno dell’1% delle esportazioni del gioiello made in Italy, ma occorre tener conto che i russi sono importanti acquirenti di gioielli quando si recano all’estero. Il timore è chiaramente dovuto alle conseguenze economiche e psicologiche a livello globale del conflitto, soprattutto se dovesse durare a lungo. Vicenzaoro rappresenta un primo importante momento di verifica, così come le iniziative che stiamo approntando su diversi mercati, come l’innovativo progetto riservato al mercato USA riguardante la piattaforma fisica ed online "Piazza Italia" che lanceremo a breve a New York, in collaborazione con Agenzia ICE», conclude Piaserico. Riprendendo le stime dello studio di Federorafi, relativamente al primo trimestre del 2022, le aziende a campione, nel 53% dei casi si attendono una crescita del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2021. Il 9% prevede un aumento tra il +1% e il 5%; il 24% pensa di crescere tra il +5% e il 10%, segnando un ritorno quindi su ritmi in linea con condizioni di mercato "normali" dopo il rimbalzo post-Covid; il 13% prospetta comunque aumenti tra +10% e +20%»; il 7% tra +20% e +50%». Più prudente il 31% del campione, secondo il quale le vendite resteranno sui livelli del gennaio- marzo 2021, mentre il 16% teme una flessione del fatturato rispetto ad allora. L’incremento medio nel campione, in netta decelerazione rispetto ai tassi del 2021, è stimato attorno al +7,3%.

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