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Come si incontrano questi due concetti virtuosi di fare business nel mondo della gioielleria?

Omar Antonio Cescut, Chief Marketing & Communication Officer di Lem Industries Spa, capogruppo di BTT Italia, ci introduce al mondo del recupero dei metalli preziosi


«Negli ultimi anni si sente sempre più spesso parlare di economia circolare, e nel settore dei metalli preziosi questo concetto sembra aver trovato la sua perfetta traduzione pratica. Se c’è un’esigenza che ormai è impellente e trasversale è quella del recupero delle materie prime, per motivi che vanno dalla pura convenienza economica all’eticità generata dalla rimessa sul mercato degli scarti dei processi di lavorazione e dei rifiuti derivati dalle cosiddette “miniere a cielo aperto”. Bastano un paio di esempi per capire quanto concepire l’estrazione come una piramide rovesciata - che quindi non “pesca” più dal sotto suolo ma da ciò che sta sopra terra – possa essere anche una fonte di reddito alternativa: da una tonnellata di vecchi telefonini si possono estrarre fino a 1 kg d’oro, oltre ad altri metalli preziosi, mentre un’azienda che spende in media 5 milioni di euro l’anno in metalli preziosi può recuperare dai propri scarti materiali per un valore fino a 1,5 milioni di euro. Un affare “domestico”, quindi, che si realizza in casa, con un investimento di circa 500mila euro che si ripaga in sei mesi. È inutile dire che maggiore è il costo annuale in materie prime, più rapido sarà il payback dell’investimento, dovuto in gran parte alla customizzazione dell’impianto. In oltre 40 anni, BTT Italia ne ha progettati e realizzati oltre mille, tutti su misura, allo scopo di ottenere il risultato più performante possibile e adatto alle esigenze dei clienti, che vanno da aziende private a governi di ogni parte del mondo e zecche di Stato. 

Quattro i settori principali in cui operiamo: quello prettamente minerario, con la realizzazione di impianti di affinazione, dei catalizzatori, del recupero RAEE, ossia dei rifiuti elettronici, e ovviamente quello gioielliero, sempre più focalizzato sul tema dell’eticità. Il servizio di personalizzazione parte da un'analisi della quantità da recuperare e della sua natura, ossia se sono scarti industriali, galvanici o scraps dell’industria orafa, tenendo sempre come presupposti la disciplina e le normative sulla sostenibilità, perché fra le nostre priorità c’è sicuramente quella di voler mettere in campo impianti e processi ecocompatibili, sia durante la loro operatività (con l’emissione per esempio di fumi puliti) sia costruttivamente che nel risultato. Lo stesso approccio one-to-one lo mettiamo in pratica al Lem Lab e Spaxio22, reparti chiave di Lem Industries: qui, formuliamo soluzioni e finiture per i nostri impianti per il settore dei brand, pensate per proteggere e valorizzare gli accessori e mantenere un bassissimo scarto produttivo, evitando il degrado dei componenti».

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