Un Giro Intorno al Mondo con Silvia Furmanovich
Silvia Furmanovich inaugura a New York la mostra Around the World, ospitata da Bergdorf Goodman fino ad agosto 2025, che invita a osservare il mondo con occhi curiosi e consapevoli
La sera del 7 maggio, Silvia Furmanovich ha inaugurato a New York l’apertura di “Around the World”, esposizione che coincide con il venticinquesimo anniversario della sua carriera. Un traguardo importante, celebrato attraverso cento creazioni che ripercorrono l’ampiezza e la ricchezza del suo percorso creativo. La designer brasiliana è nota per aver costruito un dialogo sensibile con artigiani di tutto il mondo, dando vita a un lessico personale, immediatamente riconoscibile. Inconfondibili le sue opere in cui risorse preziose e “umili” si fondono in maniera alchemica, grazie alle mani sapienti di artigiani, custodi di tecniche antiche, spesso dimenticate. Inconfondibili per la loro raffinatezza contemporanea ma anche perché preservano saperi rari, sostengono il lavoro di piccole comunità e riescono a creare un equilibrio delicato e potente, tra materiali nobili e altri anticonvenzionali, come il legno, il bambù e persino il crine di cavallo. È in questa sintesi tra lusso e semplicità che risiede l’unicità del suo lavoro, e, soprattutto, un messaggio importante: l’umiltà è la più nobile delle virtù. Instancabile viaggiatrice, Furmanovich ha trasformato le sue tappe in un’occasione di incontro, conoscenza e collaborazione. “Around the World” ne raccoglie le esperienze più significative, offrendole al pubblico sotto forma di un viaggio emozionale che attraversa i continenti. Dal Brasile, con gioielli botanici in legno intarsiato che restituiscono la generosa ricchezza della flora tropicale, all’India, con marmi e pietre incise a ricordare la sontuosità dell’architettura Moghul. Dal Giappone, evocato attraverso il rigore poetico del bambù intrecciato e della lacca, all’Uzbekistan, con motivi Suzani e Ikat trasformati in trame preziose che celebrano la tradizione tessile dell’Asia centrale. Negli Stati Uniti, il turchese e le perline reinterpretano le tecniche delle popolazioni native del Sud-Ovest, mentre in Egitto scarabei e simboli arcaici rivivono in anelli e pendenti che custodiscono il fascino intatto della civiltà faraonica. Infine, in Italia, i micromosaici e il corallo, rendono omaggio alla raffinata eredità della gioielleria mediterranea. Un’esplorazione preziosa che testimonia l’ideale alto di chi ha saputo plasmare il proprio lavoro, in nome dell’arte e della connessione umana.